Vita vissuta - ovvero Operazione carrello  ....mod. '91

da 17.45 - numero unico Natale 1960

La faccenda ebbe inizio in una splendida mattinata della scorsa primavera.
Il posizionista, emergendo pallidissimo da un cumulo enorme cli schede aggrovigliate, di stampati lunghi, larghi, doppi, semplici, tra un tintinnare cli targhette e fermagli che si sparsero ai suoi piedi, si rivolse al Capo Reparto e con voce velata di pianto represso sbottò - Ma le pare che possa continuare il mio lavoro in questo schifo modo? Questo scassatissimo baracchino - e così dicendo indicò il carrello di posizioni, altrimenti conosciuto come scrivania schedografica - scoppia di roba messa giù e stipata alla meglio. Non so come e dove girarmi, non ho spazio per respirare, tra la colonna che mi preme alle spalle e questo coso che mi si pianta dalla mattina alla sera sullo stomaco. Se mi devo alzare, sono costretto ad un vero e proprio trasloco; se respiro più forte mi si rompono le costole... Lei vede come sono combinato. Ho già riempito di schede tre scatoloni presi in archivio e queste altre, se non me le porto a casa, non so dove ficcarle. Mi aiuti a trovare una soluzione, la prego lei che è tanto comprensivo e dinamico!
Il Capo Reparto si alzò dalla sua scrivania, si aggiustò il nodo alla cravatta e con passo deciso iniziò il sopralluogo. Dal suo sguardo comprendemmo che non aveva argomenti per tappare la bocca al nostro collega con la fatidica frase, del resto sempre buona - Ai miei tempi i giovani avevano meno balle ... ecc. ecc.
Il vecchio ammaccato e scorticato carrello sembrava sul punto di scoppiare , era zeppo sino all'orlo ed ogni tanto qualche scheda scivolava a terra con un « clop » che sembrava un lamento. il Capo Reparto indugiò ancora nell'osservazione, dopo di che si mise, a rapporto col Direttore seguì un ulteriore sopralluogo a due ed i preliminari dell'Operazione Carrello mod. '91 si conclusero con la richiesta telefonica urgente e coraggiosa anzichenò dell'ufficio addetto al Casermaggio.
La reazione del povero posizionista fu immediata. Riprese colorito ed il respiro si fece regolare, mentre la sua fervida immaginazione sognava un nuovo carrello, ampio, moderno, azionato elettronicamente, con pulsanti che permettessero l'immediata localizzazione della scheda necessaria, la compilazione automatica del mod. 250 il saldo esatto ecc.
Con quelle rosee visioni passò un altro mese di naia al solito posto, finchè un mattino di sole, l'unico che quest'anno ci abbia regalato il mese di giugno, vennero quelli del Casermaggio. Erano in tre, armati di metri rigidi e flissibili. Presero misure e contromisure, fecero schizzi, abbozzarono planimetrie in attesa del loro Capo il quale, appena giunto e resosi conti della situazione, andò diritto alla parete ed alla colonna per vedere se cedevano, sia pur di poco. Già, perchè subito dopo la telefonata si era pensato di mettere in opera quel famoso carrello, più grande e non meno vecchio dell'esistente, donato prima della guerra da quel vecchio posizionista andato in pensione. No, la parete e la colonna non si muovevano per un accidente e quindi la cosa doveva essere studiata con più calma. Sarebbero ritornati, disse il Capo dei tre in attesa delle nuove decisioni più specifiche, si poteva intanto spostare questo là, guadagnando un palmo quest'altro quì con un tacco di legno sotto, mentre la porta della cassa, aprendola di lato e chiudendo l'attuale, avrebbe permesso il vantaggio di un altro palmo e mezzo.
Passò un mesetto in attesa del concretarsi degli studi e dei lavori di spostamento, chiusura e apertura di porte, finchè con alto senso di responsabilità il Capo Reparto decise, tutto da solo, di sostituire quel poveraccio di posizionista che stava deperendo a vista d'occhio. (Poi si seppe che la sostituzione era stata determinata dal fatto che il nuovo posizionista era di taglia più piccola ed a conti fatti si era guadagnato ancora un mezzo palmo, complessivamente).
Fatti i lavori di cui sopra e passate le ferie di Agosto furono ancora riprese le misurazioni, controllando accuratamente le planimetrie che l'Ufficio Casermaggio aveva preparato con somma cura e dispendio di energie. Il collega delle posizioni seguiva con trepidazione lo svolgersi della complicata operazione e quando fu annunciato solennemente che una nuova scrivania schedografica sarebbe stata ordinata, per poco non svenne. Ci fu baldoria quella sera, a lavoro ultimato. Si brindò all'avvenimento e sopratutto al Capo Reparto, nostro amato e tempestivo superiore che con acume e decisione aveva dato il via.
Dopo quel brindisi passarono settimane euforiche per tutti, anche se uno solo era direttamente interessato alla faccenda. Col primo venticello autunnale giunse il nuovo carrello. Evviva, evviva !
Per farlo entrare, imballato com'era in enormi cassoni, si dovette smontare una porta, e subito si procedette alla sistemazione.
Il posizionista lo accarezzava con mano lieve, lo guardava con occhi di amante e fremeva dal desiderio di vederlo a posto completamente. Caspita com'era grande e bello!
Improvvisamente il tramestio cessò e tutti trattennero il respiro. Era illusione ottica oppure non entrava nello spazio previsto? Quelli del Casermaggio ritornarono con febbrile energia alle misurazioni, controllarono i disegni e rimasero di legno: la nuova scrivania schedografica l'avevano mandata più grande di ben 10 cm. e quindi... Che si poteva fare, se non entrava? Abbattere la colonna, oppure spostare il muro? Troppo lavoro meglio smontare nuovamente tutto, in attesa di studiare ed approfondire la nuova situazione.
Il primo cliente del pomeriggio vide ancora il vecchio baracchino mod. '91 al suo posto e udì chiaramente il rosario che recitava il posizionista. Ogni tanto lo guardavamo, povero collega mortificato e avvilito, e gli dicevamo sommessamente
Coraggio, amico, non bisogna lasciarsi abbattere dalle avversità della vita. Giungerà la nuova primavera ed il sole tornerà a splendere. Proprio come in quella mattina che vide il nostro fiero Capo Reparto dare il via all'Operazione Carrello mod. '91.

Aldo Granone


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Al momento di andare in macchina la scrivania schedografica dalle misure sballate è sempre là, smontata, in attesa di quella dalle misure buone La triste pioggia di questo fine novembre le tiene compagnia.
1) Nota dell'A., Qualsiasi riferimento a fatti realmente accaduti o persone realmente esistenti, NON E' PER NULLA CASUALE

 

 

 

 

 

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piazzascala.it -  dicembre 2017