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Il collega Rosario La Delfa (Brescia) è in attesa di
ricevere (come oltre un migliaio di altri ex Comit) la famosa "lettera" con cui
il Fondocomit gli segnalerà di andare a ritirare quanto
dovutogli presso una qualsiasi filiale Intesasanpaolo. Premesso che Rosario ha segnalato via PEC il numero di conto corrente della filiale presso la quale è stato spostato d'imperio il suo rapporto (come successo a moltissimi altri a seguito delle continue ristrutturazioni operate al suo interno da Intesasanpaolo), si pone tuttavia delle legittime domande sui motivi di un ingiustificabile ritardo. Da parte nostra anche noi avremmo alcuni chiarimenti da richiedere (anche per conto di tutti colleghi in attesa, compresi altre parecchie migliaia di attivi) in relazione all'arbitrato irrituale e ai conteggi Previnet: 1) la gestione dell'arbitrato è stata affidata al costosissimo studio Ichino/Brugnatelli? a quanto ammonterà l'onorario? 3) il lodo arbitrale che ne scaturirà chiuderà
definitivamente la vertenza o l'arbitrato sarà congegnato in
modo da rendere accessibile un ulteriore ricorso alla Sappiamo che i liquidatori (ma non solo.....) accedono
abitualmente al nostro sito e quindi
verranno a conoscenza dei nostri quesiti e di quelli che si pone Rosario La Delfa (comuni peraltro a tutti i colleghi in
attesa): riteniamo che dato lo "stipendio" (5.000 euro mensili a
ognuno dei tre!) passato loro dai soci le domande meritino
le risposte, che porterebbero via una mezzora del loro prezioso tempo,
risposte che potrebbero inviarci via mail all'indirizzo
piazzascala@gmail.com (previo accordo della
banca che, a quanto si sente dire, ha stranamente ancora un
ruolo di primo piano nella vicenda). Da parte nostra
pubblicheremmo senza commenti la loro replica; se lo
preferiscono, potrebbero inserirla nel sito Fondocomit, sin qui
scarsamente (ed è un eufemismo) utilizzato per informare.... Cari colleghi in pensione, specie gli “ante 98”. Siamo a metà settembre e, a quante pare, nessuno di quelli che aspettano la famosa ”lettera” ha ricevuto il becco di un quattrino. Era stato promesso (nel mese di aprile 2017, ben 5 mesi fa) che il dovuto sarebbe stato erogato entro il mese di luglio. Non solo! A oggi nessuno sa niente e nessun comunicato ci tiene informati. Circola voce che bisogna “pazientare” ancora qualche mese. Ma vogliamo scherzare? Questi Signori – la cui onestà e onorabilità non si mettono minimamente in dubbio – ( ma sono ben pagati) hanno abbassato il cartello “non disturbare il manovratore” come usava nei vecchi tram. Ci devono delle spiegazioni. Invece d'invitare i partecipanti a evitare di fare telefonate e/o email di solleciti o informazioni agli Uffici del Fondo, perché oberati di lavoro, si facciano aiutare da gente più competente o diano l’appalto a qualche Società del ramo ( spendiamo milioni per cause, avvocati e consulenze). Invece di utilizzare il pallottoliere facciano lavorare i computer di nuova generazione che risolvono tali problemi non dico in mesi ma in tempo reale. Chissà, poi, a chi è venuta in mente l’idea dell’invio delle famose “lettere”. Non si faceva prima a fare un bonifico nel conto corrente degli interessati - dove viene accreditata la pensione - presso Banca Intesa ? Come fa la Banca che gestisce milioni di transazioni al giorno a darci la possibilità di conoscere, on line, in ogni momento movimenti, causali, saldi etc sempre aggiornati e sempre disponibili? Sicuramente molti colleghi che si trovano in difficoltà per pensioni minime (per giunta bloccate da quel galantuomo di Monti, seguito a ruota da quel chiacchierone di Renzi) avevano fatto affidamento all’arrivo di quei soldi entro i termini comunicati. Un aiutino tempestivo è sempre ben accetto. Noi i nostri soldi li vogliamo quando siamo ancora in vita. Non vogliamo aspettare. Vogliono forse che moriamo per iniziare lunghissime, costose pratiche burocratiche di successione (ne parla in questi giorni il collega Leo Marchetti) e allungare a dismisura i tempi dei pagamenti? Certo chi ha in mano (fisicamente) il malloppo, che è abbastanza consistente, lo tiene ben stretto e cerca tutte le scuse per non mollarlo facilmente. Penso che tanti colleghi siano la pensino come me. Sono stato duro ma sincero. La pazienza ha un limite. Tanti cari saluti a tutti.
ROSARIO LA DELFA - BRESCIA
Commenti - da Renzo Saitta: Ho letto con molta attenzione quanto scritto su alcuni quesiti posti ai liquidatori del Fondo, nonchè l'accorata lettera del collega La Delfa. Da una lettura più meticolosa,al di là del meritevole impegno del Consdiglio Direttivo di Amici Comit, sorgono alcuni dubbi,in particolare sull'applicazione dell'aliquota da applicare alla tassazione separata. Quest'ultima per avvicinarsi il più possibile al conguaglio deve partire dai redditi dell'anno precedente alla materiale erogazione. Potrebbe essere subito applicata l'aliquota del 20% e attendere il conguaglio da parte dell'Agenzia delle Entrate, come è avvenuto per il tfr e lo zainetto di Fapa o Previsistem per i dirigenti come il sottoscritto. Non sono un fiscalista ma la materia è poco comprensibile per i non addetti ai lavori di questo tipo. Credo che l'iniziativa sia meritevole di attenzione avendo solo ed unicamente lo scopo di fare ulteriore chiarezza. Un caro saluto ai lettori di Piazza Scala. da A.C.: Ringrazio per l'invio della nota del collega Rosario. Solo ora però apprendo che i liquidatori vengono remunerati a 5000 euro mensili ciascuno. Se ciò è vero, ma mi auguro che sia un errore del collega, vorrei sapere chi è stato quel genio che ha contrattato tale remunerazione con i liquidatori che a quanto di mia conoscenza non mi sembra abbiano fatto gran che di lavoro. Oltre a loro PAGHIAMO - perché di nostri soldi si tratta - anche le parcelle degli avvocati per le difese numerose nelle cause sollevate da alcuni pensionati (molte volte usciti con incasso di extra bonus!!). Bei volpini questi ultimi: fanno cause al Fondo pagando i propri avvocati (sebbene tramite associazioni create ad hoc) e poi anche - indirettamente - quelli che siamo costretti a prendere per le difese (queste con i soldi però di TUTTI anche di coloro, come il sottoscritto, che si sarebbero accontentati di quello che doveva arrivare forse senza perdite di tempo inutili). Tornando a noi, propongo che i soldi spesi nelle difese vengano recuperati dai colleghi facenti cause e rivedere, per quanto in tempo, il contratto di remunerazione ai liquidatori dando valenza retrodatata. A presto se ancora rimarrà qualche cosa da dividere.
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piazzascala.it settembre 2017