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il libro firme

filiali Italiane

filiali e rappresentanze estero

In molti, come me, si ricorderanno di quel libro , 4-500 pagine, “Firme Autorizzate”, a copertina bianca con scritte esterne verdi che raccoglieva le firme di tutti i funzionari della Banca Commerciale Italiana, libro che veniva spedito in quasi tutto il mondo. Poi, anche se gli interessati già lo sanno, spiegherò comunque il perché delle spedizioni.
Era invero molto difficile “arrivare” con la propria firma in detto libro in quanto essere lì, con indicazione del grado e appartenenza della Filiale, presupponeva una certa maturità professionale del funzionario volta a rappresentare ed impegnare seriamente la COMIT, sia in Italia che all’estero. Va detto subito che non tutti potevano raggiungere questo bellissimo traguardo professionale; e ciò, non sempre per mancanza di meriti, ma semplicemente perché anche la Banca doveva scegliere in contesti non sempre di facile attuazione, con riferimento a competenze, versatilità della persona, la quale, ma solo “rarissime” volte, non era disponibile a sacrifici connessi con trasferimenti, con problemi legati alle esigenze di famiglia, agli interessi o meno di carriera e quant’altro.
Confesso umanamente di aver provato emozione quando ho visto per la prima volta la mia firma su questo libro che, ora lo posso dire senza apparire narcisista, andavo spesso a…guardare, talvolta non pago della firma che gli uffici competenti avevano scelto fra le tre depositate, in quanto, a mio parere, la scelta era caduta sulla peggiore di quelle apposte. Ma questa era una boutade di natura infantile..rispetto alla sostanza.
Parlare di questo libro richiederebbe molto spazio e soprattutto molto tempo, non tanto per il nome di molti personaggi illustri in esso contenuti, ma anche perché esso era di moltissima importanza a livello nazionale ed internazionale. Non va sottaciuto che esso era scritto in tre lingue: inglese, tedesco e francese e che, ai miei tempi, oltre alle Filiali Italiane, c’erano quelle estere di Abu Dhabi, Chicago, Francoforte sul Meno, Hong Kong, Il Cairo, Istabul, Londra, Los Angeles, Madrid, Barcellona, Comitfrance, Sudameris, New York, Singapore, Tokyo ecc.ecc., oltre alle varie rappresentanze di quasi tutto il mondo.
Vedere poi la propria firma sullo stesso libro in cui c’erano quelle degli Amministratori Delegati, dei Presidenti o dei Direttori Centrali, non era certo cosa…spiacevole, anzi !
Va detto che questo libro, oltre ad essere utile in Italia, costituiva uno strumento efficacissimo per identificare, conoscere e parlare con colleghi di tutto il mondo, come è successo spesso anche allo scrivente prevalentemente impegnato nel contesto estero: Scambi Commerciali, Investimenti, Relazioni Estere, Ufficio Forestieri ecc.ecc..
A cosa serviva questo libro ?
In pratica serviva a tutto. In primis, tenuto conto che esso veniva spedito in tutte le banche del mondo, chi lo riceveva (parlo sempre di banche) aveva la possibilità, anzi la necessità, di controllare se le firme erano quelle conformi a quelle apposte nei documenti spediti e correlati all’interscambio estero (crediti documentari, utilizzi di detti crediti, lettere di credito), negli assegni tratti su banche estere, su determinati titoli e quant’altro. In pratica, per farmi capire con un esempio elementare anche se i colleghi ne sapranno senz’altro quanto me o più di me, se una banca estera riceveva un assegno da parte della nostra Banca, magari appoggiato su di lei, essa controllava, per esempio, se la mia firma o quella di altro collega, erano conformi a quelle depositate nel predetto libro delle firme. Ovviamente, ora non è più così, in quanto, con l’avvento della tecnologia informatica, oggi tutto si risolve quasi in tempo reale. Ed anche senza assegni..
Detto libro, ogni anno veniva ristampato in moltissime copie in quanto esso doveva essere integrato dal nome dei nuovi funzionari promossi nell’anno in corso, mentre venivano cancellati i nomi di coloro che erano andati in quiescenza o avevano lasciato, invero molto pochi, la Banca.
Conservo uno di questi libri e, con vero piacere ed interesse, forse ancora “maggiori” rispetto a quando essi mi servivano per motivi specificatamente professionali, sto constatando che essi servono ancora oggi, eccome !! Infatti, essi mi offrono la possibilità di risentire e sapere dove si trovano tanti colleghi con i quali ho lavorato insieme, non solo, ma - Alfredo Izeta, Patron di Piazza Scala , permettendo - anche per rinfrescare uno spirito di colleganza grazie al quale ci pare di essere ancora lì….sia pur da …”diversamente giovani”.

ARNALDO DE PORTI

 

 

 

 

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piazzascala.it - marzo 2016