LE GRANDI INVENZIONI

Fu nel lontano 2543 a.c. che si ebbero i primi fatti che portarono all’invenzione della bucaiola (il suo nome scientifico è: forum facitrix cum culpo de mano). Intatti a quei tempi, pur non essendoci ancora i filobus affollati, i colpi di mano erano frequenti. Il Faraone era brutto e grasso? Con un colpo di mano si rovesciava il governo e si dava il trono a Cleopatra (Nasser non era ancora nato). A Lord « Andrigam » era antipatica la Faraona? Niente paura, altro colpo di mano. Ad un certo punto la cosa degenerò; ci fu allora chi pensò di disciplinare la faccenda dei colpi di mano istituendo una specie di regolamento che riuscisse a frenare questa morbosa forma di manifestazione amichevole od ostile a seconda dei casi.
Ma la cosa non bastò.
Fu Pipino il Breve, della dinastia dei Carolingi, a decretare « L’Annona dei Colpi di Mano », famosa raccolta di legge e decreti che ancora oggi si conserva negli archivi dell’ancor più famosa « Banca di Carlo Martello e Figlio Pipino ».
Egli distribuì a tutti i suoi sudditi, maggiori di sedici anni, una tavoletta di legno di cm. 5 per 10 e una sega. Ad ogni colpo di mano il suddito doveva segare via dalla tavoletta un pezzetto di legno di un cm. quadrato. Dopo avere segato 49 pezzi, gli rimaneva l’ultimo, che, se non intendeva utilizzarlo con un 50" colpo di mano, lo poteva restituire a Pipino il Breve che lo ricompensava lasciandogli in proprietà la sega anziché esigerne la restituzione. Naturalmente razionò le tavolette dandone a ciascun suddito una ogni 10 anni.
I colpi di mano diminuirono sensibilmente, è vero, ma Pipino non vide più una sega di ritorno; la qual cosa lo impensierì. Infatti le casse dello Stato non potevano sopportare la spesa di una sega nuova per ogni nuovo cittadino.
Fu allora che Pipino ebbe una grande, luminosissima idea, che gli fece esclamare la fatidica frase:
« Tutti per uno, uno per tutti! » che ancora oggi è ricordata come una delle più celebri della Storia.
Se era oltremodo oneroso il dotare ogni cittadino di una sega, perchè non stipendiare un solo cittadino dotato di una sola sega che non facesse altro che segare pezzetti di legno a chiunque gliene facesse richiesta? Grandi cervelli! Idee grandi! Ma, ahimè, i. guai non finirono. I colpi di mano diminuirono paurosamente fino a diventare sporadici, ma davanti all’unico « segatore » ufficiale si formò una così lunga fila di popolo da rendersi necessario un ponte aereo per informare quelli in coda su ciò che avveniva in testa. Nessuno lavorava più, nessuno faceva più alla guerra, ed il segatore pretendeva che gli pagassero lo straordinario. « Questo poi no! » disse Pipino il Breve. « Che non si lavori, passi; che non si facciano più guerre, passi; ma che costui pretenda lo straordinario, no!!! Semmai gli mando un rinforzo» concluse in tono conciliante. « Maestà » gli sussurrò all’orecchio un consigliere « Siamo in periodo di ferie, c’è carenza di personale »! « Acc... è vero... eppure costui deve cessare il suo lavoro alle 17 e 45 in punto... Trovato!!! Per accelerare le operazioni, anziché staccare il pezzetto dalla tavoletta farà un buco con un chiodo sul quadratino corrispondente al colpo di mano testé effettuato. Economo... dov’è l’Economo! Ah, siete qui, non vi aveva visto... ritirate la sega a quel signore e consegnategli un chiodo a testa piatta ed un martello ».
« Maestà... il buono?... »
« Sistemiamo prima questa faccenda, poi penseremo al premio della bontà »
« Scusate Maestà... intendevo dire... hem... il buono di prelevamento... »
« Perdiana, è vero... Segretariooo!!! scrivete!: buono di prelevamento per 10 martelli e 10 chiodi... a testa piatta. La richiesta ha carattere di estrema urgenza ».
« Maestà... non ne basta uno? »
« Scrivete come vi ho detto se vogliamo riceverne almeno uno entro l’anno ».
Fu così che nel 753 d.C., a tre anni dalla richiesta, l’Economo consegnò a Pipino il Breve un chiodo ed un martello usato (con patente irriverenza nei riguardi del defunto padre di Pipino, Carlo Martello) che rimpiazzarono l’ormai logora sega, che per l’usura era diventata mezza; e fu così che nacquero i primi buchi. La nascita dell’UITE fu solo più una questione di tempo.
A perfezionare l’invenzione di Pipino il Breve, il Principe Arduino « occhio no », sempre della dinastia Carolingia, mise intorno al chiodo un manicotto, una guida insomma, che migliorò notevolmente il rendimento dell’apparecchio evitando così che ad ogni vigoroso colpo di martello vibrato sul chiodo, questo schizzasse nell’occhio del cliente o ancor peggio altrove, cosa seccante e disdicevole, perchè, essendo il chiodo unico esemplare, occorreva ogni volta organizzare varie squadre di ricerca.
Anche quando cessò il razionamento dei colpi di mano, l’apparecchio inventato da Pipino il Breve rimase con opportune e lievi modifiche (ad esempio il martello fu sostituito dalla mano, a ricordo dei colpi di mano, e la capocchia del chiodo venne convenientemente allargata onde evitare gravi inconvenienti fisici) e fu adottato dalla quasi totalità delle Banche moderne col nome di «Bucaiola» o «Punzone» o « Perforatrice » per costruire sugli assegni circolari o anche su striscioline di carta a mo’ di passatempo, quelle simpaticissime finestrine di diverse forme, dotate di vezzosa anta ribaltabile che, volendo, si può anche staccare, semprechè si riesca ad afferrarla tra le punta di due dita, magari soffiando energicamente dalla parte opposta.

 

R.G.

 

 

 

 

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piazzascala.it -  luglio 2016