Consulenza fiscale a cura di Pasqualino Pontesi, Dottore commercialista.

Articolo pubblicato su “il Quotidiano del Sud” di domenica 11 marzo 2018


 

Iva e dichiarazione precompilata

 

Scade venerdì 16 marzo il termine per il versamento del saldo a debito derivante dal modello Iva 2018. L’imposta deve essere versata se superiore ad euro 10,33 (10,00 euro per effetto degli arrotondamenti effettuati in dichiarazione). Vi sono tuttavia due possibilità: il versamento rateale, con la prima rata scadente il 16 marzo 2018 e le successive ogni 16 del mese con un massimo di 9 rate, o il pagamento in corrispondenza ai termini previsti per le imposte risultanti dal modello Redditi 2018. Per poter utilizzare il versamento rateale è necessario effettuare anche il pagamento degli interessi pari allo 0,33 per cento mensile. Il saldo a credito derivante dalla dichiarazione annuale Iva può essere calcolato in detrazione nell’anno successivo, utilizzato in compensazione, oppure chiesto a rimborso qualora ne sussistano le condizioni. L’Amministrazione finanziaria ha stabilito che, se il contribuente interessato evidenzia un credito Iva anche nei due esercizi precedenti, ha la facoltà di chiedere il rimborso per un ammontare non superiore alla minore eccedenza dell’Iva detraibile nel triennio. Con provvedimento del 15 gennaio 2018 l’Agenzia delle Entrate ha approvato il modello di dichiarazione annuale Iva 2018 e Iva Base 2018, corredato dalle istruzioni, per la dichiarazione riguardante il periodo d’imposta 2017. I soggetti interessati che intendono richiedere il rimborso del credito Iva devono compilare il Quadro VX della dichiarazione Iva 2018 che, da quest’anno, deve essere presentata telematicamente entro il prossimo 30 aprile.

Dichiarazione precompilata

Diventano sempre più consistenti le informazioni che i contribuenti troveranno quest’anno all’interno della propria dichiarazione precompilata. All’Agenzia delle Entrate sono stati infatti trasmessi i dati riguardanti le spese sostenute per la frequenza degli asili nido. Su queste somme è riconosciuta una detrazione Irpef del 19 per cento, per un importo complessivamente non eccedente a 632 euro annui per ogni figlio e quindi con una detrazione massima di 120 euro a figlio. Altra novità riguarda l’invio dei dati relativi alle erogazioni liberali. Per questi dati la trasmissione all’Amministrazione finanziaria è stata introdotta in via sperimentale e facoltativa per i soli anni d’imposta 2017, 2018 e 2019. Possono scegliere di inviare i dati le Organizzazioni non lucrative di utilità sociali (Onlus), le associazioni di promozione sociale, le fondazioni e le associazioni che hanno come scopo statutario la tutela, la promozione e la valorizzazione dei beni di interesse artistico, storico e paesaggistico, le fondazioni e le associazioni che hanno come scopo statutario lo svolgimento o la promozione di attività di ricerca scientifica, individuate con un apposito decreto ministeriale.<<<<<

 

 

 

 

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piazzascala.it - marzo 2018