CAPITOLO SESTO   

 

A New York era scoppiata la guerra fra bande.
Era accaduto tutto all’improvviso quando due killer mascherati avevano fatto irruzione nella bisca clandestina di Joe Pesci, gestita dal fratellastro Sandy, chiamato Sasà il Balordo.
Avevano sparato all’impazzata ferendo a morte due croupier e fracassando gli arredi del locale e mandando in mille pezzi costose bottiglie di liquori.
Nello stesso istante anche l’amico fidato di Joe Pesci, Billy Mantegna, veniva freddato all’uscita del salone del barbiere nella 10th Street.
Una figura non meglio identificata, vestita di scuro, gli si era parata contro e, dopo averlo chiamato per nome: “Billy Mantegna... carogna!” gli aveva scaricato l’intero caricatore centrandolo alla testa e al petto.
Poi se l’era data a gambe levate lasciando la sua vittima in una pozza di sangue tra le grida dei passanti che colli di sorpresa non erano riusciti a mettersi al riparo.
Era stata la banda dei Maranzano a scatenare la guerra per avere il controllo assoluto del traffico degli stupefacenti.
Due mesi durarono gli ammazzamenti da una parte e dall’altra.
Joe Pesci non era tipo che poteva lasciare passare sotto silenzio un simile affronto; ma siccome era uomo assai prudente non si lasciò trascinare subito dalla sete di vendetta.
Lasciò l’iniziativa alle seconde linee: che si ammazzassero fra loro uomini di poco conto, e piccoli spacciatori di strada!
Lui attese con pazienza che i suoi uomini - sguinzagliati per la città - gli trovassero il nascondiglio di quel verme del Maranzano.
“Al serpente tagliare la testa devi!”
Scoprire dove fosse il suo quartier generale non fu difficile perché il Maranzano non aveva fatto proprio nulla per nascondersi peccando di superbia.
Dato che era uomo amante del lusso e della bella vita, quando decise di aprire le “danze”, si trasferì in compagnia delle sue quattro guardie del corpo - che non lo perdevano di vista neanche quando andava a pisciare - all’Hotel Astoria.
Dalla suite 406 del quarto piano dava le disposizioni del caso.
Joe Pesci fu informato che il Maranzano tutti i martedì e i giovedì riceveva quattro mignotte di alto bordo per farci sesso, mentre il sabato gli faceva visita un certo ceffo sud americano di nome Josè Rodriguez che gli riforniva la droga (di eccellente qualità e a prezzi convenienti).
Ottenere queste notizie a Joe Pesci costò poco più di un migliaio di dollari in mance che distribuì tramite Rosario a cameriere e fattorini dell’Hotel Astoria.
C’era soltanto il giorno della domenica - abitualmente consacrato a Dio da quel “fetuso” - che l’uomo allentava la sorveglianza della propria scorta per recarsi a messa con la sua diletta moglie la quale, per prudenza e per tornaconto di entrambi (pare che anche la signora non si facesse mancare il sesso a domicilio ad opera di giovani ragazzi) abitava in un lussuoso appartamento in altra zona della città.
Il piano fu studiato attentamente per settimane non tralasciando di calcolare ogni movimento e ogni passo dei due e della scorta.
Fu dunque la domenica delle Palme che Joe Pesci decise che era il momento di muoversi.
Furono in quattro ad aspettare che Maranzano e consorte uscissero dalla Chiesa del Sacro Cuore, mentre altri due uomini rimasero in macchina col motore acceso.
Attesero che ebbero salutato il sacerdote e che, appena scesi i venti gradini che separavano la chiesa dalla strada, fossero facile bersaglio L’azione dei quattro uomini fu rapidissima: sollevarono i coniugi Maranzano a forza, e li trascinarono all’interno dell’auto già in movimento.
Furono in pochi ad accorgersi dell’operazione tanto fu fulminea, e  quei pochi sicuramente - se interrogati dalla polizia - avrebbero negato di essere stati presenti.
Quando l’auto giunse al box 220 del porto gli uomini di Joe Pesci fecero scendere i prigionieri portandoli al cospetto del boss. Il Maranzano fu legato ad una sedia, mentre la moglie una bella femmina molto più giovane del marito e dalle forme provocanti - fu spogliata degli abiti e adagiata su un materasso di fortuna.
A turno se la fecero Joe Pesci e Rosario mentre i quattro uomini la tenevano ferma per le braccia.
Il marito, impotente, aveva assistito alla scena agitandosi, grugnendo e bestemmiando.
“..e ora che ci siamo fatti la bella mogliettina pensiamo al marito... a questo fetentone che appena arrivato a “Nuova Yorke” vuole fare prepotenza a me!”
Poi facendo cenno agli uomini di allentare il fazzoletto di stoffa ruvida che gli aveva coperto la bocca, aggiunse:
“Sei prepotente Maranzano, gli amici me lo avevano detto di tenerti d’occhio. Ma con me i prepotenti fanno una brutta fine...Hai visto come si è divertita con noi la tua mugliera?...
Una cosa tua è diventata mia!...Come la vedi questa cosa accussì?
Ti fa stare male, vero?
E’ quello che ho provato io quando tu hai preso una cosa mia... Volevi essere il padrone della zona mia... Male hai fatto... E io mi sono preso una cosa tua!
Ma a lei la cosa non è dispiaciuta... Mai aveva visto un cannuolo siculo accussì grosso... ”
Poi dopo aver soppesato il proprio pene dentro i pantaloni aggiunse: “...non l’ha mai visto né ciucciato!...”
E dicendo l’ultima parola “cucciato” mosse due passi verso il prigioniero che non aveva mai smesso di grugnire e bestemmiare.
Fissò a lungo con occhi di fuoco il Maranzano ancora legato alla sedia a pochi passi da lui.
Poi, dopo averlo sbeffeggiato un’ultima volta, estrasse dalla fodera posta sotto la giacca un revolver munito di silenziatore. Glielo infilò in bocca e sparò due colpi in rapida sequenza.
Sorrise mentre la testa del Maranzano esplose come un’anguria spargendo sangue e pezzi di cervello dappertutto.
Quando Joe Pesci girò sui tacchi per andarsene, si rivolse ai suoi uomini e, indicando con la mano la donna che era ancora nuda legata al materasso, disse: “Ora è tutta vostra!... Divertitevi quanto volete e poi fatela sparire!” Erano le due del pomeriggio quando alla stessa ora nella suite 406 dell’Hotel Astoria altri quattro uomini avevano fatto irruzione sparando all’impazzata alle guardie del corpo del Maranzano che, prese di sorpresa mentre stavano assistendo a una partita di baseball alla TV, non ebbero neanche il tempo di estrarre le loro pistole.
Fatta piazza pulita, i quattro uomini di Joe Pesci uscirono dalla suite con fare indifferente portando con loro tre valigie colme di cocaina del valore di molte migliaia di dollari.



(continua)

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piazzascala.it - agosto 2016