COMPETENZA
Era
un cliente potenziale ed avevano avuto l’ordine di intavolare
con lui rapporti di iniziale amicizia che successivamente si
sarebbero potuti trasformare in conto attivo, in libretti
vincolali a basso tasso di interesse, in movimento insomma di
capitali, meta prima ed ultima di ogni Istituto di Credito.
Il cliente potenziale della piccola cittadina di Provincia era
piuttosto diffidente verso gli estranei o meglio abitudinario
del suo ambiente, tuttavia il lasciare la Banca locale per un
Grande Istituto era un pensiero che aveva messo in predicato
perchè stava per aprirsi per lui un campo nuovo, insperato: la
esportazione, il commercio con l’estero!!
Un suo amico intimo che, per conto di una grossa ditta, era
rappresentante a Ghèt-i-ghèi, nell’Africa Centrale, si era
interessato anche del suo prodotto, turaccioli di sughero,
segnalandogli la possibilità di esportazione su larga scala,
anzi, gli aveva molto recentemente scritto che vi erano
possibilità imminenti, vi erano ordinazioni, clienti suoi quindi
clienti sicuri e, se voleva, poteva anche spedire subito che
avrebbe potuto appoggiarsi allo spedizioniere della sua ditta.
L’eccitazione e la voglia di provare a lanciarsi in scala
internazionale aveva invaso l’animo del costruttore di tappi
così questa, in sostanza fu la richiesta che egli mosse al
Funzionario del Grande Istituto in visita di conquista.
« Esportazione di tappi di sughero? » La mente del Funzionario
vagolò nel subconscio del suo passato per resuscitare le righe
lette sul manuale delle disposizioni d’ordine per l’Ufficio
Estero, volendo esaurientemente indirizzare il nuovo cliente
attraverso il dedalo delle complicate manovre che permettessero
la fuoruscita dei tappi di sughero dal territorio nazionale.
Gli sembrava strano non essere capace di dare subito una
risposta sicura in quanto aveva seguito per ben un mese il
lavoro presso l’Ufficio estero locale. Ecco, quel Capufficio
l’aveva imbottito di troppe nozioni... forse gli aveva detto
troppe cose ed anche male, magari per l’invidia che lui sarebbe
passato in Segreteria, cioè nella anticamera della promozione...
Si riebbe prontamente. Nel dubbio della procedura, nell’intento
di dar risalto alle possibilità dell’Istituto e tanto per dargli
un quadro iniziale della grandiosa opera di cui si sarebbe fatto
promotore per dare al nuovo cliente la possibilità di insperati
guadagni a carico del terzo mondo, citò il Mincomes, l’area del
dollaro e della sterlina, il parametro di pagamento con la lira
italiana, le quotazioni di borsa, il contingentamento delle
merci sperequate del MEC (?) ed infine che avrebbe esposto il
problema alla locale Banca d’Italia, ove aveva influenti
amicizie, per ottenere un permesso, quanto meno straordinario ed
il nulla osta a questa transizione con l’estero. Quindi tirò il
fiato.
Il cliente fu conquistato dalla grandiosità dell’iniziativa e
delle grandi possibilità avvenire, nonché delle meravigliose
prestazioni che l’Istituto, il Grande Istituto, poteva dare per
sollevarlo d’ogni lavoro e d’ogni responsabilità, spianandogli
la via della ricchezza.
« Verrò quanto prima alla vostra Sede di Città! » e strinse con
convinzione, piacere e stima la mano del Funzionario, che
contraccambiò con pari entusiasmo.
Fu di parola, fin troppo di parola. L’indomani mattina di
buon’ora era già in Banca, vide il suo uomo e lo abbordò,
chiedendogli se la pratica fosse già avviata o almeno a che
punto si era, se erano richiesti quali e quanti documenti, che
lui avrebbe provveduto subito, perchè l’amico dell’Africa
sollecitava.
