La vera storia dell’automobile
da 17,45  (periodico Circolo Ricreativo Comit Genova) - numero unico, Pasqua 1958

 

Generalmente il primo automobile, inteso come mezzo di locomozione mosso dall’impulso di un motore, lo si fa risalire al 1798 ad opera di un francese, tale Cugnot, il quale scottatosi maledettamente con acqua bollente, comprese al volo la potenza del vapore acqueo scaturito dalla pentola che lo ustionò. Appena guarito, si rivolse alla Società per Appannare i Vetri, (società fiorentissima che sino a quel tempo aveva avuto l’esclusività per usare il vapore acqueo) e chiese di poter fare qualche esperimento nuovo.
Dài oggi, dai domani, prova e riprova, si convinse che, ustioni a parte, l’idea non era ancora matura del tutto. Attese la primavera e si comprò un piccolo appezzamento di terreno nel quale seminò in gran segreto la sua idea in bulbo, irrorandola abbondantemente e con tenacia tipica del mezzogiorno della Francia. All’epoca della trebbiatura si accinse a togliere la semi-Idea-bulbo e vi studiò per tutto un inverno. Comprò un carro agricolo di seconda mano e cominciò a girare per il paese spingendolo, dopo di averlo caricato di pentole di acqua bollente che sprigionavano dai coperchi sigillati fischi acutissimi.
Un giorno, stanco morto per aver fatto ventisei giri del paese spingendo il carro fumante, si fermò a riposare in una stradicciola in salita. Come fece per asciugarsi il copioso sudore, il carro privo di freni prese a percorrere senza nessuna spinta la strada in senso opposto, data appunto la pendenza. Un grido esultante squassò il petto del nostro inventore in potenza. Il carro camminava da solo e le pentole saldamente legate emettevano fischi di giubilo, proprio come molto tempo dopo faranno le sirene allorché una nave scenderà in mare. Ecco il problema dei problemi risolto! Il buon Cugnot fu fatto assessore del fischio, ma la sua innata modestia non gli impedì di perfezionare la scoperta. Sempre aiuto e sorretto dalla Società per Appannare i Vetri si buttò anima e corpo per dare gli ultimi ritocchi alla straordinaria invenzione.
Le cronache del tempo non sono molto precise circa quello che successe dopo; nelle moderne enciclopedie si legge soltanto che nel 1798 un certo Cugnot francese di nascita, inventò la prima automobile azionata dalla forza del vapore. Da quell’anno dunque la marcia era cominciata.
Il vapore fu poi chiamato benzina, nafta, petrolio, alcool, olio pesante e mescolanze combustibili diverse. Durante l’ultimo conflitto un discendente del Cugnot scoprì anche il sistema di far andare l’automobile con la legna da ardere, ma la caduta della tirannia troncò sul nascere l’idea.
In Italia la casa costruttrice più grande e potente è la Fiat che prese tale nome soltanto dopo che accurate indagini esperite dai tecnici permisero ai dirigenti di sapere con assoluta certezza che i latini dell’epoca romana erano morti. Direte: ma che c’entrai i latini con la Fiat? Beh, adesso vi voglio metter corrente di una mia scoperta.
Scorrendo anni or sono i testi di scuola, ho avu modo di non capire un accidente di quanto scriver Cesare nel De Bello Gallico o nel De Bello Civi] Una parola però era spesso riportata: Fiat. Esempii ei fiat magna gloria; Caesari fiat di qua; militibus fu di là ecc. Dal che si deduce che sin da allora il prc blema della locomozione meccanica era viva e la Fiat era già stata inventata per la potenza dell’Imper Romano.
Soltanto che il piano ERP era ancora in fase d perfezionamento e quindi i Romani avevano sì inven tato la Fiat, ma non le macchine per fare gli ingra naggi, i fari, i lampeggiatori, l’assale, il differenziali e tutte le altre parti occorrenti ad una normale auto mobile. Tanto è vero che alle sfilate, nelle gare ed il tutte le feste baccanali usavano bighe mono e bi posto, tutte di marca Fiat. Mentre il piano ERP stava sempre più perfezionandosi, la corruzione e gli in trighi fecero cadere l’Impero e della Fiat se ne parie molti secoli dopo.
Caduto perciò in prescrizione il reato di plagio, a Torino sorse poi il moderno complesso di cui sopra.
Come mia deduzione logica quindi, sottoposta all’Accademia dei Lincei e non ancora approvata, direi che l’invenzione dell’automobile risale alla epoca Romana.
Tanto è vero che a pag. 154 del vocabolario Italiano-Latino dei signori Campanini-Carbone, alla voce automobile si legge: veiculum se movens, ossia veicolo che si muove da solo. Come avrebbero potuto conoscere i latini un vocabolo relativo ad una invenzione che normalmente si attribuisce alla fine del 1700?
Anche in questo campo si attende una riforma e per la verità storica deve essere attuata al più presto, con la stessa velocità con la quale il Senato e la Camera legiferano a proposito degli aumenti di stipendio a favore dei poveri Senatori e Deputati.


Veridicus


 

 


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