foto di gruppo di alcuni ex-allievi
presenti all’incontro annuale
Nel clima consueto delle grandi “rimpatriate”, anche quest’anno,
ci siamo ritrovati a Treviso per festeggiare, con la nostra
presenza, un’ Istituzione che non è possibile cancellare dalla
nostra mente . Dobbiamo infatti ad essa la nostra formazione,
sia in termini strettamente morali che in tutti gli altri
contesti legati alla professione che ciascuno di noi ha
praticato negli anni successivi fino ad oggi, periodo questo
che, molto verosimilmente, almeno per noi “…diversamente
giovani”, presenterebbe qualche difficoltà nel caso dovessimo
presentare una eventuale domanda di assunzione… a meno che non
ci si rivolga al piuttosto fiacco datore di lavoro che, sebbene
non chieda prestazioni di sorta (bontà sua !), ci paga lo
stesso: l’ INPS. E guai se non fosse così, nella speranza però
che esso non abbia problemi futuri stante il fatto che di questo
ente oggi se ne parla fin troppo… e non sempre positivamente,
tanto da ingenerare anche una qualche perplessità oggettiva…
Ovviamente, detta importantissima Istituzione, si chiama
Collegio Vescovile PIO X, scuola che ci accoglie tutti gli anni
in questo mese di aprile allo scopo di rivederci, di rinfrescare
memorie, di raccontarci come viviamo intercalando anche qualche
pensiero anche su chi, professori ed ex allievi, è passato ad
altra vita.
Il clima, al di là del calo delle presenze rispetto agli anni
passati (ma anche – e questo va detto agli organizzatori –
perché la data combacia con il blocco della circolazione in
città per la fiera dei fiori, realtà che ha richiesto per lo
scrivente un’ora di viaggio a Feltre a Treviso e, all’arrivo a
Treviso, un’ora e mezza per trovare un posto macchina, tra
l’altro, lontano dall’Istituto) è sempre molto caloroso e
piacevolissimo.
Tutto inizia con qualche formalità nell’atrio dell’Istituto per
poi ascoltare la Santa Messa nella Chiesa all’interno
dell’Istituto che ha visto molti di noi non solo come studenti,
ma anche nella veste di chierichetti…; a questo proposito mi
verrebbe da raccontare uno dei tanti aneddoti occorsi quando,
dopo tante raccomandazioni degli insegnanti-preti, servii una
Messa celebrata dal Vescovo di allora, mi pare Mons. Mistrorigo.
Ebbene, durante la celebrazione, suonai un pluri-campanello
con..estrema delicatezza (come da raccomandazione) ma detto
aggeggio, forse proprio per l’estrema delicatezza
raccomandatami, mi sfuggi di mano andando a finire in fondo
vicino ai confessionali dopo aver attraversato tutto il
corridoio lustrato a specchio dalla cera delle suore,
continuando a suonare e facendo pertanto ridere tutti i
colleghi-studenti (che non aspettavano altro per un diversivo
insito nella Santa Messa)..
Dopo la Messa, l’incontro in teatro ove, oltre 70 anni fa, mi
ero esibito con la… fisarmonica, organizzatori don Irdio e don
Giacomelli, ove si è parlato della scuola, della sua
innovazione, anche dei suoi problemi ecc. ecc., per poi trovarci
tutto nel famoso refettorio.
Da non sottacere un passo facente parte del discorso del Rettore
e che dobbiamo tutti condividere anche per esperienza di vita
vissuta : gli Istituti parificati, come nel caso di specie,
hanno per un buon venti per cento le “mani libere” rispetto agli
Istituti statali che, lenti a muoversi, questi ultimi, non
riescono a materializzare ed inserirsi nei cambiamenti in tempi
rapidi realtà che invece riesce più facilmente appunto alle
scuole parificate a tutto vantaggio sia del corpo docente che
degli studenti..
In refettorio, ove abbiamo trovato un ottimo buffet, la
cordialità e le conversazioni, si sono intrecciate, facendo
degli excursus storici che, per…”decenza” temporale, sarebbe
opportuno non citare: parlarne infatti, significherebbe
ricordare l’età ed alimentare nostalgie non avulse da tristezza…
Le foto che seguono parlano da sole, non solo, ma vorrei
accompagnare queste mie parole con un canto che, ai miei tempi,
“urlavamo” tutti insieme durante la Messa: “Noi vogliam Dio…” ,
come se detto canto fosse una trade-union con le nostre famiglie
(per noi interni).
Ed infine una nota di dovuta e sentita gratitudine. Voglio dire
agli organizzatori tutti, in testa il Rettore, Mons. Lucio
Bonomo, che l’incontro costituisce ogni anno sempre un motivo di
crescita per tutti, sorretto da genuina amicizia, fraternità,
onestà intellettuale, requisiti tutti che questa Istituzione,
ormai “International” ha saputo e sa permeare per sempre in
ognuno di noi, grazie anche ad un corpo docente sempre in linea
con i suddetti principi. Insomma, si ritorna a casa dopo aver
fatto un buon “rifornimento” di risorse non solo morali.
Di nuovo, un grazie a tutti !
Arnaldo De Porti
Ex allievo interno ed esterno Medie e
Ragioneria
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