Quella sera Andrea non gustò, come il giorno prima, la cena che gli
aveva lasciato nel frigo Angelina.
Non che non fosse invitante, assolutamente; ma mangiò senza
quell’appetito che il giorno prima gli fece divorare le delizie
della cara e dolce vecchina.
Forse erano state le notizie del TG che lo avevano amareggiato e
preoccupato.
Continuavano a dare aggiornamenti sul disastro di Chemobyl, e la
situazione era assai più preoccupante di ciò che le fonti ufficiali
russe davano al mondo.
Ma quasi certamente a metterlo di malumore furono i ricordi che a
valanga e prepotenti si erano impossessati della sua testa dopo
rincontro con Ester.
Intendiamoci, l’averla rivista gli aveva fatto immenso piacere, ci
mancherebbe!
Si disse che era rimasta la stessa; certo con molti anni in più
sulle spalle, come lui del resto.
Gli anni passano irrimediabilmente.
“Si invecchia!” si trovò a dire a se stesso guardandosi allo
specchio mentre si lavava i denti prima di coricarsi.
Ester l’aveva accompagnata fino al portone di casa sua.
Si erano abbracciati e dato un bacio innocente sulle labbra.
“Ci vediamo domani sera?” fece lei tirandolo per la giacca mentre
già si stava incamminando per fare ritorno alla villa.
“Vieni a casa, alle otto.. .per cena?”
“Mi farà piacere” rispose lui sorridendole.
Quanti ricordi aveva scatenato rivederla.
Era ritornato a vivere quegli anni quando da ragazzi si voleva
essere già adulti ignorando che quando si è vecchi si vorrebbe
tornare ragazzi.
“La vita bisogna saperla godere al tempo giusto!” gli aveva detto la
nonna un giorno quando Andrea si era lamentato con lei perché il
tempo non passava mai e lui si annoiava.
Era stufo poi di sentire la solita cantilena della madre: “Andrea
quando sarai grande potrai fare questo, quando sarai grande saprai
che...quando sarai grande capirai le cose...queste cose da
“grandi”un bambino della tua età non le deve ascoltare..
“Ma quando si diventa grandi?!”
Andrea nella sua innocenza non si rendeva conto di come la vita è
meravigliosa, e come è meraviglioso tutto ciò che è stato creato.
“Le cose che si hanno bisogna gustarle giorno dopo giorno, senza
fretta!”
Pur avendole sotto il naso, come tanti giovani, non le vedeva; e non
vedendole non apprezzava tutte le cose belle che erano lì a portata
di mano: la natura, gli animali, il mare, il cielo.
“Pensa, è una cosa incredibile che tutto è stato creato per noi,
uomini mortali!” diceva nonna Paimira mentre era intenta a
sferruzzare accanto al camino acceso scoppiettante.
“Ma gli uomini non le apprezzano per come dovrebbero!”
Queste erano le verità della nonna.
“ Caro il mio ragazzo, noi siamo fortunati perché abbiamo un tesoro
immenso. Ma nella nostra stoltezza non sappiamo dargli il giusto
valore e, anzi, facciamo a gara per distruggerlo con le nostre manie
di grandezza, le nostre frenesie di ricchezza, per le nostre
pazzie!”
Andrea come molti giovani anche lui dava valore a cose inutili e
sciocche, desiderandone altre che alla sua età e per quei tempi
erano irraggiungibili!
“Guarda proprio il disastro di Chemobyl.” si stava commentando ”Una
Centrale Nucleare è scoppiata sprigionando nubi velenose
sull’Europa...
E ancora non si sa la verità, perché le fonti ufficiali russe non le
dicono, non le vogliono dire.
Tengono tutto segreto...
Si saprà mai quello che è accaduto e come è veramente accaduto? La
gente inizierà a morire per la contaminazione radioattiva, a
centinaia, a migliaia: donne, bambini, uomini...Hanno inviato i
militari nella zona, senza protezione, senza maschere, a mani nude a
scavare tra le macerie...Saranno tutti contaminati...” Scosse la
testa.
Si accese un sigaro e tornò a ricordare.
Nella sua testa confusa tornarono a galla mille pensieri.
E le immagini di un tempo che fu, presero a fare sgomitate
ammassandosi le une sopra le altre.
Poi improvvisamente resettò quei pensieri, e tornò ad Ester che era
stato il suo primo amore.
La loro relazione nacque giorno dopo giorno inconsapevolmente. Si
conoscevano fin da bambini.
A scuola si erano incontrati e tra i banchi avevano fatto amicizia.