Il Funzionario sbiancò in viso e si sentì perduto. Girò gli
occhi nel salone e con un mezzo cenno ed un mezzo sorriso, si
scusò di essere richiesto per un momento e cercò di filarsela,
non tanto per abbandonare un cliente, il che sarebbe stato un
imperdonabile tradimento, quanto per andare a consultare le
circalari (infinite!!) dell’organizzazione esecutiva. Ne aveva
già viste parecchie la sera prima e contava di terminarle quel
giorno o al massimo il giorno dopo, ma succede sempre così
quando si fa il calcolo di fare qualche cosa, succede sempre
l’imprevisto.
Mezz’ora dopo non era ancora riapparso. Il cliente, che aveva
notato il pallore e lo smarrimento e che, come ogni astuto
com-merciante era divenuto abbastanza psicologo da saper
giudicare persone e situazioni, mangiò la foglia. Abbandonando
il bozzolo della ingenuità e creduloneria iniziali, come nuova
farfalla svolazzò nel salone verso un compassato cartello che
segnava in evidenza la voce ‘Estero’.
« Lei è un funzionario di questo Ufficio? »
« Oh, no! sono un semplice impiegato! Se crede chiamo subito il
Funzionario... »
« Oh, no!! Un semplice impiegato è proprio quello che cercavo
perchè sono sicuro che lei saprà darmi una risposta esauriente.
Vede, dovrei spedire una grossa partita di tappi di sughero nel
Centrafrica a Ghèt-i-ghèi ed a Lamis-Kappa. Potrebbe lei, per
conto della Banca, naturalmente, ottenermi un visto del Mincomes,
spostare i pagamenti dall’area della sterlina a quella del
Franco, scontingentare il MEC e fare tutte le altre pratiche di
cui mi ha già parlato il vostro Funzionario in modo però da
poter procedere relativamente presto all’invio e quindi
all’incasso del corrispondente? »
L’impiegato restò a fissarlo un poco trasecolato, tanto che il
commerciante restò a sua volta a fissarlo con meraviglia. Poi si
riebbe e domandò: « Ha lei sottomano uno spedizioniere che le
inoltri la merce? Naturalmente andrà confezionata secondo le
norme stabilite per l’inoltro della merce Oltremare... »
« Oh, si, sono già d’accordo in linea di massima... »
« Ha già un compratore ed è d'accordo sul prezzo in modo da
poter fare una regolare fattura? » — « Si, certo, ma i
documenti... »
« Non ci pensi: nella fattura basta precisare l’importo nella
valuta che lei desidera. Poiché tutto questo è in grado di
averlo spedisca quando vuole, si faccia dare fattura e documenti
dallo stesso spedizioniere e li porti a noi. Invece dei Franchi,
non preferirebbe avere il pagamento in Lire? »
Il cliente lo guardò: « Si potrebbe?... »
« Direi di si! »
« Affare fatto!! » ed allungò la mano e la strinse come se
avesse fatto un contratto di vendita di un vitello da latte o di
una capra montanina.
Appena uscito il cliente, il Funzionario che da lontano aveva
visto l’abbordaggio, noioso come un passaggio a livello chiuso,
che era sceso in salone quanto più in fretta gli era stato
possibile, venne ad informarsi minutamente sul colloquio che si
era svolto tra i due.
L’impiegato lo aggiornò guardandolo dritto negli occhi perchè
oltre le notizie tecniche anche il suo pensiero fosse trasmesso
senza doverlo pronunciare.
Disse però poche parole e terminò con « affare fatto » che era
l’ultima frase del nuovo cliente, proseguendo a girare la
manovellina della divisumma e distogliendo quello sguardo che
voleva essere benevolo anche se con quella sfumatura malignetta
di spregio o di commiserazione. E la divisumma girava veloce per
la concentrazione del manovratore che non udiva altro, quella
benedetta macchinetta per fare le operazioni aritmetiche, tanto
semplice che la può usare anche un dirigente...
A sera, sul bilancino relazionatorio, il Funzionario poteva
segnalare l’avvenuta conquista.
« Magnifico! » — commentò il Direttore.
« E l’Ufficio estero come va...? »
« Molto bene — Signor Direttore — la statistica è sempre
aggiornata... »
Virginio Inzaghi
I bancari vil razza dannata:
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