Due libri… sacri  - di Fabrizio Scarpa
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Accade sovente che la realtà superi la fantasia, purtroppo non per l'avverarsi di belle favole nelle quali prevale il “... e vissero felici e contenti!”, ma perché qualcuno partorisce piani diabolici che finiscono per portare “sangue sudore e lacrime”. Il solito pessimismo cosmico? Forse, ma non dimentichiamo che un pessimista altro non è che un ottimista che riesce a vedere oltre il suo naso. Tornando indietro nel tempo un episodio curioso accadde oltre quaranta anni fa in quella che allora era la Banca per eccellenza, seria ed efficiente, istituto di credito che da parecchi lustri non esiste più ma che rimane nel cuore e nella memoria di chi ha avuto il privilegio di viverla. Non ne farò il nome perché chi sa non ha bisogno di etichette e chi non sa può continuare a non sapere. Nella bella e storica sede torinese di quella banca, operava un omino che aveva nelle mani la gestione di due grossi libri tramite i quali attribuiva, manualmente, i codici ai conti correnti, di volta in volta che ne veniva fatta una nuova richiesta, aggiornando con cura e perizia quelle “sacre” pagine. Tutto si svolse tranquillamente per anni, grazie alla meticolosa cura che l'omino aveva di quei preziosi volumi, che custodiva gelosamente e ai quali pochi eletti avevano libero accesso. Ma un giorno, mentre il nostro eroe non era in servizio, per un meritato e dovuto periodo di riposo dal lavoro, successe che un gruppo di giovani colleghi, ai quali con incauta fiducia aveva affidato le sue creature, mise a punto quello che avrebbe dovuto essere un semplice scherzo. Allora non esisteva il “copia e incolla” e usando con perizia le fotocopiatrici prepararono una lettera circolare della Direzione Centrale che annunciava la rottamazione dei due libroni. Pur essendo solo una fotocopia, la lettura di quel documento provocò il panico nell'omino, che di quei due tomi aveva fatto una ragione della sua vita lavorativa. Prima che si potesse porre rimedio al guaio la frittata era fatta, la “circolare” era già finita sul tavolo del Capo del Servizio Esecutivo, e non restava altro che aspettare le conseguenze dell'incauto gesto. Non successe nulla nell'immediato, ma nel giro di un paio di mesi i due libroni furono effettivamente aboliti e l'attribuzione dei codici dei nuovi conti correnti fu demandata ad un cervello elettronico. Mai si seppe cosa provocò la letale decisione, ma il dubbio che la fantasia potesse essere diventata realtà perdura da oltre nove lustri. L'omino, simpatico e ottimo collega, che tuttora gode di buona salute, col tempo riuscì a farsene una ragione, mentre gli autori dell'ignobile congiura restarono sconosciuti e quindi tuttora impuniti.

Fabrizio Scarpa - Torino

 

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