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piazzascala.it - novembre 2016
Mille e non piu' mille: il Doge Pietro Orseolo e l' alba di  Venezia

Prima di riferire come giornalista  sulla serata culturale  nella quale  il collega GASTONE PISONI  (ex-direttore Comit in pensione)  ha proposto con successo la presentazione di un suo difficile lavoro letterario a titolo : ' MILLE e NON PIU'  MILLE ',  vengo istintivamente preso dalla  voglia  di caratterizzare la sua persona  mutuando i tratti da un elegante, corretto, pacato ed educato giornalista della Rai al quale per eleganza, educazione professionale sia pur in un diverso contesto, quello bancario,  Gastone Pisoni, a mio avviso andrebbe tout court  accostato.  Infatti, se vuoi anche per devianza professionale dopo il mio passaggio dalla banca al giornalismo, il modo di porsi di fronte agli altri di  Gastone,  mi ha sempre richiamato Luciano Rispoli, persona pacata e cortese che aveva dato un' impronta di educazione alla televisione italiana, esattamente come faceva ed ha fatto Gastone in ambito bancario, sia nei confronti dell' istituzione 'banca'  nella quale ci ha visti impegnati per decenni nelle varie filiali italiane, ma anche verso tutti i colleghi di qualsiasi ordine e grado.
Affrancato da questo mio desiderio istintivo sul conto dell' autore del libro, passo al dunque.
Giovedi' 3 novembre 2016, presso il Centro Culturale Candiani di Mestre, presentato da Edoardo Pittalis, importante esponente del Gazzettino di Venezia e dallo stesso titolare della Corbo e Fiore Editori,  l' amico Gastone Pisoni ha proposto un suo interessante lavoro che, tenuto conto della  sua pregressa e singolare collocazione storica, ha sicuramente richiesto un grande impegno, forse impensabile per molti di noi, anche se 'allenati' nella scrittura, ma soprattutto impegnativo al massimo nella ricerca non facile degli eventi storici.   Dico subito che,  essendo in questo momento combattuto fra l' esigenza giornalistica di dare velocemente la notizia e l' impossibilita' di leggere e commentare contestualmente  un libro di 270 pagine (cosa che faro' al piu' presto) sono costretto a raccontare solo quel po'  che ho sentito durante l' incontro per la presentazione.
Il libro, se vuoi anche suffragato dalla fantasia dell' autore, ma non per questo surreale rispetto alla storia che ha contraddistinto soprattutto gli ultimi anni del primo millennio dell' alba di Venezia con protagonisti come il Doge Pietro Orseolo II ,  rende l' idea sull' evolversi di un periodo che da l' avvio allo sviluppo della citta', anche attraverso vari commerci che, alla rinfusa e senza regole, si erano insediati allora nell' attuale centro storico. Non per niente l' autore parla infatti  di 'alba di Venezia'.
La laguna veneziana allora era stretta fra due potentissimi stati ed era necessario decidere se restare nell' ambito dell' impero romano, divenuto greco, che dominava il mare, o sottomettersi a quello germanico, che signoreggiava sull' intera terraferma che includeva anche Mestre ed Aquileia, come scrive l' ex collega Marino Zorzi, Direttore della Biblioteca Marciana di Venezia e  (ndr)  mio collega degli anni 60 presso la Segreteria di Direzione della Banca Commerciale Italiana, da cui rassegno'  poi le dimissioni per passare appunto alla Marciana.
Oltre alla storia raccontata in questo libro, scritta in maniera chiara e gradevole, esiste anche qualche iniezione 'pruriginosa' sugli aspetti personali del Doge Orseolo, realta'  questa che riesce a stemperare un po'  la serieta' degli argomenti.
Come ho detto durante la presentazione, in aggiunta ad altri interessanti interventi, in primis quello di Edoardo Pittalis, si tratta di un libro-documento-romanzo storico di alto profilo che suscitera' senz' altro l' interesse di chi avra' la fortuna di leggerne il contenuto, stante anche lo stesso profilo dell' autore. Non per niente, la mia  assoluta certezza  sulla validita' di quest'  opera letteraria, si basa anche su precedenti letterari di Gastone Pisoni, come per esempio, La Laguna di Marzial, realta' che,  per la sua straordinaria tattilita'  descrittiva con riferimento alle isole di Venezia, come ho detto anche durante la presentazione, e' capace di far sentire persino gli odori della laguna, il battito dei remi sull'  acqua, il cadere delle foglie e quant'  altro come se, ad oltre cento chilometri di distanza fra il bellunese  (ove abito) e la laguna stessa esistesse una sorta di dicotomia geografica. E proprio qui sta la capacita'  letteraria dell' autore: far vivere da vicino la realta' che egli descrive anche se il lettore e'  lontano. Come e' successo e succede allo scrivente leggendo le sue opere.
Grazie pertanto a Gastone Pisoni.   Sara' mia cura, non disgiunta dal piacere di farlo, di ritornare su questo libro non appena avro' avuto la possibilita'  di leggerlo, magari facendo un' appendice a questo stesso articolo.
Seguono foto della serata. 
ARNALDO DE PORTI (Belluno-Feltre)

MILLE E NON PIU' MILLE
il doge Pietro Orseolo  e l'alba di Venezia

GASTONE PISONI
Nato a Venezia.
Ha trascorso e la prima giovinezza a Burano.
Ha ricoperto per molti anni ruoli direttivi in un Istituto di Credito in diverse citta'.
Nel 2006 si e' classificato primo nel concorso di letteratura naturalistica Herman Hesse con un racconto pubblicato nel volume Era la laguna edito da Nuova dimensione - ediciclo.
Nel 2008 ha pubblicato dallo stesso editore il romanzo La laguna di Marzial.
La presentazione e' di Marino Zorzi, gia' direttore della Biblioteca Nazionale Marciana.

 

 

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Gastone Pisoni

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da sx. Gastone Pisoni, Edoardo Pittalis
e l'editore Corbo

l'intervento di Arnaldo De Porti
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