Il
Gazzettino di oggi 14/10 riporta, a pag. XXIII, una lettera aperta del
Sindaco emerito di Sappada, assessore e vice presidente emerito della
provincia di Belluno, con la quale invita tutti, esponenti delle varie
amministrazioni in primis, a non cadere nell’inganno costituito dal
passaggio del Comune di Sappada al Friuli-Venezia Giulia.
Non sto a ripetere le condivise motivazioni addotte da Pachner perché
ciò non avvenga in quanto, un ipotesi della specie, a mio avviso, una
volta materializzata, non solo paralizzerebbe per anni una grossa fetta
della provincia, ma anche e soprattutto perché, in un contesto in cui
c’è bisogno assoluto di saldare l’Italia, se vuoi dando un assetto più
omogeneo e vasto ai vari comuni, si corre il rischio invece di fomentare
inutili focolai che si tradurrebbero in un male generale.
Io, personalmente, anche se quanto vado a dire è cosa diversa, penso che
sarebbe ora, una volta per tutte, trasformare addirittura tutte le
Regioni a statuto speciale in regioni ordinarie, togliendo quei
privilegi che, nell’anno di grazia 2017, costituiscono una disgraziata
vergogna italiana. Lo dico ormai da tanti anni, anche intervenendo come
invitato in vari Congressi, durante i quali mi son trovato anche a dire
ad alta voce che sarebbe ora di abolire le Regioni tutte
(anche le ordinarie) con apposita legge costituzionale (causa primaria,
esse, del debito pubblico non più ripianabile malgrado le false
affermazioni della nostra politica di ogni colore al fine di restare in
sella al potere) e, colgo l’occasione in questa sede per ricordare che,
persino l’amico assessore ed ex collega di banca Maurizio Busatta,
alcuni anni fa, durante la presentazione di un libro sulle Regioni, mi
si è scagliato contro, preferendo, come sta facendo ora, farsi paladino
dell’autonomia bellunese, considerando intoccabili le Regioni che,
quanto a malversazioni e ruberie hanno fatto parlare un po’ troppo di se
stesse…e mi fermo qui.
D’accordo, i problemi sono complessi e lunghi per cambiare le cose,
specie ora che, con la nuova legge elettorale (posto che passi al
senato) crescerà la ingovernabilità, che già giace allo stato comatoso.
Oggi c’è bisogno solo di serietà, di coerenza, di capacità e meno
chiacchiere per portare l’acqua a questo o quell’altro mulino, unendo il
più possibile il tutto anziché frantumare il territorio, tenendo
presente (ma chi lo capisce ora !?) che anche la più piccola scintilla
di frammentazione di progetti non adeguatamente soppesati, finisce non
solo per far cadere l’impalcatura socio-politica, ma anche per
disgregare tessuti storici ed appartenenza.
Esattamente come dice Pachner (citando allegoricamente il Piave che
nasce dal Monte Peralba), al quale, condividendo in toto il suo pensiero
espresso sul Gazzettino, porgo anche il mio cordiale saluto.
ARNALDO DE PORTI - Feltre/Venezia
Anno 1935