Il Presidente Mattarella accolto dal fondatore Andrea Riccardi a 50 anni dalla nascita della Comunità di Sant'Egidio

 

Il Presidente Sergio Mattarella ha visitato il 19 febbraio la Comunità di Sant’Egidio a Roma, in occasione dei 50 anni della sua fondazione. Il Capo dello Stato è stato accolto cordialmente dai volontari e da numerose persone che in questo mezzo secolo sono state assistite dalla Comunità che svolge da 50 anni la sua attività. Il Presidente Mattarella ha incontrato ex senza casa, donne e rifugiati arrivati con i corridoi umanitari, giovani e anziani che fanno del volontariato un’attività costante. Mattarella ha ribadito che questa comunità è “glocal”, perché unisce impegno locale e globale. Il Presidente ha ribadito nel suo discorso durante la visita il valore della solidarietà..
”Il mondo e il nostro Paese hanno bisogno di solidarietà, di ritrovarsi, di trovare i vincoli che tengono insieme e non quelli che separano e fanno guardare con ostilità”, ha affermato il Capo dello Stato. Ed ancora: “Ci sono poveri per tante ragioni: sopravvivenza, mezzi, malattia, isolamento, abbandono e emarginazione sociale. Vi è una quantità di povertà diverse da affrontare e questa Comunità ha accompagnato il Paese intervenendo attivamente, lenendo ferite". ”.
Ringraziando il Presidente Mattarella per la sua visita, il fondatore della Comunità Andrea RICCARDI, ha sottolineato l’impronta italiana che è all’inizio della storia di Sant’Egidio, nonché il suo successivo aprirsi alla dimensione internazionale. “L’audacia del ’68”, ha detto Riccardi, “è maturata in ferma convinzione ed è ancora viva in un tempo di troppe paure”.
Il presidente della Comunità, Marco Impagliazzo ha tratteggiato un quadro della vita e dell’attività di Sant’Egidio, “una realtà che si è lasciata provocare dalle angosce e dalle speranze che ha incontrato, e a cui ha cercato di rispondere con l’amicizia e l’operosità, senza rassegnazione. Ci siamo fatti carico di ferite che abbiamo avvertite come nostre, sebbene apparissero lontane dalla nostra realtà”. Ovvero delle ferite del Mozambico in guerra, dell’Africa malata. Ma anche di quelle più prossime di un Occidente in cui ci si dimentica “degli anziani, il grande continente emergente della nostra epoca, che ci regala decenni di vita in più ma non riesce a dare senso alla debolezza”. E poi di quelle dei poveri delle periferie senza volto, dei bambini che crescono alla scuola della strada, dei giovani migranti e rifugiati che possono far parte del nostro domani. “Nell’epoca della globalizzazione”, ha concluso Impagliazzo, “mentre il tema dello scontro di civiltà e il ricorso alla guerra per la risoluzione delle controversie sono tornati di moda, Sant’Egidio è stato un riferimento per quanti non credono alla logica della contrapposizione: un umanesimo amico dei poveri”, infatti, “ha in sé un senso di universalità che preserva la società e il mondo dall’imbarbarimento”.

GIUSEPPE BARDONE
Filosofo del diritto
 

 



 

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