CELLATICA BORGO ANTICO

Gli antichi abitanti di Cellatica

 

Chi erano gli abitanti di Cellatica, quali i loro nomi? Si può solo parzialmente rispondere a questa domanda per il passato più lontano. Poco aiutano i documenti più antichi quali le pergamene del monastero di Santa Giulia anche per una ragione molto semplice: non tutti i nomi di famiglia si erano ancora formati e consolidati, processo che occuperà qualche secolo.
Di alcune famiglie antiche quali i Pulusella ed i Sala ci sono notizie che risalgono al Liber Potheris o prima; per le altre, spesso immigrate da altri luoghi, si dispone comunque di fonti completamente attendibili, tra le più importanti:

  • La documentazione fiscale: catasti antichi, registri d’Estimo e polizze d’Estimo, disponibili queste ultime a partire dal 1517 mentre quelle precedenti sono andate perdute. Stranamente sono cinquecentesche quelle pervenute in maggior numero poiché parte di quelle seicentesche, ma soprattutto settecentesche, sono state disperse.
  • I documenti parrocchiali ed in particolare l’Arbor Animarum Familiarum Celiaticele, una sorta di albero genealogico delle varie famiglie di Cellatica dall’inizio del Quattrocento a metà Settecento.
  • L’Archivio del Governo Veneto ed in particolare un registro che porta il titolo “Cives Agrestes habitantes in villis brixianae, qui appellante Nobiles”. Il suo contenuto risulta più chiaro nel titolo esteso che si trova all’interno “Nobiles habitantes in terris Brixianae ante tempus adepti domimi civitatis et territorii Brixiae per illustrem Ducalem Dominium Venetiarum qui non erant inscripti quadris istae civitatis, etiam nobiles habitantes ut supra in tempore praephati illustrissimi domimi” vale a dire “Nobili abitanti le terre bresciane prima dell’avvento del dominio veneto sulla città e sul territorio di Brescia e che non risultavano descritti nelle Quadre di detta città, e anche i nobili abitanti, come sopra, durante l’illustrissimo dominio veneto, naturalmente fino al 1498, anno presunto in cui fu compilato quel registro; in sostanza nobili rurali.
  • La documentazione notarile è varia. Un campo vastissimo che comprende numerose migliaia di documenti la cui disamina anche sommaria richiederebbe almeno un volume. Si tratta della fonte di maggiore importanza per conoscere le famiglie e la storia economica e sociale di una comunità

Oggi si ricorre al notaio per compravendite immobiliari e talvolta per un testamento; nei tempi antichi era invece prassi comunissima rivolgersi a lui per costituzioni di dote, acquisti di animali e beni mobili, regolamento di controversie, contratti di affitto e di investitura nel godimento di beni. Anche la persona di più umili condizioni economiche vi faceva ricorso tanto che erano molto più numerosi che ai nostri giorni, si calcola vi fosse, in media, un notaio ogni seicento persone.

Dal Medioevo in poi si diveniva notai per nomina derivante da un privilegio imperiale concesso ad alcune famiglie (a Brescia ad esempio, i Foresti ed i Ducco godevano del privilegio imperiale di poterli nominare) oppure per pubblico concorso ed esame come nel caso di quelli incaricati dalla Repubblica di Venezia.

Le famiglie rurali di Cellatica delle quali si ha notizia, grazie a quei documenti, riferibili soprattutto al Quattrocento e al Cinquecento, sono:

 

Baldussi

Presente a Cellatica nel 1430. I Baldussi discendono da un Fiorino de Inverardi originario di Monterotondo dal quale originarono le famiglie Baldussi e Fiorini, dal nome dei due figli maschi Baldutius e Fiorinus.

Bedussi

Probabilmente la più antica famiglia di Cellatica, già menzionata nelle pergamene di Santa Giulia, nel 1390. Nel XV secolo era stabilita alla Fantasina. Il capostipite Bertazzolo era a Cellatica nel 1430.

Da un atto del notaio Raimondi Sigismondo del 22 giugno 1599 risultano affittuari delle proprietà di Santa Giulia alla Torricella.


.........segue un lungo elenco di cognomi

 

Naturalmente il numero di famiglie esistenti sul territorio era superiore, vi erano infatti quelle non censite ai fini fiscali e quelle iscritte negli estimi cittadini, solitamente nobili, e poche altre che non apparivano quindi in quei registri.
Venivano inoltre periodicamente redatti dei catasti dove erano indicate in dettaglio le proprietà immobiliari e la loro stima. Quello più antico relativo a Cellatica risale all’anno 1641, seguito da quello del 1713 e del 1737. Erano solo descrittivi, infatti le varie partite venivano individuate con i nomi dei fondi, la loro descrizione e misura, la destinazione d’uso, l’ubicazione e i nomi dei proprietari confinanti. Essi erano soggetti all’approvazione della Vicinìa. I trasferimenti di proprietà erano annotati in appositi registri detti appunto dei Traslati.
Il Catastico di Giovanni da Lezze (podestà veneto di Brescia) del 1610 è praticamente una descrizione generale delle risorse, delle produzioni, del numero degli abitanti e dei fuochi, cioè del numero di famiglie paese per paese della provincia di Brescia.
Solo Napoleone Bonaparte, nei primi anni deirOttocento, fece redigere per la prima volta mappe dettagliate (in scala) sia del territorio che
del nucleo abitato, corredate da un Sommarione, cioè dall’elenco dei proprietari con le rispettive superfici, caratteristiche e destinazioni di ogni partita censita. Anche le autorità austriache prowedettero, a partire dal 1830, a redigere un catasto che si basava essenzialmente su quello napoleonico, ma con maggiori dettagli. Basti pensare che venivano censite anche le singole piante di ulivo e di gelso, i cosiddetti moroni, importanti per l’allevamento del baco da seta allora fiorente.
Il Regno d’Italia unitario continuò in seguito con mappe ed informazioni sempre più precise.

 

Cesare Bertulli - Fiorenza Marchesani Tonoli

 

 

(continua)

 


 

 

 

 

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piazzascala.it -  dicembre 2016