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  • "le sperequazioni del Fondo Integrativo Intesasanpaolo nei confronti dei pensionati"
  • "solidarietà intergenerazionale: solo a parole ma non con i fatti"
  • "perchè Intesasanpaolo, seduta tra le fonti istitutive, non inteviene per colmare questa lacuna?"

Abbiamo già presentato il collega Antonio De Rosa: come forse ricorderete, si era battuto con successo contro l'assurda decisione di molti CAF di non ammettere in detrazione sul 730 l'aliquota pagata dai colleghi iscritti al Fondo Sanitario per i familiari non a carico, risolvendo così le problematiche nate dai dinieghi in questione..
Da tempo sta lottando per eliminare la più grossa anomalia del Fondo Sanitario Intesasanpaolo: la separazione delle gestioni dei pensionati da quella degli iscritti in servizio che comporta per il personale in quiescenza oneri più elevati e prestazioni sensibilmente più ridotte.
Di seguito trascriviamo integralmente due sue comunicazioni indirizzate al quotidiano Repubblica (affinchè denunci dalle sue pagine l'iniquo  comportamento dell'ente, appoggiato dalle c.d. fonti istitutive, sindacati e, soprattutto, una banca etica - o che quantomeno si autodefinisce tale - come Intesasanpaolo) e al ministro Lorenzin (che, contattata ripetutamente,  dall'alto della sua "poltrona" a tutt'oggi non ha ritenuto l'argomento degno della sua attenzione).
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Lettera al ministro Lorenzin

Roma, 5 marzo 2017
Oggetto: Rapporti Istituzioni/cittadino - Mancate risposte del Ministro della Sanità Beatrice Lorenzin - Sollecito
A tutt'oggi la mia richiesta di chiarimenti del 2014 riproposta con pec del 20 luglio 2016 e sollecitata con pec il 3/8/2016, il 29/09/2016 e il 31/10/2016, quest'ultima indirizzata sia al premier di allora Matteo Renzi che al Ministro "Per la Semplificazione e la pubblica Amministrazione" Marianna Madia, non ha avuto riposta tantomeno un riscontro.Rimanendo perplesso per questo totale silenzio che peraltro conferma quel luogo comune che prevede un interessamento delle Istituzioni solo se l'argomento è portato all'attenzione dell'opinione pubblica tramite i mass media (vds il caso dell'ospedale di Nola che è emerso solo con una drammatica foto), continuo ad insistere nella mia richiesta anche se vengo guardato con diffidenza da tutti (il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin non ti risponderà mai è la frase che mi viene detta sistematicamente).Non è ovviamente il caso di sottrarre tempo ai componenti del Governo, considerata la drammaticità degli eventi recentemente accaduti, ma la questione risale al 2014 e ritengo che il Ministro abbia uno staff a cui affidare la questione. Non trovo così fuori dagli schemi evidenziare e chiedere che il Ministro si pronunci su un particolare aspetto della sanità integrativa che, come si può evincere dalle lettere, ha dei risvolti sociali particolarmente gravi. Le regole e disposizioni del FSI dell'intesa Sanpaolo inducono il pensionato ad abbandonare l'assistenza integrativa (35% quasi ogni anno) riversandosi quindi sulla sanità pubblica.La questione principale riguarda l'esistenza di due categorie di iscritti nel Fondo Sanitario Integrativo del Gruppo Intesa Sanpaolo, con diverse prestazioni dove, per la divisione è stato considerato il discutibile e non logico parametro dello stato sociale dell'iscritto cioè se è in servizio o in pensione.Tutte le regole sono stabilite (come pure lo statuto) dalle Fonti Istitutive cioè dall'Azienda e dalle OO.SS. (che rappresentano solo gli iscritti in servizio) mentre i pensionati sono esclusi dal tavolo. La composizione degli Organi collegiali non rispecchia la platea degli iscritti i cui pensionati sono ca. 25% del totale ma hanno un solo rappresentante del CdA (totale Consiglieri 19 di cui 9 designati dalla Banca e 9 eletti dagli Iscritti in Servizio, 1 eletto dagli iscritti in Quiescenza) e due nell'Assemblea dei Delegati (totale 38 Delegati di cui 18 nominati dalla Banca e 18 eletti dagli Iscritti in Servizio, 2 eletti dagli iscritti in quiescenza). Per proporre un candidato fuori dalle OO.SS. occorre procedere con la raccolta delle firme proporzionale agli iscritti, limitazione che non esiste per i rappresentanti sindacali. Per quanto riguarda poi la trasparenza si pensi che i verbali del CdA sono secretati. A seguito la richiesta di pubblicazione il CdA ha votato compatto la non divulgazione dei documenti. Non esiste alcuna trasparenza sul dibattito interno e sulle decisioni degli Organi Sociali e l'Ente è strutturato in modo che in nessun caso è previsto la possibilità di un intervento dell'associato nemmeno in occasione dell'assemblea annuale per l'approvazione del bilancio come in qualsiasi altra associazione o società (questo perché è stato previsto solo un'assemblea di delegati nominati dalla Banca o eletti su liste sindacali aziendali).Si converrà che qualcosa stride nella struttura e nella gestione e chi è fuori dal "giro" Azienda -Sindacati è completamente isolato. Se poi anche le Istituzioni non danno risposte allora non si riesce più a capire cosa fare. Non vorrei però pensare che per il Fondo Sanitario Integrativo del gruppo Intesa Sanpaolo, con oltre 200.000 iscritti, il più grande d'Italia e tra i maggiori d'Europa, espressione del primo gruppo bancario italiano ci sia un certo riguardo e qualche timore nell'intervenire. Quindi per l'ennesima volta chiedo al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin una risposta circostanziata e dettagliata su quanto richiesto e se, come ritengo, le mie evidenze sono fondate, quali iniziative intenderà prendere per riequilibrare la struttura in un'ottica di equità degli iscritti.
Si allegano le lettere del 20/07/2016 e del 31/10/2016

