Durante l’intero volo Carla e Fiore erano
restati senza parlarsi.
Al decollo avevano chiuso gli occhi nella speranza di recuperare il
sonno perduto.
Fiore quando prende l’aereo è sempre teso e al momento del decollo era
solito pregare:
“Signore siamo nelle tue mani, facci arrivare sani e salvi!”
Ma nonostante i tentativi di addormentarsi non ci era riuscito. Stava
già pensando che all’aeroporto si divideranno: Carla andrà a casa perché
aveva preso una settimana di ferie, mentre lui dovrà correre in banca
perché aveva un contratto di mutuo da regolarizzare e non poteva
mancare.
I due lavorano nella stessa banca.
Si erano incontrati proprio in banca a Cagliari quando Fiore vi era
giunto appena promosso Procuratore.
Carla a quei tempi lavorava allo sportello.
Come capita, fu il Destino a farli incontrare una domenica mattina
quando Fiore - era appena sbarcato in terra sarda da pochi giorni - non
sapeva dove andare a sbattere la testa.
In via del tutto temporanea aveva trovato una camera nel centrale Hotel
Italia, proprio dietro via Roma.
Quella domenica era alla ricerca di un ristorante dove pranzare.
Gli avevano parlato molto bene di diversi ristoranti, ma visti i menù
che elencavano una esagerata portata di antipasti a base di pesce li
aveva scartati.
Percorso il Largo fino a Piazzale Yenne, aveva girato a destra per
infilarsi nella altrettanto centrale via Manno.
E proprio girando l’angolo che andò a sbattere contro una ragazza.
“Scusi!” esclamò mortificato “Mi ero distratto guardando...”
“Niente” rispose la ragazza.
La lei era Carla, carinamente deliziosa.
“Ma lei è... tu sei... " balbettò “Una collega!”
“Io sono Fiore Russo”
“Sì, ci hanno presentati. Certo tu non puoi ricordare... quel giorno...
appena arrivato... con tutte le persone da conoscere e le mani da
stringere....”
“E’ vero! Il primo giorno è stato terribile, una confusione di nomi...
per me poi che sono poco fisionomista... un dramma!...”
“Ah, bene!” fece lei un po’ delusa.
“Ma te “ti” ricordo bene... Sei allo sportello se non ricordo male, e ti
chiami Carla!” fece lui convinto di aver colpito nel segno.
“Allora tanto poco fisionomista non sei!”
“Una collega così graziosa non si può dimenticare”
Carla arrossì.
Continuarono a chiacchierare del più e del meno mentre si arrampicavano
lungo via Manno col fiato che si faceva sempre più corto e affannato.
“Ma sono tutte così le strade qua a Cagliari?” domandò Fiore
rivolgendosi alla collega e fermandosi un attimo a rifiatare.
“Più o meno!”
“Chiedo il trasferimento, allora!”
Poi dopo una pausa, disse:
“Sto cercando un ristorante per pranzo. Mi avevano dato una lista di
ristoranti, ma dai menù ho visto che danno troppo da mangiare e oggi
vorrei stare leggero”
“Potrei consigliarti uno vicino casa. Si chiama “Basilio”, si mangia
bene e si spende il giusto”
“E’ perfetto! Mi fai compagnia?”
“Non so... dovrei avvertire i miei”
“Allora ti accompagno a casa. Tu avverti i tuoi genitori che sei stata
invitata a pranzo da un povero e disperato collega che viene da lontano
e si sente tremendamente smarrito , e il gioco è fatto! Fai anche una
buona azione...”
Carla abitava in via Satta a pochi metri da “Basilio”
Salì per avvisare i suoi e per chiedere il permesso di pranzare fuori
con un nuovo collega ancora spaesato appena trasferito da Milano. Era
autunno e ad agosto si sposarono.
(continua)
piazzascala.it - aprile 2018