Un incontro scientifico, quello di Feltre, tenutosi l’8 aprile scorso a tema “ L’Arte come terapia”, presso il Campus universitario “Tina Merlin”, proposto dalla Cooperativa Sociale Oriente Onlus, con il patrocinio della Città di Feltre e della ULSS n. 2, organizzato con modalità molto innovative e piacevoli ad opera di alcuni medici di psichiatria facenti parte di strutture ospedaliere venete e che ha visto come moderatore-presentatore il dott. Nicola Aguanno, ex primario del settore, è stato oggetto di grande attenzione ed apprezzamento da parte del numeroso pubblico presente.

Diversi ed interessanti i temi trattati in detto contesto grazie anche all’alta professionalità degli oratori : Dott. Massimo Semenzin, Direttore Dipartimento di salute mentale di Feltre; dott. Paolo Tito, Direttore DSM, Bassano del Grappa e dott. Giuseppe G. Pullia, DSM, Treviso.

Gli argomenti, invero un po’ ostici da raccontare per un giornalista che non sia specificatamente addentro al contesto sanitario specifico, hanno comunque esplicitato in maniera chiara la relazione che intercorre fra la follia e la ragione.

Premesso, come ha subito detto il dott. Aguanno introducendo i lavori. che la filosofia manicomiale è del tutto cambiata rispetto a poche decine di anni fa quando un buon 70 % dei ricoverati potevano tranquillamente stare fuori da certe strutture, soluzione che successivamente è stata materializzata attraverso la legge n. 180 del 1978 che prende il nome del suo più importante assertore, il dott. Franco Basaglia
« Non è importante tanto il fatto che in futuro ci siano o meno manicomi e cliniche chiuse, è importante che noi adesso abbiamo provato che si può fare diversamente, ora sappiamo che c'è un altro modo di affrontare la questione; anche senza la costrizione. »
va detto subito che nella comprensione delle patologie afferenti ad importanti (e non ) disturbi della psiche, la diagnosi deve essere, per l’operatore sanitario, l’ultimo punto da prendere in considerazione. Una visita della specie, per un bravo ed onesto operatore infatti, non richiede più di cinque minuti in quanto essa si basa aprioristicamente su emozioni, modo di porsi del paziente, su elementi-distinzioni cromatiche, nel mettere a nudo la personalità di chi si sottopone ad un colloquio con il medico e quant’altro. Da sottolineare che molto spesso l’arte, nella sue diverse estrinsecazioni, come da titolo del convegno, gioca un ruolo importante come terapia. Gli interventi di “arte- terapia” infatti - come ha detto il dott. Semenzin - si inseriscono nel contesto di una presa in carico globale degli utenti e si sono da sempre rivelati piuttosto efficaci nell'ottica della inclusione sociale e di lotta allo stigma favorendo al tempo stesso la promozione della salute dei soggetti attraverso l'attività creativa. Del resto la storia delle arti creative si è intrecciata fin dall'antichità con quella della salute mentale come mezzo di comunicazione non verbale delle proprie emozioni, sentimenti e vissuti. La collaborazione tra il Dipartimento di Salute Mentale, la Coop Oriente e le Associazioni di volontariato rappresenta pertanto un prezioso strumento ed una nuova opportunità per i nostri utenti. Filone questo attorno al quale si è sviluppato in gran parte il tema di tutto il Convegno.
Per spiegare questi problemi è stato fatto riferimento ad un numero eterogeneo di personalità artistiche di primo livello storico, di filosofi, di pittori e, dall’anamnesi postuma di tanti e tanti personaggi, si è capito come, anche in ciascuno di noi, a volte senza avvedercene, esiste qualche correlazione fra la follia e la ragione, posto che l’una possa davvero diversificarsi del tutto dall’altra o viceversa. Non per niente, anche il Prof. Franco Basaglia che ho avuto l’onore di conoscere personalmente a Venezia per ragioni professionali, diceva :
“" La follia, in noi è presente come lo è la ragione. Il problema è che una società civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia “”
Anche Pascal sosteneva che “”gli uomini sono così necessariamente folli che il non esserlo equivarrebbe ad un’altra forma di follia e che la follia sarebbe pertanto un mistero oltre la ragione””
Erasmo da Rotterdam addirittura diceva : “Dolcissima è la vita nella completa assenza di senno” Ma questa è una boutade che prendo a mutuo dal famoso libro “Elogio della Pazzia” in quanto al giorno d’oggi, di…elogi di questo tipo pare che il vivere quotidiano, in quasi tutti i contesti sociali, metta a profitto numerosi e ricchi esempi, ma… mi fermo qui.
Insomma, dicendola però in termini seri, genialità e follia non sembrano essere altro se non gli effetti della stessa causa.
E’ pressoché impossibile raccontare in questa sede le tante cose che sono state dette per cui, almeno secondo il mio modo di “ragionare” (le virgolette vengono quanto mai ad hoc dopo aver ascoltato gli interventi) , non guasterebbe fare una riflessione in questo contesto per capire anche il nostro Dna che, come è stato detto con riferimento alla specificità degli argomenti trattati, a volte, in chiave specifica, non codifica nemmeno al 98 %...
La mattinata si è conclusa con la….Follia di Vivaldi (non poteva starci meglio in quest’occasione) proposta dai violini davvero eccezionali degli stessi medici: un quartetto affiatato che suona da oltre quindici anni, fondato dallo stesso dott Massimo Semenzin, Direttore DSM di Feltre.

Chissà se detti musicisti-sanitari, invero bravissimi, non avranno mai pensato, almeno per un momento, che forse sarebbe stato meno “laborioso, ma più gratificante” leggere un pentagramma musicale piuttosto che… dare una letta al complesso mondo ectopico delle circonvoluzioni cerebrali ?...

ARNALDO DE PORTI

 
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piazzascala.it - aprile 2016