 

Lettera al quotidiano Repubblica


Roma, 5 marzo 2017
Rapporti Istituzioni/cittadino - Mancate risposte del Ministro della Sanità Beatrice Lorenzin . Fondo sanitario Integrati del Gruppo Intesa Sanpaolo: regolarità della struttura
Gentilissimo Direttore Mario Calabresi, mi permetto di interessarla per una questione a mio parere importante e delicata poiché impatta sulla salute dei cittadini, in particolare su quella dei pensionati che come è noto sono la categoria che hanno più necessità di assistenza sanitaria.
La questione, i cui dettagli si possono evincere dalle lettere allegate, riguarda la sanità integrativa e la sua funzione sociale, più specificatamente il ruolo del Fondo Sanitario Integrativo del Gruppo Intesa Sanpaolo a cui sono iscritto come pensionato. Ma, al di là dell'aspetto peculiare della problematica, Le voglio segnalare l'argomento, forse più interessante dal punto di vista giornalistico, relativo al rapporto del cittadino con le istituzioni. Non vorrei però ribadire quel luogo comune che peraltro immagino è sempre presente nelle segnalazioni e cioè la lontananza delle Istituzioni dal cittadino, anche se questo è comunque una parte della questione. Voglio evidenziare invece che le mancate risposte di chi è a capo di un Ministero potrebbero derivare proprio dall'opportunità di non coinvolgere i "poteri forti" o quanto meno "evitare di intervenire" considerato che è un semplice cittadino a sollevare la problematica. Per contro non posso ritenere che il silenzio del Ministro, su un argomento così delicato e rilevante, derivi dalla sola circostanza che il richiedente è una persona qualunque.
L'argomento centrale della mia richiesta al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin a cui ho inoltrato la prima richiesta nel 2014 poi riproposta con pec del 20 luglio 2016 sollecitata ulteriormente altre due volte sempre in pec, in sintesi riguarda la regolarità della struttura del FSI Intesa Sanpaolo che comprende due categorie di iscritti: "in servizio" e "in pensione". Questi ultimi essendo decisamente penalizzati nelle prestazioni e nelle contribuzioni preferiscono abbandonare il Fondo sanitario (ca. 35% ogni anno come da bilanci verificabili sul sito
http://www.fondosanitariointegrativogruppointesasanpaolo.it/index.jsp?show=archivio&folder=archivio )
riversandosi ovviamente sulla sanità pubblica ed annullando quella funzione sociale che dovrebbe essere alla base di tali enti.
Voglio ancora evidenziare, nell'ambito della percezione che comunque qualcosa stride con la normalità, che i verbali del CdA sono totalmente secretati. A fronte di una richiesta, effettuata proprio da me, di fornire copia di tali documenti, i consiglieri (che sono per metà aziendali e per metà esponenti delle Organizzazioni Sindacali - un solo rappresentate dei pensionati) hanno votato compatti per il diniego alla pubblicazione.
Avendo presente che il Ministro interviene e risponde in genere quando l'argomento è portato all'attenzione dell'opinione pubblica tramite i mass media (vedasi lo "scandalo" del pronto soccorso di Nola emerso per una semplice foto), le chiedo se quanto sopra possa essere oggetto di una analisi giornalistica, anche perché il sospetto che il Fondo Sanitario in argomento, di oltre 200.000 iscritti il più grande d'Italia e tra i maggiori d'Europa, goda, come già accennato, di un certo riguardo, essendo espressione del primo gruppo bancario italiano, non sembrerebbe tanto lontano dalla realtà.
Nel ringraziarla anticipatamente le allego le mie ultime due lettere inviate al Ministro (20/07/2016 e 31/10/2016).

 

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