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REFERENDUM, SOLO ULTERIORI PROBLEMI PER IL PAESE…?

Luca Zaia, Presidente Regione Veneto, dice che ora il governo dovrebbe elaborare il progetto per inserire anche il Veneto fra le Regioni a statuto speciale  (Rainews24 h. 16 di oggi 23/10).

La cosa non solo stupisce in un momento in cui tutti chiedono (tranne gli interessati) che vengano tolti tutti i privilegi alle regioni a statuto speciale essendo venute meno le motivazioni per le quali detti privilegi erano stati concessi,  ma una tale iniziativa sembra cozzare anche con il desiderio delle persone di buon senso che vorrebbero che tutti i cittadini fossero uguali  in ambito inter-regionale, sia pur in presenza di opportuni correttivi a favore di quelle regioni che si trovano in condizioni particolari,  studiando un piano di interventi in base alle caratteristiche di ciascuna di esse.  Cosa non facile, ma potenzialmente possibile nel lungo termine.

Al contrario,  Luca Zaia, (solo e soltanto per questioni politiche), anche se egli “sentenzia” il contrario, sta innescando le condizioni affinché   il Paese diventi oggetto di pericolose frammentazioni che non portano da nessuna parte se non alla conflittualità fra regioni, con il rischio non del tutto scontato che si arrivi alla ingovernabilità ancor più accentuata di quella di adesso..

Poco fa ho sentito il bellunese Gianclaudio Bressa  (sia pur parlamentare in altra Regione per motivazioni se vuoi politicamente sindacabili) il quale, ha detto che il governo non mancherà di ascoltare le istanze del Veneto, facendo capire in lingua… politichese per non sbilanciarsi, che difficilmente sarà possibile aderire ad esse, specie a quelle istanze che attengono alla fiscalità, aspetto quest’ultimo già contemplato dalla stessa costituzione. E  poi, dice Bressa, chiedere tutto come fa Zaia and co., è come chiedere nulla….

Dopo questo referendum che succederà ?  Nulla di fatto se non una grande confusione che determinerà ulteriori problemi al Paese.

Oggi, lo ripeto per l’ennesima volta, è necessario (modificando la costituzione) eliminare  non solo tutte le regioni a statuto speciale, ma anche quelle a statuto ordinario,  dando più deleghe alle istituzioni intermedie, come province e comuni, che, essendo molto più vicine ai cittadini, possono capire meglio i suoi problemi, non sottacendo che  questi ultimi sarebbero anche in grado di tenere sotto diretto controllo dette istituzioni, proprio per la loro vicinanza.

Ma la testa degli Italiani e soprattutto quella degli attuali politici, invero assai deplorevole,  non permetterà nulla di tutto ciò. Grazie anche alla cassa di risonanza  deviante di certa stampa…

 

ARNALDO DE PORTI,  Feltre