“CASSOELA” E DOPO SOGNO  

Dopo un’abbondante porzione di “Cassoela”

che si prepara con la verza e le puntine di suino

una cotenna, lardo, e salamelle di “Verzino”,

bevuto un bicchiere, non di Barbera, ma di Colle Moresco

di casa questo pomeriggio io non esco.

Quindi mi metto davanti alla  tivvù

e di fare quel che dovrei non ci penso più.

Ma passati sono due minuti scarsi

che assiso sul divano mi prende nel sonno una catarsi,

scusate, sono vecchietto, e due volte nonno.

Sogno che sono piccoletto e mano nella mano

col mio papà vado allo Stadio di San Siro

a tifare per la squadra che da anni ammiro.

Ha i colori rossoneri e per anni è stata

quella che la Coppa dei Campioni ha conquistata

e ben sette volte ha alzato al cielo il trofeo dalle grandi orecchie

e mica son balle, e mica son fetecchie!

La prima fu a Londra ai tempi di Altafini e di Rivera,

ma prima ancora mi ricordo c’era

il trio GRI-NO-LI a cui successe Juan Schiaffino

ch’era il mio idolo quando ero piccolino.

La seconda l’alzò al cielo con Sormani, Prati, di Alessandria l’Abatino

come lo chiamava il giornalista Gianni Brera

che criticava sempre Bulgarelli, Mazzola ed il Rivera.

Quella seconda coppa certo non fu, come dissero, un grande bluf

perché quel Milan  4 a 1 battè di botto l’Ajax di Cruijff.

La terza la vincemmo a Barcellona con gli olandesi

Rijkaard,  Gullit,  Van Basten e capitan Baresi,

erano quelli i tempi del Mister Arrigo Sacchi

che muoveva i giocatori in campo meglio degli scacchi.

Il Milan ripeté l’impresa l’anno successivo

battendo il Benfica uno a zero

tra il tripudio del popol rossonero.

La quinta – s’era nel  ’94 – alla guida di Capello

la vincemmo contro il “Barca” di Cruijff, mica un fringuello,

ed erano i tempi di Massaro, Savicevic e Desailly.

La sesta coppa venne battendo la Juventus ai rigori

 e per i “Gobbi” non furono gioie ma dolori

ché  grazie alle parate di Dida e al goal di “Sheva” dal dischetto

portammo a casa noi il trofeo prediletto.

Scrissero che quella di Ancelotti  fu la vendetta

sulla truppa bianconera che lasciò in fretta

quando gli coniarono di “eterno secondo” l’etichetta.

L’ultima coppa dalle grandi orecchie la vincemmo nel 2007

e fu quella la nostra  rivincita della beffa di Istanbul

quando Pippo Inzaghi fece due goal al Liverpool. 

La Cassoela  è una pietanza buona ma indigesta

e a mangiarne  tanta sullo stomaco ti resta.

Così però sognai del Milan e fu una festa

ricordarlo vincente almeno in sogno

visto che ora non vince nemmeno una coppa di scalogno.

Sveglio ora sono, e guardo  l’orologio al polso,

ho dormito due ore come un ghiro, un orso.

Ho sognato del Milan, sì ma sul finire

In  rime sparse ve lo voglio dire, e sono reo confesso,

sssttt, fate attenzione, sssttt, lo sto dicendo adesso

ho fatto con Monica Bellucci sesso. 

E qui chiudo queste rime scritte a briglia sciolta

aspettando che mia moglie un’altra volta

mi cucini la “Cassoela”, la mia pietanza preferita,

che mi fa fantasticare e tornare alla vita.

 

 

Antonio  Annunziata    

 

 


 

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piazzascala.it - ottobre 2017