Sergio Solmi tra letteratura e banca

le monografie dell'Archivio Storico Intesasanpaolo

L'ARRIVO A MILANO E L'INQUADRAMENTO ALLA BANCA COMMERCIALE ITALIANA
Solmi fu assunto alla Banca Commerciale Italiana il 14 gennaio 1926 e comincio' a lavorare in Piazza della Scala presso l'Ufficio Legale all'interno del Servizio Stabilimenti Italia. Non era questo il suo primo impiego; egli si era trasferito a Milano dal maggio 1923, poco dopo essersi laureato in giurisprudenza a Torino, e aveva lavorato prima nello studio di un avvocato come stagista, poi in una compagnia di assicurazione e infine presso l'Ufficio Legale di una societa' di commercio granario, che nel settembre 1925 fu chiuso. Rimasto senza lavoro, per Solmi, che si era sposato l'anno prima, si poneva il problema urgente di sostenere la famiglia. Bisognava trovare un'occupazione abbastanza remunerativa con garanzia di stabilita' che lasciasse possibilmente anche un po' di tempo libero per lo studio e la letteratura. Cosi' Solmi nell'ottobre 1925 fece domanda di assunzione alla Banca Commerciale, per iniziativa dello zio Arrigo Solmi, deputato e rettore dell'Universita' di Pavia, che si era rivolto direttamente a Giuseppe Toeplitz, amministratore delegato della Comit. Tra le referenze indicate nella sua domanda, spiccava il nome di Raffaele Mattioli che aveva conosciuto alcuni anni prima a Torino per la comune frequentazione con Gobetti.
L'impatto con la Banca non fu infatti facile per Solmi e l'appoggio di Mattioli fu per lui fin dall'inizio di grande aiuto:
"Confesso che quando entrai nel palazzone di Piazza della Scala, provavo una certa apprensione. Ero stato destinato, su mia richiesta, all'ufficio Legale. I colleghi mi guardarono dapprima con una specie di curiosita' mista di sospetto. Udii a un certo momento il vice-capo dell'ufficio mormorare scherzosamente: un umbro sabello (sono di fatto, ma per caso, nato a Rieti). Tuttavia, presto fraternizzammo. [...] Ma la fortuna, per me, fu di trovarci Mattioli [...] Un Mattioli letterato. Un Mattioli antifascista. Era quello che ci voleva per me [Ricordi su Raffaele Mattioli, in Opere, voi. I, tomo II, pp. 295-296],

La carriera di Solmi si svolse sempre all'interno della Direzione Centrale in piazza della Scala, negli uffici preposti alle funzioni legali che solo nel 1935 formarono per la prima volta un vero e proprio Servizio Contenzioso, strutturato in uffici e sezioni. Nominato nel 1933 procuratore speciale, divenne nel 1942 capo della Sezione II (Consulenza) che forniva assistenza, sia verbalmente sia mediante pareri e note scritte, ai vertici della Banca e ai colleghi degli altri servizi della Direzione e delle filiali. Avanzo' nella carriera ottenendo varie promozioni tra cui, il 23 maggio 1946, quella a condirettore addetto della Direzione Centrale, che comportava il grado di dirigente. Questa nomina veniva cosi' motivata: "Ha portato, con amore di studioso, il contributo del suo ingegno e della sua competenza nella definizione di pratiche di notevole interesse giuridico".

L'incontro con Mattioli -  "Avevo conosciuto Raffaele Mattioli fin dal 1923 [...] in casa di Piero Gobetti, proprio quando accingendomi a lasciare Torino per Milano, mi rivolgevo a Piero per chiedergli se eventualmente non avesse qualche consiglio per un impiego che mi lasciasse un po' di tempo libero per gli amati studi letterari. 'Ecco Mattioli - mi disse Gobetti -, e' l'uomo piu' adatto alla bisogna [...]'. Lo rincontrai poco piu' tardi a Milano, in via Piacenza, in casa della mia nonna paterna, al tempo che facevo il mio primo stage avvocatesco [...]. Avrei dovuto incontrarlo nuovamente nei primi giorni del 1926 alla Banca Commerciale. Lasciata la Camera di Commercio era diventato segretario di Toeplitz. Io ero capitato all'ufficio legale di quella Banca come un uccellacelo smarrito nella bufera. Ritrovarlo fu una festa". [Ricordi su Raffaele Mattioli, in Opere, voi. I, tomo II, pp. 291-292],

