Consulenza fiscale a cura di Pasqualino Pontesi, Dottore commercialista.

Articolo pubblicato su “il Quotidiano del Sud” di domenica 20 novembre 2016


Cedolare secca, scadenza in arrivo
 

La cedolare secca è un regime di tassazione sugli immobili locati ad uso abitativo e relative pertinenze in sostituzione dell’Irpef, delle addizionali comunali e regionali e delle imposte di registro e di bollo, ordinariamente dovute sul contratto di affitto. Sul canone di locazione annuo si paga un’imposta sostitutiva, diversa per i contratti a canone libero rispetto ai contratti concordati, anziché tassare il reddito del fabbricato con modalità ordinarie. Vi è pertanto l’opportunità di non far confluire i redditi derivanti dalle locazioni all’interno del proprio reddito complessivo, con il rischio quindi di sottoporli ad una tassazione più elevata considerato che l’Irpef è una imposta progressiva a scaglioni di reddito e che maggiore sarà il reddito dichiarato al Fisco più alte saranno le imposte da pagare ma, invece, di applicare al canone percepito dalla locazione una imposta sostitutiva con una aliquota fissa. E’ possibile optare per la cedolare secca sia per i contratti a canone libero, tassazione al 21%, sia per quelli a canone concordato, tassazione al 10%, purché in questo secondo caso, gli immobili siano ubicati nei Comuni ad alta tensione abitativa o nei Comuni con carenze di disponibilità abitative. La cedolare secca trova applicazione sulle unità immobiliari contraddistinte nelle categorie catastali da A/1 ad A/11 insieme alle pertinenze e con la sola esclusione degli uffici, categoria A/10, negozi, magazzini e tutti gli altri immobili non abitativi. Chi, dunque, ha scelto la cedolare secca deve versare, entro il 30 novembre, il secondo o unico acconto applicando le identiche regole in uso all’Irpef. L’unica differenza consiste nella diversa misura dell’imposta sostitutiva che è fissata al 95% di quella dovuta complessivamente per l’anno precedente. Se l’appartamento è stato concesso in locazione per la prima volta nel corso del 2016, con opzione per la cedolare in sede di registrazione del contratto, l’acconto non è dovuto. In questa ipotesi, l’imposta sui canoni maturati nel 2016 dovrà essere versata nel 2017 a saldo. In generale, per il locatore è più conveniente optare per la cedolare secca piuttosto che per la tassazione ordinaria. Infatti, le aliquote Irpef sono crescenti all’aumentare del reddito e, se si raggiunge un reddito elevato, possono decisamente arrivare molto più in alto rispetto a quelle della cedolare secca. Tuttavia, al di là dei vantaggi, la scelta va ponderata con particolare attenzione perché non sempre si tratta di un’opportunità favorevole considerato che si rinuncia, per l’intera durata del contratto, all’aumento del canone. Per scoprirne la convenienza occorre calcolare quanto si paga di Irpef e quanto si può risparmiare sfruttando gli “sconti” del Fisco. Chi, infatti, fruisce di oneri deducibili e/o detraibili deve verificare se, escludendo dal reddito complessivo l’affitto soggetto a cedolare secca, non perda in tutto o in parte il diritto a fruire di tali sconti.<<<<<

 

 

 

 

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piazzascala.it - novembre 2016