mi spiace che ci sia la mia foto, ma la Lambretta è altra cosa… e compensa

 

Questa mattina mi sono svegliato, posto che… abbia dormito, pensando ad un passato che, per quanto difficile a  causa del disastro che aveva lasciato la guerra, vorrei poter riassaporare almeno per un momento. Negli anni 50-60 l’economia stava ripartendo e, nelle case, prendevano posto i primi elettrodomestici che la maggior parte della gente acquistava a rate, poi veniva il televisore che non tutti potevano permettersi per via del costo elevato per cui succedeva che, coloro che volevano assistere, per esempio, ai quiz di Mike Buongiorno nella trasmissione “Lascia o raddoppia”, dovevano spostarsi  o presso una famiglia-amica che disponeva del televisore o addirittura al… cinema ove,  ogni giovedì, prima che iniziasse il film, proiettavano in un grande schermo televisivo detta trasmissione.

Detto questo, ma solo per inquadrare un contesto storico nel quale si viveva allora, ricordo perfettamente quando la “Piaggio” e la “Innocenti” hanno incominciato a produrre rispettivamente la “Vespa” e la “Lambretta”, scooter che anche oggi sogno ad occhi aperti, annettendo loro più valore “intrinseco” di una Porsche o di una Jaguar… dopo averli utilizzati per chilometri e chilometri, a volte ad una media superiore a quella dei treni che transitano oggi dalle mie parti : non ci pensavo un attimo per fare 2-300 km magari per assistere, partendo allora da Venezia, ai vari Coppi, Bartali, Koblet, Robic  ecc. durante le loro scalate ai passi dolomitici, come il Rolle, il Falzarego, Marmolada ecc.ecc   Unico problema: la miscela che, allora da studente, non potevo acquistare per mancanza di lire…. 

E vengo alla Lambretta. Non so se ciò è una sensazione del tutto personale, fatto sta che questo scooter ha suscitato e continua suscitare in me dei sentimenti che, chiamarli  “maniacali”,  costituisce un mero eufemismo. Infatti, anche ora mentre scrivo, ricordare la Lambretta significa per me ritornare ad un passato che, per le sue varie sfaccettature seppur anche di precarietà e disagio post bellico, mi determinava gioia e felicità di vivere. 

Se potessi, non lo nego, metterei ora un esemplare di questo scooter nel mio studio, a lato della scrivania, per ammirarla più di una bella donna  (o quasi, ad evitare commenti…maligni o mancare di rispetto a mia moglie): mi parrebbe infatti  di sentirmi più giovane e di riprendere la corsa verso… Passo Rolle. 

Mi risulta però , salvo che la mia non sia una sensazione sbagliata, che anche un altro collega provi le stesse mie sensazioni se è vero, come in effetti pare da ciò che scrive, che un giorno via mail mi disse :…” togli la foto della Lambretta dal tuo WhatsApp e dal  Desktop perché mi fai arrabbiare dentro….” ed ancora, in questi ultimi giorni… “per perequare i redditi, bisognerebbe tassare le vecchie Lambrette, come la tua…”      commenti questi che giustificano una certa assonanza con l’illustre collega di Rivergaro, a cui devo aver provocato una certa sofferenza…,  per quanto ovvio a dirsi,  un Amarcord  dal sapore “Dolce vita” di Fellini…  

 

ARNALDO DE PORTI (gennaio 2016)

 

 

 

Segnala questa pagina ad un amico




 

 

piazzascala.it - gennaio 2016