 

 

L'ATTIVITA' DELLA SEZIONE CONSULENZA DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE E NEL DOPOGUE
inserite nel testo alcune caricature di Solmi - Solmi raffigura se stesso in frasi celebri:'Taccani - vengo a raccogliere la tua firma' e 'Le frasi celebri illustrate: suonare il commesso! CarloTaccani lavoro' al Servizio Legale dal 1925 al 1962 e la raccolta della firma allude al compito di Solmi di 'vistare' come capo tutti i pareri dei suoi collaboratori (ASI-BCI, Carte personali di Sergio Solmi)

Del lavoro di banca di Solmi, si sono salvate le carte della Consulenza legale dal 1942, proprio all'inizio della sua gestione della Sezione, fino al 1953, testimonianza di un periodo cruciale della storia italiana del Novecento.
La maggior parte del lavoro quotidiano riguardava le comuni operazioni, sia quelle che nel gergo bancario vengono denominate fondamentali (es. apertura di credito, contratto di conto corrente, deposito bancario) sia quelle accessorie (es. il deposito di titoli in amministrazione, il servizio delle cassette di sicurezza). L'esame teorico della questione legale unitamente al taglio pratico-applicativo e' stata una costante della Sezione di Solmi. L'entrata in vigore nell'aprile del 1942 del nuovo codice civile ebbe anch'essa importanti riflessi sull'attivita' della Consulenza, che provvedeva a predisporre adeguati strumenti, rivelatisi di sicuro ausilio per il personale operativo della Banca, nella fase di trapasso dalla vecchia alla nuova legislazione.
Dalla lettura dei suoi pareri e' emerso uno 'stile Solmi', caratterizzato dalla chiarezza dell'esposizione. L'argomentare giuridico e' ridotto all'essenziale, senza eccessivi richiami a sentenze o a dottrina. Oltre alle pratiche seguite personalmente da lui (che si identificavano con la sigla "Smi"), Solmi supervisionava ii lavoro svolto dai suoi vari collaboratori, come Gianfranco Saglio, Renato Repetto, Adolfo Dolmetta e Italo Busetto.
Durante la seconda guerra mondiale, il susseguirsi di tanti avvenimenti, anche tragici, si rifletteva ovviamente sul lavoro della Sezione, che non si limito' a fornire la propria consulenza agli Uffici della Direzione Centrale e alle filiali, ma fu coinvolta in questioni molto piu' drammatiche.
In primo luogo, nelle vicende relative ai dipendenti della Comit di religione ebraica, oltre settanta, che nel novembre 1938 furono "collocati in congedo", ma di fatto licenziati dopo la promulgazione delle leggi razziali. Solmi si occupo' d: persona dopo la Liberazione della pratiche relative alla loro riammissione in servizio. Egli redasse molti pareri per difendere dove possibile i diritti dei cittadini ebrei dal sequestro dei loro beni, soprattutto dal gennaio 1944 con la costituzione dell'EGELI, ente istituito dalla Repubblica Sociale Italiana, che curava la gestione e la liquidazione dei beni ebraici espropriati.
In secondo luogo la Sezione Consulenza fu ampiamente coinvolta nei turbolenti rapporti italo-jugoslavi del dopoguerra, perche' la Comit aveva aperto negli anni Venti tre filiali ad Abbazia, Fiume e Lussinpiccolo, che furono chiuse alla fine del 1948 in quanto situate nelle terre cedute alla Jugoslavia. Numerosi sono i pareri forniti su questa complessa e delicata materia, a partire dal gennaio 1947, molti redatti da Solmi stesso; egli escluse sempre la parastatalita' della Comit e delle altre banche di interesse nazionale che, se considerate banche private, potevano ottenere il rimborso da parte dello Stato dei beni nazionalizzati delle filiali. Solmi sentiva fortemente il dramma dei profughi giuliani e volle fare tutto il possibile per la tutela dei loro diritti. Egli rappresento' la Comit presso l'Associazione Bancaria Italiana (Abi) fino ai primi anni Cinquanta: il risultato piu' significativo di queste riunioni fu l'Accordo interbancario del dicembre 1948 che stabili' le modalita' di rimborso sia dei titoli sia dei conti correnti ai profughi che erano clienti di banche italiane.
