Il 22 marzo sono ritornata a casa. Al rientro, non avendo cellulare progredito, non sapevo nulla di cosa era accaduto in Belgio. Ero partita da Marsiglia la mattina degli attentati,mi ero accorta una volta sul treno di ritorno per Roma che avevo preso una valigia sbagliata. Ho fatto di tutto per percorrere indietro la strada e ho ritrovato il mio bagaglio, e ridato indietro l'altro. Ho visto tanta polizia, e tanta polizia che mi diceva "deve capire signora", e di nuovo perquisizioni, e passaggi obbligati: non potevo immaginare cosa era successo.
Sono tornata con la mente a quando ero all'aereoporto Marignane e avevo deciso di sedermi vicino a un arabo giovane e dall'aspetto inquietante, di proposito, per togliermi quella sottile paura e poi lui mi ha chiesto di guardargli la valigia che prendeva un caffè.
Ma scrivo questo post per altre ragioni, per raccontarvi di quando sono arrivata alla stazione di Roma Trastevere, stremata dalle corse precedenti a piedi per l' aereoporto, stanca... e un ragazzino vicino a me mi chiede se avevo un problema, cosa mi era successo e glielo racconto molto brevemente perché non avevo neanche voglia. Poi lui mi dice "ora si rilassi" e mi dice che ha un problema: l'alcool. "Come l'alcool?", chiedo io.
E così Miguel che ha 19 anni, e fa la scuola per odontotecnico (ha perso 2 anni) mi racconta che il fine settimana precedente, per divertirsi ha bevuto tanto, e gli hanno rubato portafoglio post pay e cellulare. Ho iniziato a farlo parlare e intanto gli facevo delle domande, sono venuta a sapere che ha un fratello e una sorella di un altro padre, il suo non l'ha mai conosciuto che sua madre cerca lavoro e forse quella mattina l'aveva trovato, che suo padre non sa neanche chi sia, e poi mi dice sorridendo che quelli come lui, sudamericani, amano divertirsi e bevono e io allora gli ho detto che lui non si era divertito per niente e i sudamericani sanno anche fare musica bellissima e ballare per divertirsi.
Aspettava un amico che poi è arrivato, mi è andato lui a timbrare il biglietto. Mi ha lasciato addosso una tenerezza enorme e l'ho visto così solo come tanti ragazzi... e lui è nato in Italia. Non è come quegli altri, di cui si parla di chiuderli alla frontiera, di cui si teme una qualche parentela con l'Isis, ragazzi che non so quale futuro possano avere.
Oggi che sono tranquilla tranquilla e come in una ovatta di informazioni, apprendo che sono molti ad essere in osservazione, delinquenti comuni e straordinari, tendenzialmente terroristi e probabili attentatori e girano più liberi di noi, poi diventano nuovamente ricercati... E mi ricordano quei mafiosi che abitavano dove erano sempre stati.
Forze dell' ordine europee e mondiali che non sono mai in sincrono, ma in antagonismo feroce, l'impero dell'informatica che non brilla di intelligenza, la Turchia che è diventata il grande contenitore "disumano" di quello che non non possiamo e non vogliamo contenere e Medici Senza Frontiere se ne va: "Abbiamo preso la difficile decisione di chiudere le nostre attività all’hotspot di Moria, sull’isola di Lesbo, a seguito dell’accordo tra l’Unione Europea e la Turchia che porterà al ritorno forzato di migranti e richiedenti asilo dall’isola greca. Continuare a lavorare nel centro ci renderebbe complici di un sistema che consideriamo sia iniquo che disumano. Non permetteremo che la nostra azione di assistenza sia strumentalizzata a vantaggio di un’operazione di espulsione di massa e ci rifiutiamo di essere parte di un sistema che non ha alcun riguardo per i bisogni umanitari e di protezione di richiedenti asilo e migranti."
E come spilli continuano le voci dei cretini a dire che insieme a quelli entrati, ce ne sono tanti che ci faranno saltare in aria, al punto che si parla sempre più di chiudere le frontiere... I "giornalisti" nostrani chiedono agli "ospiti" cosa ne pensano delle lacrime della Mogherini. Invece io ho visto la foto di Andrej Isakovic, un giovane che corre dopo aver cercato di darsi fuoco durante una protesta in un campo al confine greco-macedone nei pressi del villaggio di Idomeni il 22 marzo 2016. Sono stata a trovare i miei figli, che hanno trovato lavoro in Francia, vorrei poterci vivere vicino a loro, perchè la vita vola via e conta quello che abbiamo dentro, come cantava Lucio Dalla... Ciao! E' la colpa di non so di chi

E io trovo solo amore che lotta con chi lo odia, con chi odia la vita e la spezza e decide quando farsi scoppiare in mezzo a tanta gente comune come lo era lui, l'attentatore, magari quando era un ragazzino come quello che ho incontrato e ho fatto a tempo a dirgli grazie per avermi parlato come fossi un'amica, vera. Senza chat.

Doriana Goracci

 

 

 

Segnala questa pagina ad un amico




 

 

piazzascala.it - marzo 2016