Prima di riferire come giornalista
sulla serata culturale nella quale il collega GASTONE
PISONI (ex-direttore Comit in pensione) ha proposto con
successo la presentazione di un suo difficile lavoro
letterario a titolo : ' MILLE e NON PIU' MILLE ',
vengo istintivamente preso dalla voglia di caratterizzare
la sua persona mutuando i tratti da un elegante, corretto,
pacato ed educato giornalista della Rai al quale per
eleganza, educazione professionale sia pur in un diverso
contesto, quello bancario, Gastone Pisoni, a mio avviso
andrebbe tout court accostato. Infatti, se vuoi anche per
devianza professionale dopo il mio passaggio dalla banca al
giornalismo, il modo di porsi di fronte agli altri di
Gastone, mi ha sempre richiamato Luciano Rispoli, persona
pacata e cortese che aveva dato un' impronta di educazione
alla televisione italiana, esattamente come faceva ed ha
fatto Gastone in ambito bancario, sia nei confronti dell'
istituzione 'banca' nella quale ci ha visti impegnati
per decenni nelle varie filiali italiane, ma anche verso
tutti i colleghi di qualsiasi ordine e grado.
Affrancato da questo mio desiderio istintivo sul conto dell'
autore del libro, passo al dunque.
Giovedi' 3 novembre 2016, presso il Centro Culturale
Candiani di Mestre, presentato da Edoardo Pittalis,
importante esponente del Gazzettino di Venezia e dallo
stesso titolare della Corbo e Fiore Editori, l' amico
Gastone Pisoni ha proposto un suo interessante lavoro che,
tenuto conto della sua pregressa e singolare collocazione
storica, ha sicuramente richiesto un grande impegno, forse
impensabile per molti di noi, anche se 'allenati' nella
scrittura, ma soprattutto impegnativo al massimo nella
ricerca non facile degli eventi storici. Dico subito che,
essendo in questo momento combattuto fra l' esigenza
giornalistica di dare velocemente la notizia e l'
impossibilita' di leggere e commentare contestualmente un
libro di 270 pagine (cosa che faro' al piu' presto) sono
costretto a raccontare solo quel po' che ho sentito
durante l' incontro per la presentazione.
Il libro, se vuoi anche suffragato dalla fantasia dell'
autore, ma non per questo surreale rispetto alla storia che
ha contraddistinto soprattutto gli ultimi anni del primo
millennio dell' alba di Venezia con protagonisti come il
Doge Pietro Orseolo II , rende l' idea sull' evolversi di
un periodo che da l' avvio allo sviluppo della citta', anche
attraverso vari commerci che, alla rinfusa e senza regole,
si erano insediati allora nell' attuale centro storico. Non
per niente l' autore parla infatti di 'alba di Venezia'.
La laguna veneziana allora era stretta fra due potentissimi
stati ed era necessario decidere se restare nell' ambito
dell' impero romano, divenuto greco, che dominava il mare, o
sottomettersi a quello germanico, che signoreggiava sull'
intera terraferma che includeva anche Mestre ed Aquileia,
come scrive l' ex collega Marino Zorzi, Direttore della
Biblioteca Marciana di Venezia e (ndr) mio collega degli
anni 60 presso la Segreteria di Direzione della Banca
Commerciale Italiana, da cui rassegno' poi le
dimissioni per passare appunto alla Marciana.
Oltre alla storia raccontata in questo libro, scritta in
maniera chiara e gradevole, esiste anche qualche iniezione 'pruriginosa'
sugli aspetti personali del Doge Orseolo, realta'
questa che riesce a stemperare un po' la serieta'
degli argomenti.
Come ho detto durante la presentazione, in aggiunta ad altri
interessanti interventi, in primis quello di Edoardo
Pittalis, si tratta di un libro-documento-romanzo storico di
alto profilo che suscitera' senz' altro l' interesse di chi
avra' la fortuna di leggerne il contenuto, stante anche lo
stesso profilo dell' autore. Non per niente, la mia assoluta
certezza sulla validita' di quest' opera letteraria,
si basa anche su precedenti letterari di Gastone Pisoni,
come per esempio, La Laguna di Marzial, realta' che, per la
sua straordinaria tattilita' descrittiva con riferimento
alle isole di Venezia, come ho detto anche durante la
presentazione, e' capace di far sentire persino gli odori
della laguna, il battito dei remi sull' acqua, il
cadere delle foglie e quant' altro come se, ad oltre
cento chilometri di distanza fra il bellunese (ove abito) e
la laguna stessa esistesse una sorta di dicotomia geografica.
E proprio qui sta la capacita' letteraria dell' autore:
far vivere da vicino la realta' che egli descrive anche se
il lettore e' lontano. Come e' successo e succede allo
scrivente leggendo le sue opere.
Grazie pertanto a Gastone Pisoni. Sara' mia cura, non
disgiunta dal piacere di farlo, di ritornare su questo libro
non appena avro' avuto la possibilita' di leggerlo,
magari facendo un' appendice a questo stesso articolo.
Seguono foto della serata.
ARNALDO DE PORTI (Belluno-Feltre)
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