In panca


MI SEMBRAVA IRREALE.
Già, correre a perdifiato nel mondo che si apriva davanti agli occhi celesti di un neonato, mi sembrava irreale.
Stare su una panchina dopo aver giocato per anni in prima squadra e guardare altri che occupano territori battuti da me fino all'altro giorno potrebbe voler dire “sei fuori”.
Ma in panca sono giunto perchè non rendevo più o forse perchè mi stavo allenando male o poco o con poco impegno o, addirittura, perchè ce l' hanno con me.
In ogni caso – diceva il mio maestro – non bisogna abbattersi: sarebbe la soluzione sbagliata del problema.
Potrebbe essere motivazione per guardare dentro se stessi, per riprendere in mano la situazione... la vita.
Ricominciare ad allenarsi con voglia e determinazione pensando a che cosa posso aver sbagliato “io”, quale passaggio errato, quale parata possibile non effettuata, quale fallo sull'avversario potevo evitare per non incappare nel cartellino rosso e di conseguenza nella lunga squalifica.
Farmi ritrovare quella grinta e quella voglia di far trionfare la mia squadra ed anche il mio “io” non per vantarmi ma per essere d'esempio anche agli altri compagni di squadra...ma sì...anche per soddisfazione personale.
Non devo preoccuparmi se non potrò più essere essenziale come anni orsono: il tempo passa e, anche se il proverbio non recita così, l'uom se ne avvede. Potrò comunque essere utile alla bisogna prima o poi con l'opera o con la parola.
L'importante è non abbattersi: nel momento del torrente in piena e del trascinamento a valle conviene cercare di evitare i colpi contro i massi che affiorano lungo la discesa d'acqua impietosa. Salvarsi protendendo le braccia per ripararsi dimostrando voglia di essere vivo: prima o poi ci sarà un'altra alba, le acque si smorzeranno come violenza e tutto passerà come un film con il suo the end finale.
Vale per lo sport, vale ancor più per la vita.
I momenti passano, i cicli tornano. Non molliamo mai di allenarci perchè sarebbe il più grave errore. L'obbiettivo è sempre là, raggiungibile. Puoi tornare utile a te stesso ed alla tua squadra solo se riprendi ad allenarti, indipendentemente dal tuo impiego attuale, anche se oggi è dura mandare giù “la panca” che ti sta stretta. Potrai cambiare anche ruolo.
Vita e sport a braccetto. Quanti campioni non hanno saputo 'vivere' e riprendersi! Ma quanti possono essere citati ad esempio positivo: magari in panca per lungo tempo a causa di infortunio grave poi superato con grinta e forza d'animo. Così per la nostra vita: una lunga partita che non si sa quando finirà ed in che modo, ma che vogliamo, dobbiamo giocare al meglio.
Allora, senza se e senza ma, alleniamoci al meglio e con profitto massimo: ricordiamoci che sono gli allenatori più 'ossessivi' e pedanti che ti fanno vincere le gare. E se c'è qualche rampogna non prendiamola storta e valutiamo seriamente se ce la meritiamo o meno...e poi reagiamo nel modo giusto.
Viviamo la 'panca' oggi, domani potremmo essere di nuovo in campo!

 

Beppe Lante (Torino)

 

 

 

 

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 piazzascala.it - dicembre 2016