FACEBOOK, STRUMENTO DISCUTIBILE, CHE PORTA ANCHE AI SUICIDI COME E’ SUCCESSO ULTIMAMENTE…
Vorrei esprimere un pensiero su Facebook,
strumento informatico che, a mio modo di
percepire le cose, fatte salve le eccezioni che
pur esistono in qualsiasi contesto del vivere
sociale, ha dei risvolti di discutibile profilo;
e ciò, perché esso mi pare sintomo di una sorta
di “vacatio mentis” piuttosto che di strumento
di natura prettamente comunicativa.
Anch’io sono iscritto a Facebook anche se, ancor
oggi, non mi rendo conto attraverso quale
combinazione casuale ciò sia avvenuto, non
conoscendo a tutt’oggi le modalità precise di
approccio e di funzionamento di detto strumento.
Ne è prova che per pubblicare questo pezzo su
Facebook sono stato costretto a chiedere lumi a
qualcuno che lo usa di frequente.....
A questo riguardo, mi par di poter dire in
chiave psicanalitica o contesto similare che
esso costituisce appannaggio di persone a cui
manca una soddisfacente relazione sociale, di
persone insoddisfatte del loro stato personale
tanto da dover far ricorso ad enunciazioni o
altro che ben difficilmente sarebbero accettate
da tutti se non fosse perché, l’utilizzatore di
Facebook non fa altro che imporre il proprio
pensiero e le proprie immagini ad altri,
scaricando le proprie ansie, le proprie
insoddisfazioni e quant’altro appunto sulla
collettività che, quasi certamente, non sempre
sarebbe disposta non dico ad ascoltare ma anche
tanto meno ad accettare forme di simil-
petulanza, che lambiscono, ed a volte superano,
la stessa molestia. Esattamente come succede in
telefonia, quando veniamo disturbati da chi ci
vuol vendere l’energia elettrica, l’olio,
il vino ecc,ecc.
Io sarò anche un soggetto a cavallo di tre
generazioni, quindi di idee non proprio “last
minute”, ma mi par di avere titolo e ragione per
dire che a me non interessa un fico secco che il
signor tal dei tale, spesso anche laureato,
oppure un politico di alto profilo, scrivano su
Facebook che oggi hanno cucinato un…branzino ai
ferri o rendano di pubblico dominio frasi ad
effetto spolverando la saggezza insita nelle
massime di letterati, di poeti, di filosofi,
sperando così che detta saggezza si rifletta su
loro stessi, e ciò allo scopo di apparire ciò
che non sono. Poi, a me fanno veramente nausea
certi “amori” verso cani e gatti allo scopo di
far capire che gli animali sono considerati più
dell’uomo… quando esiste magari qualche anziano
che abbisogna di una parola per sopravvivere
alla tristezza o a qualche malanno fisico senza
essere degnato di una piccola attenzione anche
dagli stessi familiari…. E mi fermo qui…
D’accordo, questo strumento avrà anche dei
risvolti positivi per socializzare, seppur quasi
sempre in assenza di quanto dicevo dianzi, ma se
uno si prende la briga di leggere un po’ di
post, di leggere di essere stato… taggato su
Facebook, o essere stato riprodotto in
situazioni “osé” al punto da provocare suicidi
come è successo ultimamente, mi vien da pensare
che quest’uno, ove non sia un soggetto del tutto
singolare (tanto per usare un eufemismo), debba
soffrire di qualche serio complesso psicologico,
alias carenza, a cui crede di sopperire
imponendo la sua flebile personalità agli
altri..
Sono certo di suscitare un vespaio trattando
questo argomento, ma la cosa non mi preoccupa
più di tanto, in quanto, da esperienza
professionale giornalistica da quasi sconosciuto
giornalista ultraottantenne, alcuni miei
articoli on-line in chiave nazionale,
riguardanti le motociclette e la politica
attuale, hanno prodotto anche 50.000 commenti.
Segno evidente che, quando arrivano così tanti
commenti come nel caso di specie, si mette il
dito su di una piaga, nella speranza illusoria
di costringere certi “facebookisti” a qualche
moderazione… attenuando un indice di una
sintomatologia di vuoto sociale… rispetto ai veri
problemi che ci sono.
ARNALDO DE PORTI
Belluno/Feltre
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