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ACCADDE UN GIORNO A PORTOGRUARO (VE)
CHE UNA VALIGETTA FACESSE I CAPRICCI....

In molti ricorderanno che, anche se non era permesso dalle normative di Bankitalia, che settimanalmente si andasse a fare la cosiddetta “raccolta” dai vari clienti, talvolta sparsi anche ad un centinaio di chilometri dalle filiali della banca, trasformando questo sistema operativo in una sorta di banca mobile. Si partiva al mattino con tanto di valigetta e…”ricevutario volante” che serviva a documentare “sportivamente” di aver ricevuto i soldi per il successivo versamento nelle casse della banca, non appena rientrati dal cosiddetto “giro”.
Ho un buon ricordo di questi giri anche perché, uscire di banca, significava respirare aria diversa rispetto alle solite mura, dentro all’Istituto, ma anche perché si “rimediava” la trasferta con relativo pranzo in posti diversi, ripeto diversi, anche per la necessità di non dare troppo sull’occhio durante l’esercizio di una funzione di una certa pericolosità per il caso che qualche malintenzionato ci combinasse qualche brutto scherzo…
Ebbene, in un giorno di luglio di particolare calura, dopo aver visitato una ventina di clienti ed aver…riempito la valigetta di lire, dollari, marchi, franchi e quant’altro consegnatimi dalla clientela anche delle spiagge limitrofe, decido di entrare in un bar in pieno centro di Portogruaro per bere un qualcosa di fresco, avendo cura di tenere stretta la predetta valigia, la quale, forse per un difetto di chiusura o, molto verosimilmente, per la troppa attenzione che a volte fa succedere il contrario di ciò che si vorrebbe, disgraziatamente si apre spargendo il prezioso “liquido” (non certamente nel vero senso del termine) all’interno del bar, e ciò spargendosi nello spazio di circa un metro di diametro … attorno al seggiolino nel quale ero seduto con il bicchiere in mano per l’assunzione di liquido “diverso” per dissetarmi.
Ovviamente ebbi una prontezza di spirito più veloce della luce per raccogliere il tutto sotto gli occhi impressionati di alcuni, per fortuna pochi, che, assistendo a questa scena invero molto singolare, li ho visti contestualmente strabuzzare gli occhi e mandar giù la saliva…dal desiderio, forse di possedere tanta grazia di Dio
Ma non è stato certamente il fatto in se stesso che mi ha innervosito in quanto, in un batter d’occhio, ho messo tutto al sicuro imprecando contro la valigetta, quanto invece il ragionamento che avranno fatto le persone presenti, forse immaginando di trovarsi di fronte ad uno che aveva appena scassinato una banca… allora il Bancomat non c’era…; a tutto ciò però si è aggiunta la “rogna” di sistemare il denaro sparpagliatosi nella valigetta con le relative “distinte di versamento”… e non è stato facile, anche perché, stranezza del caso, il denaro cresceva rispetto alle distinte stesse. Problema poi risolto individuando in qualche modo il cliente.
Che fare, per fugare ogni dubbio su chi mi ha visto ? Dissi subito , dopo aver guardato con modalità “flash” le loro facce per accertare se potevano essere persone oneste o non (anche ad evitare che mi attendessero fuori dal bar per rapinarmi) , che trasportavo valori per conto della mia società. E la cosa finì lì. Ma successivamente, altri miei colleghi che si sono recati in quel bar, durante altri giri analoghi, sono stati informati con una dovizia di particolari su quanto era accaduto, non solo, ma era stato riferito loro che avevano capito benissimo che ero uno della banca… e non di una azienda qualsiasi.
La realtà è che in quel bar non mi feci più vedere… anche perché nel frattempo poteva essersi sparsa la voce che c’era uno che andava via con una valigetta piena di soldi, realtà che, a volte, fa l’uomo ladro.
In banca non raccontai niente a nessuno, salvo a chi ho portato la valigetta per la sistemazione della serratura che, avendomela venduta, non ha voluto nulla per la riparazione.

Arnaldo De Porti (Feltre-Belluno)