Non
c’è bisogno che parlino gli analisti, i sociologi in merito al
comportamento della società, essendo agli occhi di tutti, anche
dei meno scolarizzati, se non addirittura degli acculturati, che
l’effetto emulazione e domino nei vari contesti sociali, viene
recepito e sviluppato oggi in maniera tanto pregnante da
produrre effetti devastanti ed imprevedibili sino a determinare
paura, insicurezza e quant’altro nel vivere di ogni giorno. Ed
in questo, i mass media, giustificati in qualche modo da
esigenze rivenienti dalla specificità del loro lavoro,
contribuiscono al fatto che questo fenomeno negativo ingeneri
detti comportamenti. Non mi riferisco solo al “moderno”
terrorismo di stampo “pseudo-religioso” che impazza in Francia,
in Germania ed in tanti paesi, ma anche a tanti contesti di
altra natura che, periodicamente, investono la nostra
quotidianità: vi ricordate l’aviaria, il vino al metanolo, le
carni suine, realtà tutte che hanno prodotto effetto emulazione
da indurre ad eliminarne la consumazione anche del prodotto
buono e sano. ? Anche qui, la seppur giusta risonanza mediatica,
ha svolto un ruolo non sempre positivo, deviando, per un tempo
circoscritto, le abitudini sociali. E così è anche per il
terrorismo che, ora come ora, sembra più che mai di origini
autoctone e quindi non individuabile. Che fare ? Siamo sempre lì a dire che la cultura può fronteggiare questi fenomeni ma, se è ben vero come ha detto sbagliando, un nostro ex-ministro che con la cultura non si mangia, è altrettanto vero (questa volta lo dico io sperando di non sbagliare) che la cultura cammina molto lentamente rispetto alla criminalità ed al mercato, le cui regole (di quest’ultimo), escludono chi non sa stare al passo: oggi, infatti, se al centro dell’interesse, invece del capitale o del sistema economico o ideologico, si ponessero il lavoro e la dignità della persona, l’universo sociale potrebbe riacquistare il suo giusto equilibrio, tenendo conto altresì che la giustizia sociale (posto che dovesse un giorno esserci, ma sarà difficile) non basta per unire e stringere insieme i cuori delle persone in funzione di un dialogo sereno, avulso dai conflitti che, in questo momento, sembrano avere un avvio imponderabile e con – ahimè – effetto moltiplicatore. Ma ci vogliono generazioni per arrivare a questo tipo di cultura ! Arnaldo De Porti (Feltre) |
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piazzascala.it - luglio 2016