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SENZA VOLER FARE DEL TERRORISMO MEDIATICO,
DICO DI AVERE FORTI PERPLESSITA’ SUL FUTURO DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO.
Credo
di avere titolo, oltre che gli
anni, per affermare che le
banche non offrano più quella
tanto decantata sicurezza che ci
ha accompagnato fino ad alcuni
lustri or sono. E ciò, non tanto
per i fatti esecrandi che,
ultimamente, hanno portato alla
perdita dei risparmi di molti
risparmiatori, ma perché, a
livello manageriale
centrale-generale, le gestioni
mi appaiono sempre più incapaci,
e spesso improvvisate, per una
serie di motivazioni che gli
stessi manager, pur capendole,
fa loro comodo abbracciare per
ovvi motivi di prestigio e di
interessi, correlate al sistema
economico-politico. Per poi
alzare le mani al cielo quando
le cose vanno male…
Da modesto funzionario di una banca di interesse nazionale, nelle quale ho speso circa una quarantina d’anni, posso dire che, essendo cresciuto nella assoluta certezza che il sistema bancario non potesse fallire, ora non potrei pronunciarmi con altrettanta sicurezza in quanto avverto sulla pelle che, quand’anche gli Istituti di Credito fossero gestiti al meglio, sono le Istituzioni addette ai controlli che non sono all’altezza di effettuare detti controlli, Bankitalia e Consob in primis, condizionate come sono da una politica che un giorno plaude ai risultati ed il giorno dopo evidenzia miliardi di sofferenze, se non addirittura incagli, ossia erogazioni di capitali che successivamente si rivelano irrecuperabili, rivenienti da fidi spesso manipolati ad uso e consumo, se non addirittura erogati sportivamente…
L’argomento sarà un po’ ostico per i non addetti ai lavori, ma in cuor mio non nascondo di avere forti preoccupazioni sul futuro anche di quei pochi risparmi che, in circa mezzo secolo di faticosa, seppur molto gratificante professione, ho avuto la possibilità di affidare al sistema. Verrebbe la voglia di nasconderli in casa. Soluzione che però ha dei risvolti negativi ed ovvi da elencare (al di la dei ladri e degli incendi). Del resto, oggi come oggi, il risparmio non rende interesse alcuno e tanto varrebbe tenerlo in casa.
Perché siamo arrivati a questa situazione ?
Perché la banca, fra le altre cose, ha finito di “fare banca” per diventare una sorta di supermercato ove si vende di tutto con tanto di budget da raggiungere, non solo, ma anche perché agli apici bancari non esistono più, per esempio, personaggi come i Mattioli, i Cuccia (tanto per parlare di nomi capaci ed illustri che, tra l’altro, mi hanno assunto negli anni 50-60), personaggi che hanno rimesso in piedi l’Italia dalle macerie della guerra, ma perché le nuove dirigenze hanno smarrito il senso di responsabilità sociale e non hanno più quel minimo di professionalità che il sistema richiede. Quante volte nell’esercizio delle mie funzioni professionali mi sono imbattuto in “colleghi”, di rango molto superiore al mio, che privilegiavano, nella concessione di fidi, le persone eleganti, cortesi, apparentemente irreprensibili, con la Ferrari, rispetto a chi – si fa per dire – si presentava con i… calli sulle mani, e magari anche vestito male…. Il discorso sarebbe lungo e complesso, discorso questo che si è esteso negli anni dalla piccola alla grande realtà, portandoci ai tanti miliardi di sofferenze che il sistema non è più in grado di recuperare. Non sempre imputabili alla crisi di questi ultimi anni !!! Una volta, tanto per fare un esempio classico, fra le garanzie reali per erogare un finanziamento, c’era la casa; ora, di queste garanzie le banche non sanno più che farsene in quanto, nel caso che il finanziato non rimborsi il debito, le banche non sono in grado “realizzare” vendendo la casa avuta in garanzia, essendo esse stesse piene-zeppe di queste garanzie che, anziché, garantire si trasformano in cespiti statici di difficile realizzo
Non faccio terrorismo mediatico dicendo queste cose, ma se c’è qualcuno che la pensa diversamente, si faccia avanti: sarò felice di ricredermi. Ma io non sono affatto tranquillo.
Arnaldo De Porti - Feltre