TORINO 18 MAGGIO, ORE 17.30, SALONE DEL LIBRO
L'invito di Intesasanpaolo alla presentazione del libro "Riccardo
Bacchelli - Le notti di Via Bigli"
Intesa Sanpaolo è lieta di invitarla alla presentazione del volume
RICCARDO
BACCHELLI
LE NOTTI DI
VIA BIGLI
Quarant'anni di confidenza con Raffaele Mattioli
Intervengono
Marino Biondi, professore di letteratura italiana
all'Università
degli Studi di Firenze
Sandro Gerbi, giornalista e scrittore
Marco Veglia, professore di letteratura italiana all’Università
di Bologna, curatore del volume
Modera
Francesca Pino, responsabile archivio storico Intesa Sanpaolo
Giovedì 18 maggio 2017, ore 17.30
Spazio Eventi Salone del Libro - Lingotto Fiere Via Nizza 294 - Torino
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Nei “notturni convegni amichevoli” di via Bigli, a Milano, in casa del banchiere umanista Raffaele Mattioli, si riunivano fra le due guerre intellettuali, politici, scrittori, artisti, uomini delle istituzioni, banchieri, filologi, professori, giornalisti. A raccontare quegli incontri, che si tennero tra l’uscita del suo “Diavolo al Pontelungo”, nel 1927, e l’incendio di Milano del 1943, e a evocare in altri scritti la figura dell’amico banchiere, è Riccardo Bacchelli, forse il più dimenticato tra i grandi scrittori italiani del nostro Novecento. “Le notti di via Bigli” hanno il pregio di restituire alla vita quotidiana una folla di personaggi da non dimenticare: non troviamo quindi, sul proscenio, Raffaele Mattioli, se non come regista ironico e appassionato di quelle conversazioni. E non vi troviamo Riccardo Bacchelli, che preferisce dare spazio alle voci altrui: di Angelandrea Zottoli, funzionario ministeriale e umanista; di Antonello Gerbi, Giovanni Malagodi, Adolfo Tino, “antifascista attivo e cospirante” e giornalista, poi al vertice di Mediobanca; di Gino Scarpa, Titta Rosa, Federico Chabod, Piero Sraffa, economista di fama mondiale; di Curzio Malaparte, “smargiasso“ e “spaccone”; di Ugo La Malfa, di Giorgio Di Veroli, Valentino Bona, Emilio Brusa… Sodali, compagni, talvolta conoscenti di passaggio, restavano ammaliati da quel clima di fertile ingegno e amicizia, dove economia, letteratura, finanza, giornalismo, pittura, politica, architettura, contribuivano a tessere una “comune fede operosa”, ancora in grado di incantare, col suo retaggio di civiltà, i lettori di queste pagine. |
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