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Angelo Manarola

la copertina del libro

     

Castel Gavone
dopo il recente restauro

Castel Gavone
cisterna sotterranea

Torre di Belenda
loc. San Bernardino

     

Collegiata di San Biagio
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Ancona sul lato destro
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Stemma di Luigi Del Carretto
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Ho il piacere di presentarvi TREDICI DI ANZI KALENDE LUGLIO (I SOGNI DI ELISE) © 2016, un libro scritto da Angelo Manarola, un amico di Finale Ligure, cittadina nella quale vivo. Le vicende di questa ridente località ligure mi hanno sempre interessato e quando ho potuto mi sono dedicato alle escursioni nel suo entroterra. Durante queste passeggiate ho potuto approfondire la storia di alcuni edifici storici: fra questi Castel Gavone (XII secolo: "visitato" in passato da Hugo) e la Torre Belenda (XIII secolo, ex Torre Giannuzzi, teatro di una fosca vicenda: clicca qui per maggiori particolari):
Il volumetto, dal quale traspare l'amore dell'autore per la sua terra, è scritto in maniera scorrevole e si può leggere tutto di un fiato: l'autore accomuna il presente e il passato rimescolando con bravura avvenimenti e personaggi realmente esistiti e di fantasia soprattutto nei primi anni del XVI secolo: riscrive in pratica, romanzandola a modo suo ma senza stravolgerne il senso, la fosca storia della Torre Belenda (di cui fu invischiato qualche decennio dopo Alfonso II del Carretto, un vero tiranno: nel libro viene citato Alfonso I) alla quale il protagonista giunge dopo un lungo viaggio che lo porterà dalla Lombardia e  dal Piemonte sino a Finale Ligure dove troverà la soluzione che cercava.
Il finale è a sorpresa.
Se lo desiderate, potete acquistarlo su Amazon cliccando qui.
Sicuramente da leggere: sono sicuro che vi avvincerà!!!!!
A. Izeta

 

 

 

L'INTRODUZIONE DEL LIBRO (A. MANAROLA)
Probabilmente, come è capitato a molti miei amici che hanno letto in anteprima il mio lavoro, vi sarete chiesti il significato dello strano titolo di questo romanzo. Per spiegarlo ci vuole una piccolissima premessa.
Anni fa, durante la ristrutturazione di casa nostra, Simonetta e io abbiamo dormito per qualche tempo in una camera d'albergo assieme a sua figlia Elisa, ai tempi bimba dei primi anni delle elementari.
Una notte, nel primo sonno, farfugliò alcune parole dal significato incomprensibile quasi fossero un linguaggio sconosciuto. Mi si aprì, perciò, un velo nella memoria ricordandomi di aver letto, moltissimi anni prima, un articolo in cui si narrava che un ragazzino europeo, spesso e nel sonno, pronunciava frasi in un antico e ormai desueto dialetto asiatico.
Gli studiosi ipotizzavano che qualcosa nel suo DNA riportasse, pur nel sonno, conoscenze ataviche tramandate dalle generazioni precedenti. Così, per puro divertimento e passatempo, ho iniziato a documentarmi, a scrivere e a inventare la trama di questo libro per raccontare la storia che state per leggere.
Incappai così, anche in un antico documento bancario genovese del '400 in cui una data (il diciannove di giugno) veniva redatta usando le calende di luglio come riferimento più prossimo. Mi colpì a tal punto che decisi di usare proprio quella data, non solo come giorno specifico durante il racconto, ma anche come titolo di tutto il libro.
Nel corso della narrazione, mi son permesso di rivisitare una antichissima leggenda che risale ai tempi in cui Finale Ligure era uno stato indipendente e del quale tutti i miei concittadini vanno orgogliosi.
Alcuni dialoghi si svolgono durante il XV secolo, usando anche espressioni e modi di dire, seppur di facile comprensione, propri dell'italiano volgare dell'epoca.
Qualche personaggio citato è realmente vissuto: l'Arcivescovo Carlo Domenico Del Carretto (Protonotario di Papa Giulio II Della Rovere), Ludovico il Moro, Paolo Biglia, Papa Innocenzo Vili, Luigi D'Orleans (il futuro re di Francia Luigi XII) e Alfonso I Del Carretto (Sovrano del Marchesato Del Carretto).
Tutti gli altri protagonisti sono invece di pura fantasia (o forse no, chissà?), per questo motivo eventuali riferimenti a persone esistenti o esistite è da intendersi puramente casuale.
Nel romanzo troverete alcuni vocaboli e modi d'espressione tipici del linguaggio tardo medievale, recuperati consultando antichi testi o missive, trovati durante le mie ricerche anche attraverso internet.
Per il loro aiuto, desidero ringraziare:
la dott.ssa Maria Barbara Bertini, direttrice dell'Archivio di Stato di Milano (a fine libro spiegherò meglio);
la bravissima Sara Carretto, che ha amichevolmente e sapientemente ideato e realizzato le copertine del libro;
Massimo Baglione, fondatore di BraviAutori.it, che ancora una volta ha voluto supportarmi, e sopportarmi, in questo mio nuovo progetto.
Buona lettura.

 

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“...terminata la conversazione, il professore rimase a osservare quel fiore blu, vivo e concreto, posato sul suo tavolino, fresco di poche ore ma colto cinquecento anni prima. ”

Una bimba malata, un nonno affettuoso e brillantemente curioso, un abile ricercatore e docente universitario, un arguto priore domenicano ed entità sconosciute, ci portano indietro nel tempo fino al XV secolo per svelarci antichi avvenimenti ormai dimenticati.
Amore e amicizia si rincorrono nel tempo, guidati da una profezia che dovrà riportare alla luce antichi segreti.
Un romanzo o una favola?
Storia travestita da fantasia o viceversa?

 

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Parecchi anni fa ho cercato di scrivere una storia di Finale Ligure, non priva di imprecisioni che ora giudico piuttosto veniali: al suo interno ho inserito un capitolo relativo al Marchesato del Carretto, staterello gestito da signori dispotici con capitale Finalborgo: se lo desiderate potete leggerla cliccando sull'icona sottostante.
ALFREDO IZETA
 

 

 

 

 

 

 

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piazzascala.it -  ottobre 2016