UNA MIA CENA NELLA VILLA DI KRUPP AD ESSEN,
FORNITORE DI HITLER... ED ALTRI

Correva l'anno 1970 (?) quando, per una serie di circostanze, in primis il fallimento del mio primo matrimonio durato circa due anni, decisi di attenuare la tensione riveniente da questi casi che, oggi come oggi, sono all'ordine del giorno e non fanno neanche piu' clamore rispetto ad alcuni anni fa, di fare un giretto al nord della Germania, precisamente ad Essen nella Ruhr,  invitato da una graziosissima maestra con la quale avevo fatto lunghe  chiacchierate, anche per... perfezionarmi nella lingua tedesca, durante una sua vacanza al lido di Jesolo.

Sceso dal treno a Monaco di Baviera, detta maestra di nome Jnge, sorella del direttore dell'aeroporto di Dusseldorf, mi imbarco' nella sua Volkswagen bianca cabriolet per accompagnarmi, attraverso un  percorso piuttosto lunghetto, circa 500 km, spalmati pero' su due-tre tappe, nella sua casa di Essen.

Sara' stata l'eta' di entrambi o l'emozione di fare un viaggio di questo tipo in terra straniera, fatto sta che,  pensandoci anche ora, mi pare fosse stato corto, piacevole e per nulla faticoso, anzi ! Vorrei dire addirittura come una corsetta fra Feltre e Milano... anche perche' allora la Germania era ben fornita di autostrade.

All'arrivo un te con biscotti ed un paio d'ore di relax per fugare la stanchezza e subito, in perfetta forma, Jnge mi propone di far visita ad amici che l'avevano invitata per la sera stessa. Ovviamente accetto ed alle 9-10 di sera mi trovo in una villa che ancor oggi mi desta meraviglia, non tanto per la sua struttura architettonica, quanto per la sua gestione-amministrazione di cui parlero' dopo aver raccontato un paio di fatti molto singolari.

Dico subito che, malgrado il relax di qualche ora prima, un maledetto mal di testa non voleva darmi spazio per vivere la serata come mi sarebbe piaciuto.

Mi presentano Arndt Krupp, nome che ricordo perche' abbastanza simile al mio, Arndt lui Arnold io, e per poco non cado dalla poltrona perche' avevo di fronte l'ultimo erede della dinastia dei Krupp, le cui aziende non solo per la produzione dell'acciaio, ma anche e soprattutto per la produzione delle armi che fornivano al Fuhrer Hitler, allora marciavano ancora alla grande.  Capii subito che anche Jnge non era una ragazza qualunque, come quelle che si incontrano in vacanza a Jesolo, ma una personcina con la quale dovevo badare ad un certo faire-play.

Non avevo voglia di cenare per il mal di testa e chiesi una Cibalgina che mi fu portata immediatamente da un medico li presente e, grazie a Dio, il dolore scomparve quasi subito al punto di incominciare a mangiare.

Le pietanze, lo dico ora, mi facevano nausea solo a guardarle tant'e' che, ad un certo punto, visto che in Germania le patate le davano anche in campo di concentramento (anzi solo le scorze), chiesi  un piatto di patate. Me le portarono immediatamente ma tutte scondite. Quando chiesi un po' d'olio e lo misi sopra le patate Inge strabuzzo' gli occhi con risentimenti di tipo gastrico in quanto, molto verosimilmente, nessuno li aveva mai visto mangiare le patate come le volevo io. Ed il mal di testa ritorno' di li a poco in quanto mi era andata via la voglia nemmeno di assaggiare le altre portate, non identificabili per l'occhio italiano.

Ma il bello venne quando chiesi una sigaretta. Con velocita' supersonica vedo arrivare una specie di tabaccheria viaggiante  a rotelle il cui manovratore, anzi manovatrice, mi invita a scegliere fra una cinquantina di pacchetti di sigarette. Presi la prima e sbagliai... e poi non fumai anche perche' non avevo preso i cerini.

Finita la serata, mi offrono anche una stanza da letto per gli ospiti nella quale, in qualche modo, sono riuscito  a mettere in ordine  le mie poche  idee  dopo tutto cio' che era successo durante la cena. Ma la cosa non e' finita li.  Infatti, durante la notte, mi affacciavo alla finestra per ammirare il parco nel quale alcune guardie facevano il loro mestiere, stante lo standing dei personaggi Krupp. E venne mattina quando, sempre alla finestra, scorsi una cameriera che, con una vecchia Mercedes, stava andando a fare le provviste. Rientrata, me la vidi in camera da letto per portarmi la colazione fatta di salumi, yougurt, te, pane nero, croissant vari e varie verdure in aceto... in perfetta linea con le usanze della serata trascorsa poche ore prima con Jnge, alla quale devo aver fatto fare una pessima figura.

Per fortuna, l'invito venne alla sua  ovvia conclusione ed io chiesi ad Jnge di accompagnarmi al treno per rientrare a Venezia. Ma non fu cosi in quanto Jnge volle accompagnarmi fino a Monaco pure lei, questa volta non piu' con la macchina come era successo all'andata, e dopo alcune ore passate a Monaco, io ripartii per Venezia, ove le visite queste volta si erano intensificate in Italia da parte della mia amica maestra fino ad una conclusione dettata dalle leggi che regolano le vicissitudini umane.

Una cosa per finire. Ho capito dopo molto tempo in quale casa e da chi ero stato ospitato.

 

ARNALDO DE PORTI (Feltre)

 

 

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piazzascala.it - aprile 2017