Carmine Pesci era davvero un
campioncino.
Dal fisico asciutto e muscoloso aveva la sua forza nel gioco di gambe e
nel gancio sinistro.
Da quando poi la “famiglia”lo aveva scoperto tutto prese a filare ancora
meglio senza che l’interessato ne sapesse niente.
Dovunque andasse aveva rispetto.
Il vecchio manager, quello che lo aveva formato, si tolse dal giro
inventandosi una malformazione al cuore che non gli permetteva più di
allenare. Ma per la verità fu uno della “famiglia ”a consigliarlo di
farsi da parte per fare posto ad uno del loro “giro”.
E il loro uomo era tale Tony Santucci, uno che era arrivato quasi a
prendere il titolo di campione del mondo dei pesi welter se sul più
bello non fosse rimasto azzoppato da un proiettile vagante uscendo dal
ristorante Scarpato’s a Coney Island.
Allora si disse che il proiettile che lo aveva raggiunto non era poi
tanto “vagante” ma era stato ben indirizzato dalla canna del fucile di
certo “Dog” Colli ingaggiato dalla famiglia di Roy La Pietra per punirlo
del mancato accordo di truccare un incontro.
Così finì la carriera di Tony Santucci detto “The Evil” (il diavolo).
Ma il nostro uomo non si diede per vinto e rimase nel giro dedicandosi
anima e corpo ad allenare e crescere giovani talenti.
Ora gli era stato consegnato nelle mani questo giovanotto dai capelli
rossi di nome Carmine Pesci con l’ordine di fame un campione.
E la cosa non gli fu difficile da realizzare perché il ragazzo ci sapeva
fare e aveva talento.
Si fissarono incontri, da prima poco impegnativi, tanto perché si
facesse conoscere dalla platea e dalla stampa.
Cinque incontri sostenne nel giro di pochi mesi, e cinque furono vinti
alle prime tre riprese, stendendo gli avversari al tappeto fino al conto
finale!
”Era nato un campione!” aveva titolato nella pagina sportiva il Sun.
Carmine Pesci aveva all’epoca venticinque anni.
(continua)
piazzascala.it - dicembre 2017