In occasione di un invito a pranzo da parte di amici del Trentino-Alto Adige, mi sono state regalate - in sede di commiato – alcune bottiglie di vino eccezionale che, per i suoi caratteri non solo organolettici, hanno visto il fondo prima del…previsto, al punto di dover prendere nota del nome del produttore indicato nell’etichetta allo scopo di ordinarne altre bottiglie, come ho fatto.
Successivamente ho ritenuto di ricambiare agli amici l’invito dalle mie parti e, vuolsi il caso che, soltanto qualche giorno prima io avessi “imbottigliato” del vino caratteristico delle mie parti, il Merlot, il Kabernet ed il bianco Chardonnay, operazione che, per mancanza di bottiglie ad hoc, perfezionai utilizzando anche dei “bottiglioni” da 2 litri.
Depositato il tutto sugli scaffali, lasciai questo “prezioso” alimento a rimettersi in sesto dopo le operazioni di travaso fino a quando ho ricevuto lo scambio di visita dei predetti amici trentini. qui nel bellunese
Nel corso del pranzo si è toccato inevitabilmente l’argomento vinario che, ad una certa età, almeno per alcuni, costituisce una sorta di “droga” per dare tono al fisico debilitato dagli anni, tant’è che io, dopo aver ringraziato ma soprattutto elogiato il vino che mi era stato regalato durante la mia prima visita, non ho voluto essere da meno dicendo che avrei voluto ricambiare con vino locale, assolutamente genuino, da me imbottigliato in maniera artigianale, con preghiera di un successivo giudizio. E così feci, facendo mettere da mia moglie sul baule della macchina degli amici, un paio di bottiglioni da due litri, dicendo loro di non far caso del tipo insolito dell’imbottigliamento su contenitori da due litri, ma di prendere atto invece della qualità del prodotto. Seguirono ringraziamenti, baci ed abbracci ed ancora ringraziamenti, via telefono, non appena gli amici furono arrivati nelle loro abitazioni trentine, anche per dirmi che avevano fatto un buon viaggio di ritorno.
Poi uno strano silenzio per un paio di settimane circa, tant’è che, preoccupato, ritenni di rifarmi vivo chiedendo loro come andavano le cose.
Alla risposta avvertii subito una certa stranezza: mi parevano freddi come se io avessi fatto loro uno sgarbo. Cercai di vitalizzare il dialogo facendo ricorso al vino regalato. Seguì un momento di silenzio e poi…una doccia fredda. O Dio, non li avrò mica avvelenati col vino, mi son detto…
Mi risposero subito, con diplomazia, che il vino non era buono e che sapeva di unto, quasi intollerabile all’olfatto come lo è invece il vero odore del vino genuino.
Incredulo, andai nella mia cantina a verificare i bottiglioni rimasti e…tenetevi fermi sulle sedie, era successo che mia moglie aveva scambiato i bottiglioni dell’olio extra vergine di oliva (che mi arriva ogni anno dalla Calabria) con quelli del vino. Guarda caso, erano gli ultimi due bottiglioni rimasti di olio tanto che, per l’emergenza domenicale, dovetti cercare un supermercato aperto per comperare dell’olio per condire l’insalata…dicendo che nella mia casa si consuma troppo olio…e ciò non fa bene alla salute.
Per fortuna i miei amici sono persone molto di spirito e fiduciosi verso il prossimo perché altrimenti, avrebbero potuto pensare che avevo l’idea di mandarli a…. grazie al principio attivo dell’olio.
Una raccomandazione. Alle donne, anche dopo questa mia esperienza, lasciamo fare altre cose…

 

Arnaldo De Porti (Feltre)

 

 

 

 

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piazzascala.it -  giugno 2016