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«A farmi rimpiangere Milano è l'insieme dei suoi costumi, la naturalezza dei modi, l’affabilità, la grande arte di essere felici...». Un giudizio nostalgico ed entusiasta che appartiene allo scrittore francese Henry Beyle, meglio noto come Stendhal: approdato in città il 10 giugno del 1800, al seguito di Napoleone, tra viaggi e soggiorni vi abita fino al 1821, costretto poi a fuggire per motivi politici. Al ricordo di Milano dedicherà un intero capitolo dell'opera autobiografica «Vie de Henry Brulard»: emozioni e memorie degli anni vivacissimi trascorsi qui, a contatto con nobili, dame, intellettuali e patrioti. Grande appassionato di musica, trascorre tutte le serate alla Scala, nel palco di Ludovico di Breme, dove conosce Pellico, Borsieri, Visconti, Monti e Confalonieri. Tra discussioni politiche e passeggiate d’arte, traccia il quadro di una metropoli di straordinaria vivacità culturale. Per raccontare questo rapporto unico, domani alla Biblioteca Sormani inaugura la mostra «La grande arte di essere felici. Stendhal, Milano, la bellezza», a cura di Marco Modenesi (via F. Sforza 7, fino al 31/10, lun.-ven. ore 15-19, sab. ore 9-12.30, ingr. libero). Un luogo non a caso: qui si conserva il prezioso Fondo Bucci, eredità dei beni italiani dello scrittore, giunto in Sormani nel 1970 grazie all’intervento di Raffaele Mattioli. In esposizione lettere e manoscritti autografi, cimeli come il bastone da passeggio, ritratti: in più incisioni dipinti e documenti sui personaggi e i luoghi milanesi dell'epoca da Museo Teatrale alla Scala, Raccolta Bertarelli e Civiche Raccolte Storiche.

Chiara Vanzetto

 

 

 

Fondo Stendhaliano Bucci
Il 14 aprile del 1970 la Banca Commerciale Italiana, per volere del suo presidente Raffaele Mattioli, donava al Comune di Milano la biblioteca dello scrittore francese Stendhal rimasta in Italia.
Due librerie di legno a due corpi (quelli superiori con sportelli a vetri), libri, opuscoli, fascicoli di riviste, lettere, documenti e manoscritti, un ritratto ad olio eseguito nel 1835 a Roma dal pittore Jean-Louis Ducis, un bastone da passeggio raffigurato nel dipinto con il suo legittimo proprietario, un barattolo - unica testimonianza sopravvissuta dell'irrefrenabile impulso di Stendhal di scrivere ovunque - e altri oggetti di cancelleria entravano a far parte della storia della Biblioteca Comunale di Milano.
 

 

 

 

 

 

 

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piazzascala.it - settembre 2016