RICORDO DI LORENZO

 

Quanti, dei vecchi Comit, lo ricordano e lo hanno avuto come amico. Una volta gli dissi che era 'un terrone convertito' perche' si era milanesizzato pur continuando ad amare la sua Calabria, dove si recava regolarmente per le vacanze, e varcava spesso il confine svizzero dove teneva un'altra casa.

Lo incontrai la prima volta il 2 gennaio 1952, ben sessantacinque anni fa, il primo giorno del mio lavoro alla Comit. Fui subito assegnato al Reparto Estero della Sede di Milano, al grande ufficio al piano terreno del palazzo di Piazza Scala.

Erano i giorni del grande sviluppo del lavoro sull'estero, dopo il lungo stop del periodo bellico. Ogni settimana arrivavano sette o otto nuovi impiegati. Quando io arrivai eravamo gia' oltre 100, con le vecchie scrivanie dal piano ribaltabile che contenevano le macchine da scrivere Remington o Underwood. Il capo, uomo collerico ma in fondo molto umano, si chiamava Muzzi e il suo Vice era Fumagalli. Capi Sezione erano, Cerri, Strada, Naldi, Cividini, Garavaglia, Isella. Due funzionari, Fuga e Sironi, completavano lo staff, diciamo cosi, dirigenziale dell'ufficio.

Nella Sezione di Strada, che si occupava dei pagamenti europei, mi fu assegnata una scrivania accanto a quella di Lorenzo Milanesi e subito ci affiatammo.  Io, di qualche anno piu' giovane, apprezzai subito la sua signorilita' e l'attaccamento al lavoro e ne fui contagiato. Ricordo una sua osservazione nei primissimi giorni e ne restai colpito perche' valorizzava il nostro lavoro, lo rendeva in qualche maniera piu' importante. Mi disse che dovevamo sbrigarci a passare i nostri pagamenti perche' si temeva una svalutazione della Sterlina. Ci demmo da fare.

Lo persi un po' di vista quando fui trasferito e soprattutto nei lunghi anni delle mie trasferte all'estero.

Ma anche lui si trasferi, sia pure nell'ambito della Sede di Milano prima e della Direzione Centrale poi. Lo ritrovai al mio rientro a Milano, nei tardi anni '80. Lui era funzionario dell'Organizzazione Esecutiva, io al Servizio Estero della D.C. in Piazza Scala.

Riallacciammo la nostra vecchia amicizia, come se non fossero passati piu' di trent'anni. Venne a trovarmi un paio di volte con sua moglie e una volta pretese che gli scrivessi la ricetta dei pisarei e faso' (gnocchetti al sugo di fagioli borlotti) che mia moglie aveva preparato per loro.

Ho sempre seguito i suoi interventi sul sito 'piazza scala' e letto i suoi libri con grande piacere.

Addio Lorenzo. O forse arrivederci, chissa'.........

                                                                                              Giacomo Morandi

 

 

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