All’età di dieci anni senti di volerle bene quando la madre le
raccolse i capelli con delle treccine assai sbarazzine.
Già allora le piaceva per gli abitini graziosi che indossava; la
mamma era la sarta di “Portopozzo” e il padre “Compare Alfio” era
proprietario del negozio di alimentari.
Se volevi mangiare, a quei tempi, da “Alfio” dovevi andare; non
c’era altra scelta.
Ester era diventata la “mascotte” della banda che, capitanata da
quel discolo di Massimiliano, comprendeva Ludovico, Luca e giusto
Andrea che era il più piccolo.
Ester e Andrea erano nati lo stesso giorno, mentre gli altri tre - i
cugini - due anni prima.
In Paese erano conosciuti come la “banda del diavolo”, dove
naturalmente il diavolo era il capo, cioè Massimiliano chiamato
anche “faccia d’angelo”.
Insieme ne avevano combinate di cotte e di crude, tanto che un
giorno i Carabinieri piombarono a casa per lamentarsi con il padre
di Andrea.
Quella volta - era la domenica delle Palme - s’introdussero alla
spicciolata all’interno della scuola.
Massimiliano si era aperto un pertugio attraverso la grata della
finestra della palestra.
Erano passati da un’aula all’altra alla ricerca del..."niente”; solo
per passatempo e per “uccidere” la noia.
Ma mentre Andrea ed Ester, Luca e Ludovico si limitavano a fare
scarabocchi sulle lavagne, Massimiliano forzò la serratura
dell’ufficio del Preside alla ricerca dei registri, soprattutto del
suo su cui, accanto al nome di Massimiliano Botta avrebbe trovato
una sequenza di note di biasimo che avrebbe fatto drizzare i capelli
in testa alla povera madre!
Quando il bidello li sorprese, non gli fu difficile riconoscerli.
“Se vi acchiappo vi stiro la schiena con questa scopa!” gridò il
buon Anselmo agitando la scopa di saggina e tentando di rincorrere
quei “diavolacci”.
Quando riferì l’accaduto al Preside questi denunciò il fatto ai
Carabinieri.
La punizione, severa, giunse puntuale e fu dura; e dopo le cinghiate
che il padre di Andrea distribuì senza risparmiarsi sulla schiena
dei quattro, fu deciso nell’ordinare alle donne di casa: “...e la
sera a letto senza cena per un intero mese!”
Se non fosse stato per Angelina che a notte fonda portava di
nascosto ai tre discoli pane, latte e biscotti non si sa bene come
sarebbe andata a finire.
A quindici anni quando gli ormoni della crescita si fecero sentire,
fu Andrea che, vincendo la sua innata timidezza, chiese ad Ester se
voleva essere la sua “fidanzatina”.
Fu la volta che si appartarono nel prato del vecchio mulino dove,
nascosti da un alto filare di fichi d’india, andavano a fumare.
Lei, Ester, da subito non rispose.
Tenne gli occhi abbassati per un tempo che ad Andrea parve una
eternità.
“Adesso mi dice di no, e sai che figura da cretino che ci faccio!”
pensò il ragazzo dentro di sé.
Ma le sue paure scomparvero quando la ragazza riaprì i suoi occhioni
blu e gettandogli le braccia al collo lo baciò.
E fu un bacio sulla bocca, di quelli veri, con la lingua.
Andrea si sentì smuovere tutto e con vergogna dovette scappare via
perché si bagnò i pantaloni a causa di una eiaculazione precoce.
Dopo quel primo bacio, altri sempre più appassionati, seguirono.
Andavano ad appartarsi sempre allo stesso posto, dietro il vecchio
mulino.
Era Ester l’incaricata a portare le sigarette - Nazionali senza
filtro quasi sempre, eccezionalmente sigarette egiziane ovali -
sgraffignate al padre.
Quella era la scusa ufficiale; in realtà s’incontravano per
pomiciare.
E col tempo lo scambio di “umori” si faceva sempre più
incontrollabile e ardito.
Era il mese di agosto quando Ester lasciò che il “suo” ragazzo le
slacciasse la camicetta e prendesse fra le mani i seni.
Andrea li baciò con passione, succhiando dai capezzoli come fa un
neonato al seno materno.
Anche quella volta il ragazzo dovette interrompersi e scappare a
casa perché si era bagnato nuovamente i pantaloni.
Ma al rapporto carnale, quello vero, quello che fanno marito e
moglie non arrivarono mai.
Il timore di combinarla grossa fu tanto che una sera sulla spiaggia
decisero di comune accordo di non andare oltre limitandosi, nudi, a
toccarsi e masturbarsi.
(fine nona puntata - continua)