Interessi sino al 107% - distrutto dalle banche


Ho letto con un certo stupore alcuni articoli e reportage su “Libertà” di giovedì scorso dove si da conto di una spiacevole avventura vissuta da un artigiano piacentino vessato o peggio truffato da un paio di banche che gli avrebbero distrutto la sua attività applicandogli nel corso di alcuni anni tassi d’interesse usurai sui prestiti e sui mutui, arrivati in alcuni casi oltre il 50% e, recentemente, fino al 107%. In altra parte delle stesse due pagine del giornale l’estensore del reportage intervista un esperto che afferma di essere a conoscenza di centinaia di azioni legali in corso o virtuali nel piacentino contro il sistema del credito, che si reggerebbe interamente su questo malaffare.
Confesso che anche dopo avere letto e riletto i vari articoli non sono riuscito a capire come siano andati i fatti e come sia stato possibile per due istituti “bancari”, non alcuni strozzini, attuare piani così diabolici da aggirare le norme in vigore da molti anni contro tali attività illegali.
D’altro canto, la descrizione degli eventi da parte dell’interessato e dello stesso estensore dei vari articoli non aiuta a capire come siano andate veramente le cose e lo stesso Direttore del giornale, il giorno successivo, rispondendo a un lettore, dichiara di non essere riuscito ad avere risposta da una delle banche interessate.
Come noto, l’usura, da parte degli istituti di credito e degli stessi privati, è regolata dalla legge 108/96 che stabilisce i criteri per le soglie massime oltre le quali i tassi di interesse sulle diverse operazioni creditizie sono considerati usurari e la loro applicazione si configura come un reato penale. In generale, il limite fissato dalla legge è dell’8% massimo oltre i vari “tassi medi” di mercato sulle singole operazioni, a seconda della loro rischiosità o dei costi operativi. Le soglie sono fissate trimestralmente dalla Banca d’Italia. A titolo di esempio, l’operazione più costosa prevede attualmente una soglia massima del 24% circa, ma per la maggior parte delle operazioni detta soglia è inferiore al 10%.
Le soglie comprendono non solo i veri e propri tassi di interesse, ma anche tutti gli eventuali oneri aggiuntivi, spese, commissioni eccetera, al contrario di quanto si afferma negli articoli. Come si è giunti, allora, al 107%?
Negli stessi si parla di azioni legali in tribunale risoltesi con un’archiviazione, di perizie e controperizie. Possibile che i periti si siano così vistosamente contraddetti analizzando operazioni che a prima vista sembrano semplici?
Misteriosa mi sembra pure la questione della mancata restituzione da parte di una delle banche di una somma di € 140.000. Ma non si tratta, come del resto affermato nello tesso articolo, semplicemente di cambiali? Era forse carta depositata a garanzia o come collaterale?
In sintesi, ripeto di non aver compreso i termini delle vertenze e penso che anche la maggior parte dei lettori potrà essersi accontentata della generica accusa nei confronti delle due banche che giustamente non vengono nominate ma ovviamente avrebbero il dovere e l’interesse di chiarire i fatti.
 

Giacomo Morandi (Rivergaro)
 

 

 

 

 

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 piazzascala.it - aprile 2017