attualità
MA L’INVECCHIAMENTO E’ DAVVERO UNA RISORSA QUI DA NOI ?
Ho
apprezzato nelle sue articolazioni l’intervento del sig. Franco
Piacentini, Componente della Presidenza del Circolo “Al
Castello” – Auser di Feltre, apparso a pag. 12 del Corr. Alpi
16/5 e mi par di poter aggiungere, subito a caldo, che
l’invecchiamento attivo non si estrinseca solo attraverso forme
di volontariato per quanto encomiabili esse possano essere, ma
anche attraverso la manifestazione del pensiero di chi, non
facendo volontariato, esprime idee, suggerisce iniziative,
promuove ogni tipo di collaborazione nel quadro di una migliore
organizzazione della società. Altrimenti, con tutto il rispetto
e compatibilmente con l’istruzione, mandiamo tutti a fare
il…”nonno vigile”, unico tipo di volontariato che la politica
sa offrire.
Al contrario oggi succede che, come ho scritto a pag. 165 di un
mio libro a titolo “Omnia de Omnibus” uscito proprio in questi
giorni, che quando si smette di lavorare per raggiunti limiti
di età, l’attuale moderna società espelle le persone anziane dal
circuito produttivo in quanto non saprebbero più stare al passo
con le dinamiche economiche del giorno d’oggi, salvo che non
siano soggetti “istituzionalizzati” che, in quanto tali, hanno
più titolo e visibilità per dire la loro, soprattutto attraverso
i mass-media, anche a 80-90 anni come vediamo spesso in tv.
Vuolsi però il fatto che la gente “istituzionalizzata” di oggi,
specie politica, risenta di uno “status” di comodo,
privilegiato e pigro immobilismo che non crea le condizioni
all’anziano per aprirsi ai giovani, come vorrebbe giustamente
Franco Piacentini, ma al contrario accade che entrambi si
trovino di fronte ad un muro che non consente alcun dialogo, al
punto che i vecchi stanno zitti ed i giovani vanno all’estero,
anche per non ascoltare dialettiche istituzionali di tipo
formale. Il discorso sarebbe lungo ma, purtroppo, ora come ora,
l’invecchiamento in Italia non è ancora una risorsa sociale, ma
un peso che l’attuale “moderna” società finge di considerare
positivamente mentre in realtà lo sopporta.
Una persona, fintantoché ha vita, anche a 100 anni, come diceva
proprio a questa età, Massimo Ottolenghi, deceduto di recente,
costituisce infatti una componente essenziale di vita sociale,
esattamente come tutte le altre. Sia a 20 anni che da
centenari.
Fallo capire adesso ai politici che si stanno scannando per il
posto e che, a mio parere, esprimono anche tanta miseria in
questo delicato contesto.
Fatte salve ovviamente le tante eccezioni !
Arnaldo De Porti
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piazzascala.it - maggio 2017