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da DUEMILA E PIU' - aprile 2017 (a cura di Carmelo Profeta)

L’Amico ed ex collega ROSARIO LA DELFA - che ormai è ben noto a chi segue questo giornalino – nterviene questa volta con due “contributi” che lui stesso introduce, con i relativi messaggi dove scrive:

Quando, la mattina, mi accingo a leggere il mio quotidiano sono già pronto ad essere sommerso da brutte notizie.
La politica, l’economia, la cronaca: delitti, femminicidi, minori maltrattati, gente che perde la casa, gente scomparsa, genitori che uccidono i figli, e chi più ne ha più ne metta.
In mezzo a tanto marciume (naturalmente il giornale non c’entra: si limita a dare le notizie) ogni tanto filtra un raggio di luce.
Il mio raggio l’ho trovato, nei giorni scorsi, nella rubrica “Lettere al Direttore” di un lettore che racconta una sua esperienza personale.
La trascrivo pari pari com’è stata pubblicata. Senza commento. Saranno i lettori di “DUEMILA E PIU’” a esprimere, se vogliono, la loro opinione.

AMORE
FEDELTA’ FINO ALLA FINE
Un uomo di 80 anni insiste ogni mattina, con il buono e il cattivo tempo, a portare a sua moglie - colpita dall’Alzheimer - in un ricovero per anziani, la colazione.
Qualcuno gli ha chiesto: “Sua moglie si preoccuperebbe se. un giorno, non venisse a portarle la colazione?” e lui ha risposto: “Lei non ricorda …. Non sa neanche chi sono io, da cinque anni non mi riconosce più”.
Ed ecco l’esclamazione: “Che cosa meravigliosa!
Sta ancora portando la colazione a sua moglie ogni mattina, anche se nemmeno la riconosce”?
L’uomo ha sorriso e ha concluso: “Lei non sa chi sono io, ma io so chi è lei”.
Quindi l’amore, fino in fondo al percorso, anche se accidentato, esiste e resiste a testimoniare la sublimazione di un sentimento vero, forte e radicato.
Questo amore ha una forza capace di superare qualsiasi ostacolo pur di trionfare in tutta la sua tenace caparbietà.
(Da “ lettere al Direttore “ di “Libero”)

