“Spero che il Giubileo straordinario faccia emergere sempre più il volto di una Chiesa che riscopre le viscere materne della misericordia e che va incontro ai tanti “feriti” bisognosi di ascolto, comprensione, perdono e amore”  Tale frase è contenuta nel libro intervista uscito recentemente redatto dal vaticanista Andrea Tornielli, giornalista del quotidiano La Stampa. Il volume, che è in uscita in 86 paesi, cita ricordi di gioventù di Papa Fancesco ,numerosi episodi della sua esperienza pastorale e le motivazioni dell’Anno Santo straordinario da Lui proclamato;la cui spiritualià è espressa nella celebre frase di S. Giovanni della Croce “Alla sera della vita, saremo giudicati sull’amore” citata al termine del volume . Nella copertina del libro viene ribadito che la Chiesa non è al mondo per condannare, ma per permettere l’incontro con quell’amore viscerale che è la misericordia di Dio. perché ciò accada è necessario uscire. uscire dalle chiese e dalle parrocchie, uscire ed andare a cercare le persone là dove vivono, dove soffrono, dove sperano.

Nella presentazione  Andrea Tornielli parla delle fasi della redazione del volume e sottolinea che il messaggio della misericordia è centrale nella predicazione del Pontefice e per meglio comprendere l’attuale Anno Santo , fondato su tale problema, ha proposto al Papa di scrivere un volume che approfondisse temi quali la misericordia ed il perdono e di indagare che cosa tali concetti significano per Papa Francesco come uomo e sacerdote .

Il volume si articola in 9 capitoli che trattano vari argomenti. Nel primo capitolo “Tempo di misericordia” il Papa parla delle ragioni che lo hanno spinto ad indire il Giubileo affermando che la misericordia rappresenta il messaggio più importante di Gesù e cita le analoghe posizioni su tale tema adottate in alcuni scritti da Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Nel ricordare le figure di preti misericordiosi Francesco cita il Padre cappuccino Leopoldo Mandic, grande confessore, proclamato santo da Giovanni Paolo II e le cui spoglie sono state trasportate a S. Pietro per il giubileo. Nel secondo capitolo “Il dono della confessione” il Papa ribadisce l’importanza di tale sacramento e racconta la sua personale esperienza di confessore. Nel Terzo capitolo “Cercare ogni spiraglio” si parla della importanza di riconoscersi peccatori e del pentimento. Nel Quarto capitolo ”Peccatore come Simon Pietro” papa Francesco ricorda l’umiltà di Paolo VI e di Giovanni Paolo I , che si definiva polvere, di fronte all’importante incarico esercitato Nel capitolo V “Troppa misericordia” viene ribadito che “La Chiesa condanna il peccato perché deve dire la verità. Questo è un peccato. Ma allo stesso tempo abbraccia il peccatore che si riconosce tale, lo avvicina  e gli parla della misericordia di Dio” Nel sesto capitolo “Pastori, non dottori della legge” viene messo in evidenza che i dottori della legge, spesso citati nelle prediche di Francesco, sono stati i principali oppositori di Gesù, quelli che lo sfidano in nome della dottrina. E’un atteggiamento , sottolinea Francesco,che ritroviamo anche lungo la storia della Chiesa. La legge mosaica portava ad emarginare i lebbrosi per preservare i sani; Gesù fa scoprire un nuove orizzonte, quello della logica di un Dio che è amore e vuole la salvezza degli uomini.; agli albori della chiesa anche gli apostoli hanno dovuto vincere rigidezze e pregiudizi. Nel capitolo VII intitolato “Peccatori sì, Corrotti no” Francesco rimarca la differenza tra peccatori e corrotti “La corruzione è un peccato che invece di essere riconosciuto come tale e di renderci umili,viene elevato a sistema, diventa un abito mentale, un modo di vivere. Non ci sentiamo più bisognosi di perdono e di misericordia ma giustifichiamo noi stessi i nostri comportamenti. Il capitolo VIII “Misericordia e compassione” Francesco spiega che la misericordia è divina,  ha più a che fare con il giudizio sul nostro peccato; la compassione ha un volto più umano e significa non rimanere indifferenti al dolore e sofferenza altrui. Nel capitolo IX “Per vivere il Giubileo” il Pontefice afferma che bisogna aprirsi alla misericordia di DIO, aprire sè stesso ed il proprio cuore ed essere misericordioso con gli altri ( poveri, disoccupati, immigrati, anziani e malati) Francesco  elenca anche una serie di atteggiamenti di misericordia spirituale veso il nostro prossimo.

 

Giuseppe Bardone

Filosofo del diritto
febbraio 2016

 

 

 

 

Segnala questa pagina ad un amico




 

 

piazzascala.it - febbraio 2016