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Questa mattina, quando ho sentito dai vari mass-media che la pizza napoletana e' diventata o sta diventando  patrimonio dell'Unesco per poco non  svengo, ma poi ho controbilanciato la notizia (per non svenire) esprimendo un giudizio sulla forma-mentis assai precaria  della classe politica italiana, di certa napoletanita', e degli italiani in generale.  Ci manca solo (posto che non l'abbiano gia' proposto), che facciano senatore a vita Armando Maradona in modo da chiudere il cerchio sulla "saggezza" del popolo italiano.

Non ho le risorse psico-fisiche per commentare detta notizia per cui mi limito a chiedere se, con tutti i problemi su cui l'Italia si sta dimenando senza venirne a capo di qualcosa, sia mai accettabile un discorso della specie.

Ci mancherebbe, tanto per buttarla in v....., come si dice non solo  a Venezia,  che, sulla scia di questa  "brillante" idea, facesse seguito anche la nascita di un nuova partito politico che, insieme con Forza Italia, Lega, Pd e diversi altri di cui ho perso il nome, potrebbe denominarsi PIZZA ITALIANA, col nome di Armando Maradona come leader nel simbolo.

Rebus sic stantibus,  potrei arrogarmi la presunzione di diventare pure io patrimonio dell'UNESCO in quanto, come dicono gli amici,  saprei fare meglio di qualunque altro,  gli spaghetti aglio-olio-peperoncino,   patrimonio culinario di cui ahime' ancora nessuno ha proposto la mia candidatura al patrimonio dell'UNESCO.

Se non siamo nell'anticamera della pazzia collettiva in divenire, di certo  non siamo poi tanto lontani....

ARNALDO DE PORTI - Feltre

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piazzascala.it - dicembre 2017