Solmi si occupo' infine tra il 1945 e il 1946 delle questioni legate all'epurazione del personale che risultava piu' compromesso col regime fascista. Argomento che aveva affrontato direttamente come membro della Commissione Consultiva sull'Epurazione, creata all'interno del Comitato di Liberazione Aziendale della Comit, di cui era risultato il primo eletto con 1015 voti il 15 maggio 1945, sicuramente grazie all'autorevolezza guadagnata sul campo come militante della Resistenza. Questa Commissione vaglio' la documentazione a carico del personale elencato nelle liste (oltre 200 persone), svolgendo un ruolo moderatore per ridurre gli epurati ai soli casi piu' evidenti. Solmi redasse inoltre diversi pareri su richiesta dell'Ufficio Centrale del Personale della Comit sulla cosiddetta 'legge Nenni' (D.L.L. n. 702 del 9 novembre 1945) che aveva ridotto le categorie dei soggetti sottoposti a epurazione. Questa legge possedeva al suo interno molte norme contradditorie che avevano creato una situazione di incertezza normativa, dando cosi' luogo a molti dubbi di interpretazione, come sottolineo' spesso Solmi nei suoi pareri.
L'attivita' svolta dalla Consulenza fu sempre molto rilevante (nel 1952 furono redatti ad esempio circa 2000 pareri) e tendeva sempre ad aumentare. Solmi fu promosso direttore addetto alla Direzione Centrale nel 1953 e condirettore centrale il 9 aprile 1960, diventando in questo caso anche responsabile del Servizio Contenzioso. Questa fu la svolta finale della sua carriera, per il prestigio che derivava dalla nomina a capo-servizio e per l'indubbio aggravio degli impegni di lavoro come e' sottolineato piu' avanti nella testimonianza di Luigi Betocchi. Il 30 giugno 1967 Solmi ando' in pensione, ponendo cosi' termine ad un rapporto di lavoro con la Banca Commerciale Italiana durato oltre quarant'anni.
Egli stesso lo rievoca: 'Anche l'ufficio legale, dall'anticamera dell'archivio, che era agli inizi, si sviluppo' e si fece sempre piu' importante, fino a diventare un vero e proprio servizio [...] Il mio orizzonte si e' andato ampliando da quel punto di osservazione. Nella Banca ho contratto amicizie affettuose e durature. Ho avuto esperienze di persone e di cose, mi sono allietato per i risultati positivi, ho sofferto per i miei errori e per quelli altrui, mi sono pentito per qualche scatto e provato gioia per le riuscite dei miei colleghi e amici. Ho conosciuto con quel mezzo il mondo del lavoro e il suo carattere di solidarieta' umana. Oggi, da pensionato, il palazzone di Piazza della Scala non m'incute piu' alcun timore. Mi da, anzi, un senso di nostalgia, e passo volentieri a salutare un momento i vecchi amici, magari disturbandoli nelle loro occupazioni. Giunti alla mia eta', si ha il privilegio di accettare, nel bene come nel male, il proprio destino' [Opere, voi. I, t. Il, p. 296].
 

N.d.R.: vi abbiamo presentato due capitoli tratti dalla monografia 'Sergio Solmi tra letteratura e banca; coloro che desiderano l'opera completa possono richiederla all'Archivio Storico Intese Sanpaolo contattandolo attraverso il suo sito web www.archiviostorico.intesasanpaolo.com

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piazzascala.it - gennaio 2017