L’altra
sera, cancellando un po’ di vecchie e-mail, ho riletto quella di
Alfredo Izeta che mi portava i saluti di Sergio Gonella. Un
grande personaggio dello sport italiano e mondiale, un grande
arbitro, ma soprattutto un gran signore e mio direttore a La
Spezia quando ero VCSE in quella filiale.
Il fatto mi ha spinto a ricordare moltissimi incontri casuali
con personaggi conosciuti mentre lavoravo per la Comit e giravo
l’Italia.
Ad Innocenzo Monti, che abitava con Lalla Romano in via Brera a
Milano a cinque metri dal mio ufficio. Il ricordo principale è
di quella volta che ho assistito al salvataggio di una signora
in via Manzoni. Monti, nonostante l’età, è riuscito ad
afferrarla e riportarla sul marciapiede prima che un’auto la
travolgesse.
Ad Enrico Cuccia, che incontravo spesso recandomi al lavoro la
mattina. Lui prima di andare in ufficio si recava a messa in San
Carlo, poi andava a bere un cappuccino al bar sull’angolo e dopo
si incamminava verso piazza Scala e via Filodrammatici per
entrare a Mediobanca nella piazzetta che ora porta il suo nome.
A volte c’erano dei giornalisti che lo tampinavano e gli
rivolgevano domande. Lui non li guardava e continuava a
camminare imperterrito. Gli ultimi anni da presidente onorario
di Mediobanca si faceva accompagnare da una signora più giovane
che lo accudiva a tempo pieno.
Ad Indro Montanelli, che incontravo in via Verdi quando ero lì
in ufficio. Me lo ricordo a braccetto con la moglie vestito di
un bellissimo cappotto color cammello.
Ad Enzo Biagi, che incontravo in galleria V.E., in piazza Duomo,
al bar, in farmacia … quando ero in ufficio in via Silvio
Pellico.
A Craxi, che a volte si recava in via Brera nello stesso palazzo
del mio ufficio per le riunioni del PSI milanese del club
Turati, che aveva sede lì nei sotterranei. Un giorno mi sono
anche scontrato con lui involontariamente mentre transitavo
sotto i portici di piazza Duomo, dove manteneva un ufficio; è
uscito improvvisamente dalla porta e mi ha quasi sbattuto a
terra. Si è comunque scusato con un po’ d’imbarazzo.
A Mario Soldati, già molto anziano, che veniva in banca in
piazza Scala. Il direttore gentilmente lo faceva accomodare e
gli evitava la coda allo sportello.
A Carla Fracci, che usciva dalla porta laterale della Scala e si
incamminava poi in via Manzoni. Era bellissima da vedere. Sempre
sorridente, con un passo leggero e veloce che sembrava
continuare a danzare.
A Riccardo Muti, che verso sera dopo le prove d’orchestra usciva
dalla Scala con il suo cardigan blu, attraversava la piazza e si
inoltrava in galleria V.E..
A Gino Bramieri. Parlando con lui mentre lavoravo alla filiale
di Sanremo mi ha raccontato che aveva lavorato in Comit da
giovane. Vestito con la classica divisa da commesso era addetto
ad accompagnare i clienti importanti sull’ascensore riservato di
piazza Scala. A volte si permetteva di raccontare qualche nuova
barzelletta a clienti abituali o ai colleghi, così la sera
quando le ripeteva in un locale milanese era sicuro del
risultato. Poi i risultati erano talmente buoni che la lasciato
la Comit per dedicarsi completamente alla comicità.
Ad Enzo Iannacci, che si presentava regolarmente nell’agenzia
dove aveva il conto per effettuare operazioni. Spesso serio, ma
a volte con qualche frase in dialetto milanese portava sorrisi e
buonumore.
A Luca Cordero di Montezemolo, che in via Verdi si fermava a
parlare al cellulare e con l’altra mano si sistemava i capelli
con un tic ripetitivo e ridicolo.
Alla regina Elisabetta, nell’ultima visita che ha fatto a
Milano.
A Giulio Andreotti, che a Roma recandosi al funerale civile e di
stato di Ugo La Malfa si è fermato di fronte a me davanti a
palazzo Chigi e mi ha chiesto se poteva passare attraverso i
cavalletti che avevano installato per tenere a distanza il
pubblico. Non so perché l’ha chiesto a me, ma sorridendo gli ho
risposto: “ ….Non penso che lei avrà problemi, la faranno
passare senz’altro!”. Mi ha comunque impressionato il fatto che
era più alto di me, nonostante la gobba!
A Sandro Pertini, piccolissimo in confronto ad Andreotti, che a
braccetto con la moglie di La Malfa è uscito a piedi da palazzo
Chigi e si è recato di fronte a Montecitorio per la bellissima
onoranza funebre tenuta da Leo Valiani.
A Bruno Vespa, che da giovane inviato della RAI bazzicava tutti
i giorni fra Montecitorio e palazzo Chigi per intervistare i
vari politici. Il suo modo di fare non mi era comunque
simpatico.
Questi sono i primi che mi sono tornati in mente, ma ne ho
incontrati molti altri; attori, attrici, modelle, cantanti,
scrittori, sportivi, politici, industriali, manager, artisti
vari, che ho incontrato in banca, per strada, al ristorante, al
bar.
A parte i vari personaggi che mi hanno strappato sorrisi,
pensieri o commenti non sempre positivi, devo ringraziare la
Comit. In tanti anni di lavoro mi ha permesso di conoscere bene
la nostra Italia, le città più belle, i monumenti, le vestigia
storiche, le montagne, i mari, le persone, i dialetti, ma
soprattutto i colleghi, che spesso mi invitavano a casa loro o
venivano al ristorante per tenermi compagnia o mi facevano
conoscere altre persone, usanze, cose e luoghi difficili da
scoprire. Nessun viaggio di piacere o di vacanza avrebbe potuto
darmi quello che mi ha dato la Comit!
Roberto Sardi
(febbraio 2016)
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