Lettera
al ministro Lorenzin
Roma, 5 marzo 2017
Oggetto: Rapporti Istituzioni/cittadino - Mancate
risposte del Ministro della Sanità Beatrice Lorenzin -
Sollecito
A tutt'oggi la mia richiesta di chiarimenti del 2014
riproposta con pec del 20 luglio 2016 e sollecitata con
pec il 3/8/2016, il 29/09/2016 e il 31/10/2016,
quest'ultima indirizzata sia al premier di allora Matteo
Renzi che al Ministro "Per la Semplificazione e la
pubblica Amministrazione" Marianna Madia, non ha avuto
riposta tantomeno un riscontro.Rimanendo perplesso per
questo totale silenzio che peraltro conferma quel luogo
comune che prevede un interessamento delle Istituzioni
solo se l'argomento è portato all'attenzione
dell'opinione pubblica tramite i mass media (vds il caso
dell'ospedale di Nola che è emerso solo con una
drammatica foto), continuo ad insistere nella mia
richiesta anche se vengo guardato con diffidenza da
tutti (il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin non ti
risponderà mai è la frase che mi viene detta
sistematicamente).Non è ovviamente il caso di sottrarre
tempo ai componenti del Governo, considerata la
drammaticità degli eventi recentemente accaduti, ma la
questione risale al 2014 e ritengo che il Ministro abbia
uno staff a cui affidare la questione. Non trovo così
fuori dagli schemi evidenziare e chiedere che il
Ministro si pronunci su un particolare aspetto della
sanità integrativa che, come si può evincere dalle
lettere, ha dei risvolti sociali particolarmente gravi.
Le regole e disposizioni del FSI dell'intesa Sanpaolo
inducono il pensionato ad abbandonare l'assistenza
integrativa (35% quasi ogni anno) riversandosi quindi
sulla sanità pubblica.La questione principale riguarda
l'esistenza di due categorie di iscritti nel Fondo
Sanitario Integrativo del Gruppo Intesa Sanpaolo, con
diverse prestazioni dove, per la divisione è stato
considerato il discutibile e non logico parametro dello
stato sociale dell'iscritto cioè se è in servizio o in
pensione.Tutte le regole sono stabilite (come pure lo
statuto) dalle Fonti Istitutive cioè dall'Azienda e
dalle OO.SS. (che rappresentano solo gli iscritti in
servizio) mentre i pensionati sono esclusi dal tavolo.
La composizione degli Organi collegiali non rispecchia
la platea degli iscritti i cui pensionati sono ca. 25%
del totale ma hanno un solo rappresentante del CdA
(totale Consiglieri 19 di cui 9 designati dalla Banca e
9 eletti dagli Iscritti in Servizio, 1 eletto dagli
iscritti in Quiescenza) e due nell'Assemblea dei
Delegati (totale 38 Delegati di cui 18 nominati dalla
Banca e 18 eletti dagli Iscritti in Servizio, 2 eletti
dagli iscritti in quiescenza). Per proporre un candidato
fuori dalle OO.SS. occorre procedere con la raccolta
delle firme proporzionale agli iscritti, limitazione che
non esiste per i rappresentanti sindacali. Per quanto
riguarda poi la trasparenza si pensi che i verbali del
CdA sono secretati. A seguito la richiesta di
pubblicazione il CdA ha votato compatto la non
divulgazione dei documenti. Non esiste alcuna
trasparenza sul dibattito interno e sulle decisioni
degli Organi Sociali e l'Ente è strutturato in modo che
in nessun caso è previsto la possibilità di un
intervento dell'associato nemmeno in occasione
dell'assemblea annuale per l'approvazione del bilancio
come in qualsiasi altra associazione o società (questo
perché è stato previsto solo un'assemblea di delegati
nominati dalla Banca o eletti su liste sindacali
aziendali).Si converrà che qualcosa stride nella
struttura e nella gestione e chi è fuori dal "giro"
Azienda -Sindacati è completamente isolato. Se poi anche
le Istituzioni non danno risposte allora non si riesce
più a capire cosa fare. Non vorrei però pensare che per
il Fondo Sanitario Integrativo del gruppo Intesa
Sanpaolo, con oltre 200.000 iscritti, il più grande
d'Italia e tra i maggiori d'Europa, espressione del
primo gruppo bancario italiano ci sia un certo riguardo
e qualche timore nell'intervenire. Quindi per l'ennesima
volta chiedo al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin
una risposta circostanziata e dettagliata su quanto
richiesto e se, come ritengo, le mie evidenze sono
fondate, quali iniziative intenderà prendere per
riequilibrare la struttura in un'ottica di equità degli
iscritti.
