CAPITOLO TERZO   

 

L' appartamento degli zii era rimasto quello di sempre.

Appena si entrava e si percorrevano pochi metri del lungo corridoio, subito sulla sinistra trovavi la sala da pranzo con il balcone che si allaccia al giardino interno, e l’angolo cucina con i fornelli col gas di i iltà e la vecchia ghiacciaia.

Appoggiata al muro rientrante, sulla destra, c’era la vecchia credenza clic profumava di pane caldo e pasta, di biscotti e miele.

Alla sinistra del balcone c’era la radio col giradischi col quale lo zio Saverio ascoltava ogni sera le canzoni napoletane cantate da Murolo. Vicino alla radio il divano-letto, e in centro stanza il tavolo col piano m marmo e le quattro sedie laccate di bianco completavano l’arredamento.

A tavola apparecchiata Fiore stava al centro, mentre lo zio Saverio slava alla sua sinistra e la zia Maria a destra per avere più libertà di movimento per andare e venire dalla cucina.

Dopo la sala da pranzo vi era il bagno dai sanitari antichi bianchi (come si usavano una volta) e le pareti rivestite di mattonelle bianche. Più avanti del bagno, sempre sulla sinistra del corridoio, c’era la camera da letto matrimoniale, rigorosamente vietata ai non addetti, mentre di fronte era la cameretta di Fiore con letto, armadio e scrivania.

Sia le camere da letto che la sala avevano il pavimento in legno che profumava di cera, mentre le altre stanze avevano normali piastrelle a quadri colorate.

Lo zio era immobile fasciato nel suo vestito grigio, quello della i lomenica.

Lo avevano disteso sopra la coperta del letto con il rosario stretto tra le dita.

La pelle del viso era pallidamente lucida, e aveva una espressione dolce.

Del resto non poteva che essere così anche da morto! In vita non lo aveva mai visto corrucciato, o con la barba lunga. Era sempre in ordine, profumato, l’espressione paciosa.
“Nella vita ci si deve voler bene. La vita è breve e te ne accorgi quando sei alla fine.” Diceva
“Ricorda ragazzo mio, perdonare non sempre è facile, ma col perdono si risolvono i mali della vita.
Non portare mai rancore a chicchessia, non avere invidia né odio....L’odio è una brutta cosa, ti fa marcire dentro e ti fa compiere brutte azioni!”

 

Era stata la zia Teresa - sorella di Saverio - ad alzarsi dalla sedia posta vicino al defunto per correre incontro a Fiore e Carla.
La zia Teresa da sempre è stata accanto agli zii occupando l’appartamento confinante col loro, c un bel dì reso comunicante da un’apertura abusiva.
Si era fatta ancora più piccola dall’ultima volta che l’aveva vista quattro anni fa.
La zia non era riuscita a trattenere le lacrime, così come Carla.
Fiore, invece, non pianse anche se sentiva un nodo stringergli la gola e gli parve di soffocare.



(continua)

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piazzascala.it - giugno 2016