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ratatouille

OMNIA DE OMNIBUS…
Quando non ci si può staccare per amore da due città, anche se, a volte, verrebbe la tentazione di...

Nei prossimi giorni vedrà la luce in tipografia OMNIA DE OMNIBUS, il nuovo libro del collega Arnaldo De Porti.
Ma chi è Arnaldo De Porti?
Dopo gli studi, sia in Italia che all’estero, con approfondimento specifico anche sulle Comunità Europee allora in fase di costituzione (Mec, Euratom, Cee ecc.), ha lavorato alla Banca Commerciale Italiana, dalla quale è  stato nominato Procuratore in varie sedi italiane (Milano, Torino, Roma, Venezia e minori); ha praticato contestualmente anche la professione di giornalista, sia su carta stampata che on-line.
Ama la musica e suona alcuni strumenti, compreso l’organo durante le diverse liturgie della Chiesa (v. la fotografia inserita nel testo dell'articolo).
A tutto ciò, associa la passione per la campagna di cui si occupa dal 1993 e cioè da quando si è trasferito da Venezia alle Dolomiti bellunesi, nei pressi
di Belluno e di Feltre.
E' sposato con Mirella, che lo sopporta pazientemente.....
Negli scorsi anni il suo bersaglio preferito è stato Silvio Berlusconi, la cui uscita di scena è stata un grave colpo per gli umoristi europei (Crozza in testa) che sono stati privati di una cospicua materia prima. Ora fra le sue "vittime" troviamo il clero (nonostante suoni l'organo in chiesa....), Matteo Renzi, gli ascensori di Feltre (ma non solo).
La prima parte di OMNIA DE OMNIBUS... è sostanzialmente autobiografica: Arnaldo mette in ordine gli episodi più significativi che lo hanno portato in giro per l'Europa e - quasi - ad una scorribanda in Africa. Da queste pagine traspare chiaramente il ricordo e la sua profonda ammirazione per la cessata Banca Commerciale Italiana che non ha mai dimenticato e che ancora oggi, dopo più di tre lustri dall'uscita di scena dell'istituto, è spesso nei suoi pensieri e nei suoi scritti., per Feltre e per Venezia.
La seconda parte è scritta con l'intento di dissacrare i politici e, in generale, quanti altri si occupano della gestione della "cosa pubblica".
Ben si addicono ad Arnaldo i versi del poeta satirico Giuseppe Giusti (1809-1850) che così recita in "Sant'Ambrogio":
Vostra Eccellenza, che mi sta in cagnesco
per que’ pochi scherzucci di dozzina,
e mi gabella per anti-tedesco
perché metto le birbe alla berlina,
o senta il caso avvenuto di fresco
a me che girellando una mattina.....

Emblema di tutti i suoi ragionamenti è l'accostamento degli ascensori di Feltre al ponte di Calatrava di Venezia: entrambi orrendi nel contesto in cui si trovano, sono stati costruiti per unire materialmente e spiritualmente le persone ma hanno invece ottenuto l'effetto contrario.


piazzascala.it (A. Izeta)

 

Pubblichiamo in anteprima uno stralcio tratto dalla parte iniziale del libro:

Municipalità di Venezia e di Feltre
La prima parte del libro cerca di fare un breve esemplice accostamentofra le Città di Feltre e di Venezia, entrambe, legate alla storia della Serenissima ed oggetto di una forte metamorfosi, in negativo, in quasi tutti i contesti.
Segue una parte correlata alla vita di studio e di lavoro che ha contraddistinto l’autore durante la permanenza nelle due città.
A metà del libro, sono stati riprodotti molti documenti, invero noiosi, ma che potrebbero essere di insegnamento per un nuovo ed onesto orizzonte politico.
Alla fine, molte riflessioni che, in aggiunta agli accostamenti iniziali, potrebbero ancora essere di sprone per far meglio nel contesto socio-politico, ma solo nel caso che subentri un nuovo modello di vita imperniato sull’onestà intellettuale di tutti e di ciascuno. Realtà fino ad ora considerata un… optional dalla politica italiana.
Qualcuno si chiederà cosa mai c’entrino gli ascensori di Feltre con il Ponte di Calatrava di Venezia,  entrambi citati all’inizio del libro come una sorta di “rimpatriata” verso i ricordi di un tempo; realtà quest’ultima che, in ogni caso, fa parte della vita ormai agli sgoccioli dello scrivente, il quale, fra un paio di mesi - Dio volendo - saluterà gli 82 anni. 
La risposta è estremamente semplice: “Venezia e Feltre, attraverso questi due precisi riferimenti, a scelta casuale, fra i tanti che avrei potuto indicare, vorrebbero immaginare ma soprattutto auspicare, l’uno, il Ponte di Calatrava, una sorta di trade-union fra due sponde molto affini anche per la storia della Serenissima ma che stentano ad “unire”, l’altro, gli ascensori, la necessità di “elevazione” della Città di Feltre, stagnante sotto ogni profilo da almeno mezzo secolo. E ciò, per mancanza assoluta non solo di cultura, ma anche e soprattutto – come ha scritto proprio in questi giorni di gennaio 2017 sulla stampa locale un ex assessore al Comune di Feltre, dott. Ennio Trento, per la mancanza di indirizzi culturali volti alla crescita di un territorio che si sta svuotando di tutto, a partire dall’Università, dagli Ospedali, dagli Uffici giudiziari a tutto vantaggio – e questo lo aggiunge lo scrivente - di una politica “fracassona” e sterile, incapace di iniettare anche i più elementari principi di indirizzo verso la maturazione dei vari contesti, sociali, politici, culturali e quant’altro, privilegiando manifestazioni improvvisate e casuali che, una volta ultimate, lasciano solo il vuoto.........
Arnaldo De Porti