I capelli bianchi della zia Teresa avevano
sempre avuto un buon profumo.
Quando Fiore era piccolo e malaticcio era la suddetta zia ad alternarsi
con la zia Maria al suo capezzale.
Accadeva solitamente nel pomeriggio, verso le quattro, quando la moglie
dello zio Saverio usciva.
E ogni volta, a quell’ora la zia Teresa metteva il broncio alla cognata
mentre la osservava uscire dalla camera da letto del bambino
elegantemente vestita.
Non erano mai andate d’accordo le due donne. Si comportavano come due
gallinelle che si combattevano per avere il dominio sull’unico gallo: lo
zio Saverio.
Maestra di pianoforte la zia Teresa insegnava al Conservatorio.
Solo la mattina la occupava l’insegnamento. Al pomeriggio, fatto il
sonnellino pomeridiano schiacciato sulla poltrona preferita della camera
da letto, accanto alla radio che teneva sempre accesa, si spostava
nell’appartamento del fratello a fare compagnia al “suo” malatino.
“Viene a spiarmi tutti i santi giorni” diceva la zia Maria quando
parlava della cognata con sua sorella al telefono.
“Quando viveva con la madre si trovava la pappa pronta a pranzo e a
cena...
C’era la vecchia che cucinava, faceva la spesa, badava alla casa. Mai
l’ho vista prendere un tegamino in mano per farsi un uovo. Troppa
fatica!...”e qui faceva una breve pausa lasciando che anche la sorella
dicesse la sua.
“Ora che è rimasta sola le preparo il pranzo e a cena è da noi!”
Mentre Fiore si stringeva commosso la zia Teresa, gli parve che lo zio
sorridesse perché contento di vederli riuniti.
Era il suo un sorriso inconfondibile: socchiudeva gli occhi al di sotto
degli occhialini tondi che mai staccava da sopra il naso, e
contemporaneamente alzava il labbro superiore lasciando intravedere i
denti davanti, piccoli, che il fumo del Toscano aveva ingiallito.
Ultimamente aveva ricordato a Carla come
era sorridente lo zio quando aveva fatto da testimone alle loro nozze.
Se ne era parlato una sera al ristorante così per caso, come spesso
accade, quando un ricordo (piacevole) riemerge da un angolo buio della
memoria.
Era accaduto - guarda la combinazione! - il giorno prima che la zia
Teresa gli telefonasse per comunicargli la morte del fratello.
(continua)
piazzascala.it - agosto 2016