Da tempo osservo che i quotidiani, salvo rare eccezioni, pure loro a
volte sindacabili, non soddisfano più chi li legge e tutto ciò viene
confermato anche dal fatto che le vendite sono in caduta libera e che
l’utenza ha talmente declassato i giornali al punto da considerarli,
quanto ad importanza, addirittura al pari della politica, e cioè poco
più di nulla. Il che è tutto dire…
Questo non succede solo da noi, ma anche negli USA, ove Trump (a torto o
ragione) sembra essersi scagliato contro alcuni di essi con inaudita
veemenza. Ma se negli USA c’è una motivazione ben precisa notoriamente
in capo al loro Presidente che ha la forza per farlo, in Italia invece
le cose sembrano essere molto diverse, a prescindere dall’avvento
dell’informatica che, secondo qualche statistica, avrebbe influenzato
negativamente lo status quo mediatico. Cosa da vedere anche questa,
quanto a giustificazione.
Osservo infatti che è cambiato il modo di fare giornalismo e che quasi
tutto rotea attorno al numero delle copie da vendere per cui, il più
delle volte, per fronteggiare il fenomeno, si preferisce fare titoloni
ad effetto per invogliare l’acquisto per poi “tradire” l’utente
attraverso contenuti sindacabili e devianti, talvolta anche mal scritti,
dimenticando che questo modus operandi, un po’ alla volta, allontana e
demoralizza il lettore, causa vera più attendibile delle altre.
Osservo anche che il numero delle lettere ai quotidiani (anche da parte
mia seppure giornalista) è in forte aumento tanto da dover ipotizzare
che esista una voglia di promuovere pubblica opinione presso le…
redazioni, al contrario di quanto dovrebbe invece succedere, stante il
fatto che le notizie a volte sono più fresche e meglio conosciute dal
cittadino che dal giornalista stessa. Il guaio è che la scelta delle
tante lettere, quasi sempre degli stessi estensori, cade su contenuti
che non devono assolutamente configgere con la linea del quotidiano e
che, quand’anche ciò dovesse accadere, devi aspettarti una risposta
salata dal responsabile di turno, talvolta accompagnata da malcelata
cortesia, quando detta lettera non venga addirittura cestinata.
Le nuove leve redazionali sono nate e continuano con questo spirito, non
sottacendo che anche i giornalisti noti, sembrano ogni giorno abdicare
dalla carta stampata per “lavorare” in televisione tanto da trasformarli
in una sorta di “ attori “ che, col tempo, a furia di tanta visibilità,
trovano aperte le porte della politica. Realtà che, al giorno d’oggi,
sembra una costante, come da tantissimi esempi che abbiamo di fronte
agli occhi.
Ovviamente queste sono considerazioni che arrecano fastidio alle
redazioni, le quali, per giustificarsi, preferiscono non dare retta al
lettore, motivando i suoi scritti come una rottura di… in quanto
disturbano una omologazione ad una certa assuefazione (scusate il
bisticcio), dicotomia che ormai ha fatto il suo tempo. Per cui, io
considero il loro silenzio in…assenso ! Non sottacendo che, anche per le
motivazioni da me addotte, in dieci anni le vendite risultano
letteralmente dimezzate (fonte Ads 2017) e che detto contesto può
pertanto considerarsi in uno status di agonia.
ARNALDO DE PORTI