Si allegano le lettere del 20/07/2016 e del 31/10/2016
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Lettera al quotidiano Repubblica
Roma, 5 marzo 2017
Rapporti Istituzioni/cittadino - Mancate risposte del
Ministro della Sanità Beatrice Lorenzin . Fondo
sanitario Integrati del Gruppo Intesa Sanpaolo:
regolarità della struttura
Gentilissimo Direttore Mario Calabresi, mi permetto di
interessarla per una questione a mio parere importante e
delicata poiché impatta sulla salute dei cittadini, in
particolare su quella dei pensionati che come è noto
sono la categoria che hanno più necessità di assistenza
sanitaria.
La questione, i cui dettagli si possono evincere dalle
lettere allegate, riguarda la sanità integrativa e la
sua funzione sociale, più specificatamente il ruolo del
Fondo Sanitario Integrativo del Gruppo Intesa Sanpaolo a
cui sono iscritto come pensionato. Ma, al di là
dell'aspetto peculiare della problematica, Le voglio
segnalare l'argomento, forse più interessante dal punto
di vista giornalistico, relativo al rapporto del
cittadino con le istituzioni. Non vorrei però ribadire
quel luogo comune che peraltro immagino è sempre
presente nelle segnalazioni e cioè la lontananza delle
Istituzioni dal cittadino, anche se questo è comunque
una parte della questione. Voglio evidenziare invece che
le mancate risposte di chi è a capo di un Ministero
potrebbero derivare proprio dall'opportunità di non
coinvolgere i "poteri forti" o quanto meno "evitare di
intervenire" considerato che è un semplice cittadino a
sollevare la problematica. Per contro non posso ritenere
che il silenzio del Ministro, su un argomento così
delicato e rilevante, derivi dalla sola circostanza che
il richiedente è una persona qualunque.
L'argomento centrale della mia richiesta al Ministro
della Salute Beatrice Lorenzin a cui ho inoltrato la
prima richiesta nel 2014 poi riproposta con pec del 20
luglio 2016 sollecitata ulteriormente altre due volte
sempre in pec, in sintesi riguarda la regolarità della
struttura del FSI Intesa Sanpaolo che comprende due
categorie di iscritti: "in servizio" e "in pensione".
Questi ultimi essendo decisamente penalizzati nelle
prestazioni e nelle contribuzioni preferiscono
abbandonare il Fondo sanitario (ca. 35% ogni anno come
da bilanci verificabili sul sito
http://www.fondosanitariointegrativogruppointesasanpaolo.it/index.jsp?show=archivio&folder=archivio
)
riversandosi ovviamente sulla sanità pubblica ed
annullando quella funzione sociale che dovrebbe essere
alla base di tali enti.
Voglio ancora evidenziare, nell'ambito della percezione
che comunque qualcosa stride con la normalità, che i
verbali del CdA sono totalmente secretati. A fronte di
una richiesta, effettuata proprio da me, di fornire
copia di tali documenti, i consiglieri (che sono per
metà aziendali e per metà esponenti delle Organizzazioni
Sindacali - un solo rappresentate dei pensionati) hanno
votato compatti per il diniego alla pubblicazione.
Avendo presente che il Ministro interviene e risponde in
genere quando l'argomento è portato all'attenzione
dell'opinione pubblica tramite i mass media (vedasi lo
"scandalo" del pronto soccorso di Nola emerso per una
semplice foto), le chiedo se quanto sopra possa essere
oggetto di una analisi giornalistica, anche perché il
sospetto che il Fondo Sanitario in argomento, di oltre
200.000 iscritti il più grande d'Italia e tra i maggiori
d'Europa, goda, come già accennato, di un certo
riguardo, essendo espressione del primo gruppo bancario
italiano, non sembrerebbe tanto lontano dalla realtà.
Nel ringraziarla anticipatamente le allego le mie ultime
due lettere inviate al Ministro (20/07/2016 e
31/10/2016). |