SIAMO UN PAESE CHE PROGREDISCE ???
Nelle mie divagazioni che, bontà sua, questo “giornalino” osa pubblicare penso che a buon diritto io possa rientrare, oltre che come “collega Comit” anche come “titolare” quale ex studente del Liceo/Ginnasio N. Spedalieri di Catania. Questa volta parlo da bancario per la parte tecnica e da uomo della strada per il resto.
Ho letto, giorni fa, un orripilante fatto di cronaca che riguarda un bambino di circa sei/sette anni che nella notte di Mosul, sperduto nella strada bombardata, viene intercettato da un soldato iracheno che nota, sotto la sua pancia, un fagotto innaturale. Sotto le bende è fissata una bomba. Arriva l’artificiere e lo tranquillizza.
Gli leva delicatamente prima la tuta, poi la divisa blu (un regalo dello zio !!) nuova fiammante - maglietta e calzoncini - del suo calciatore preferito: Hazard numero 10 del Chelsea. Toglie quel nastro adesivo che avvolge la bomba e, tagliando i fili della batteria, la disinnesca.
Il bambino racconta che lo ha mandato lo zio, uno dei Daesh che è il nome in arabo dell’ Isis.
Non c’è gioia per questo scampato pericolo. Chissà per quanti suoi coetanei è andata anche peggio.
Ho collegato questo fatto a una mia brutta esperienza occorsami negli ultimi anni della mia vita di bancario.
Da quello che segue si capisce che, in ultima analisi, non è che possiamo meravigliarci più di tanto.
Inizialmente può sembrare che si tratti di un discorso tecnico rivolto a un pubblico competente in materia. Ma non è così. La conclusione - amara – deve essere un monito e motivo di riflessione per tutti.
Per spiegare meglio quella mia brutta esperienza devo tornare indietro nel tempo e dovrò dilungarmi un po’ per parlare del Commercio che il nostro Paese intrattiene (o intratteneva) con l’estero.
Cioè : Importazioni ed esportazioni di merci e valute.
Pochi sono a conoscenza, anche parziale, della materia.
La delega da parte della Banca d’Italia autorizzava le banche a gestire, in sua vece, i rapporti con i Paesi esteri.
La nostra Banca, di gran lunga la prima rispetto alle altre, forniva alla propria clientela un servizio molto efficiente per competenza, conoscenza e organizzazione.
Tutti, dai massimi dirigenti via via fino all’ultimo operatore erano molto preparati.
La materia era vasta, la documentazione da allestire alquanto complessa e di non facile Interpretazione.
Nel caso che mi riguarda mi limito a parlare solo di esportazione di merce via mare (nave).
Occorreva una precisa documentazione che garantisse soprattutto la legalità e il rispetto delle norme emanate
dal Ministero del Commercio con l’Estero.
La polizza di carico, firmata dal Comandante della nave, era il documento base.
Seguiva quello assicurativo, la copia del contratto tra le parti etc.
Infine il “BENESTARE BANCARIO” Documento (bianco per le importazioni e azzurro per le esportazioni) che veniva compilato dalla banca con tutte le indicazioni valide per facilitare lo sdoganamento delle merci.
Erano compresi:
Il nome dello spedizioniere
Il nome del caricatore
Il nome della nave
Il punto d’imbarco
La data presunta della partenza
Il punto di sbarco
Il nome del vettore
La descrizione della merce: quantità e qualità, il suo valore e le condizioni di resa.
In calce, il “benestare” veniva firmato da un funzionario della banca che garantiva la veridicità dei dati descritti.
Mi fermo.
Perché ho voluto parlare, così dettagliatamente del “benestare” ?
Perché fu proprio l’esame di un certo benestare, quel giorno di primavera (fine anni 80) che mi procurò uno shock improvviso.
Mi erano pervenuti alcuni moduli da firmare.
La mia attenzione si fermò su uno in particolare quando lessi “la descrizione della merce .”
Mi prese un senso di smarrimento, d’incredulità, di panico e di rabbia.
Non credevo ai miei occhi.
La merce consisteva nell’ esportazione di decine e decine di migliaia di MINE-ANTIUOMO.
Ordigni capaci di far saltare in aria, sbriciolandoli, uomini, donne e bambini innocenti.
Una nave era pronta a salpare da un porto italiano verso alcuni paesi dell’Africa con il suo carico di morte e distruzione.
Chiamai il collega che aveva compilato il benestare e gli chiesi se era possibile che il Ministero avesse autorizzato un simile scempio.
Risposta: tutto regolare; non è il primo invio, né sarà l’ultimo.
Mi rifiutai, nel modo più assoluto, di firmare quel documento di morte e rimasi assorto nei miei pensieri e nelle mie amare considerazioni.
E’ giusto che un paese – autoproclamatosi civile - produca ordigni del genere vendendoli a gente spietata e crudele e sapendo che saranno causa di morte per tanti fratelli?
Siamo talmente ipocriti che prima vendiamo le armi e, quando vengono usate, c’indigniamo …pure.
La vendita di questo genere di merci ??? : aerei, elicotteri, navi, carri armati, cannoni, bombe etc. hanno forse contribuito (o contribuiscono) anche in minima parte al benessere economico e al progresso del nostro Paese ?
Chiediamolo ai poveri che sono in continuo aumento e sono sempre più poveri, alla maggior parte dei pensionati, ai terremotati, a chi non ha un tetto dove poter vivere, a chi dorme in macchina, a chi non ha un lavoro, ai giovani, ai vecchi che quando rientrano dall’ospedale trovano la casa occupata, a quelli che sono “perseguitati “ (sic) dalla “giustizia”.
Continuo?
Non chiediamolo, però, ai politici.
Sono falsi, ladri e bugiardi.
Il grande dizionario Italiano di Aldo Gabrielli così definisce la parola “progresso” :
“Miglioramento delle condizioni di vita di una civiltà, in virtù del grado di sviluppo tecnico, scientifico, morale, politico, economico raggiunto”.
E’ il nostro caso?

ROSARIO LA DELFA - Brescia