INTERESSANTE CONVEGNO A PIEVE D’ALPAGO (BL) RELATRICE Dott.ssa BENEDETTA DE MARI: FA CHE IL CIBO SIA UNA MEDICINA PER NON ASSUMERE MEDICINE… IL GUSTO DEL CIBO E’ UNA COSA INDOTTA… PORNOGRAFIA ALIMENTARE… e molto altro ecc.ecc.
Non mi era mai capitato di essere invitato, nell’arco di soli quindici giorni, a due convegni con tematiche che, pur riflettendo entrambe la nostra vita, riguardassero l’una, la salute mentale che, a seconda di quanto affermano gli studiosi, potrebbe utilizzare l’arte come terapia nel caso di eventuali patologie (v. mio pezzo su link…http://www.piazzascala2016.altervista.org/piazzascalait/cultura/follia/index.html ) l’altra, la salute fisica nelle sue varie articolazioni legate a credenze, a mercati, al business, ad abitudini, a politiche, a religioni e quant’altro. Mi occuperò, in chiave giornalistica, di quest’ultima tematica che, provocatoriamente prende il titolo “Il tradimento di Ippocrate” in luogo del vero e noto “Giuramento di Ippocrate” che, come tutti sappiamo, nacque nel 460 a.C. a Kos (Grecia) divenendo nei secoli il simbolo stesso dell’arte medica, tanto per doverne dare per scontata la sua conoscenza da parte di ciascuno di noi. Relatrice del Convegno, tenuto a Pieve d’Alpago (BL) in data 16 aprile scorso, presso la struttura “SPAZIO 900” , è stata la dott.ssa Benedetta de Mari (v. foto) , coadiuvata da altre personalità del settore, la quale, in termini chiari e quindi facilmente accessibili a chiunque (va detto, ad onor del vero, come nel caso di specie, che le persone preparate sanno interloquire su problemi difficili con dialettica facile grazie alla vera “metabolizzazione” degli argomenti che trattano), ha saputo intrattenere un pubblico molto attento ed interessato intrecciando argomentazioni varie fra le abitudini alimentari dell’Oriente con l’Occidente, da cui è uscito un quadro che, per certi versi, anche se al giorno d’oggi oggettivamente appare quasi del tutto irreversibile (il gusto è cosa indotta), deve far riflettere. In sintesi, lasciando a chi legge, di sviluppare gli argomenti traendo un input da una o più parole che seguono come: l’ambiente; la longevità degli abitanti di Okynawa; carne rossa da assumere una volta al mese al massimo; piccole porzioni di pasto quotidiane; alzarsi da tavola mai sazi ; assumere il cibo come se fosse una medicina; le proteine animali sono “potenti” e fanno ammalare di cancro mentre quelle vegetali non lo favoriscono; acidosi; pornografia del cibo; tasso di p.h. al 7.4 livello ottimale per la salute dell’organismo ; mantenere l’organismo in uno stato di leggera alcalinità per una buona salute; i prodotti snack- food non sono compatibili con la biologia umana; negli USA si soffre di global obesity epidemic; il latte vaccino (escluso quello della mamma) non è cibo lecito rispetto alla fisiologia umana se non nei primi due-tre anni di vita in quanto non abbiamo un enzima che lo fa digerire; oggi esiste overdose nella medicalizzazione che non cura ma elimina il sintomo, ecc.ecc., aspetti tutti che, grazie soprattutto al mercato che, con la sua martellante pubblicità, ci fa metabolizzare persino i veleni alimentari con le conseguenze che sappiamo (oggi per combattere un veleno se ne crea un altro per sconfiggere quello esistente), tutto ciò determina sconcerto e problemi non da poco per la salute. Esistono ancora convinzioni come quella secondo la quale assumere latte vaccino e derivati favorirebbe l’aumento del calcio nelle nostre ossa, assumere oli e grassi “lubrificherebbe” il nostro organismo ecc.ecc.: nulla di più inesatto in quanto si deve sapere anzitutto che il latte non è digeribile e che, oltre al calcio, esso possiede un gran numero di proteine animali che possono destabilizzare l’equilibrio alcalino (che dovrebbe attestarsi sul 7.4 e non andare sotto) e che, una volta destabilizzato, quando esso appunto va sotto questo parametro, è costretto a succhiare dalle ossa decalcificandole… a questo proposito, riporto qui di seguito la spiegazione scientifica ricavata dalla tesi della dott.ssa Benedetta de Mari : ” le proteine animali contenute nel latte, a differenza di quelle vegetali, aumentano il carico acido nell’organismo, che, non gradendolo e non tollerandolo, inizia a combatterlo cercando di neutralizzarlo e per raggiungere tale scopo utilizza il calcio che, in quanto sostanza basica o alcalina,tampona la situazione di acidosi. Questo “surplus” di calcio , necessario come tampone in caso di acidosi, viene ricavato appunto dalle ossa che finiscono per impoverirsene. Insomma, l’assunzione del latte, consigliato per aumentare le dosi di calcio osseo e contrastare, per esempio, l’osteoporosi, ottiene un risultato diametralmente opposto” Sull’argomento non basterebbero dei libri per commentare le cose trattate per cui lo scrivente non può fare altro che fare un breve cenno in chiave giornalistica su questi problemi, soprattutto quelli che riguardano le abitudini fra occidente ed oriente, molto diverse fra loro: ad Okinawa, per esempio, ove non è certamente seguita la dieta occidentale, esistono molti e molti centenari, gente che non arriva in tarda età attraverso l’assunzione di farmaci per diminuire il colesterolo, la glicemia o la pressione arteriosa, ma arrivano sani fino alla morte, spesso praticando sport fino all’ultimo respiro , in particolare il TAI –CHI, (ndr. esiste una scuola di questo sport anche a Venezia, ove conosco persone che lo praticano). In queste isole non si beve latte e non si assumono proteine animali e si campa oltre i 100. Il loro sistema alimentare si basa su questi tre principi : 1) mangiare piccole porzioni di cibo ad ogni pasto (anche 5 pasti); 2) Non mangiare mai sino a sazietà; 3) Alimentarsi come se il cibo avesse proprietà medicinali e sananti; Detto questo, e concludo, dove sta il “Tradimento di Ippocrate”? Detta in soldoni, oserei dire che detta grave patologia sta nel sistema, alimentato dal business sia alimentare che da quello delle case farmaceutiche. Il cibo infatti deve essere fornito dalla natura e non dall’industria: una medicina, la cura e la buona salute, devono provenire dall’individuo interessato e non da una generica scienza medica nella quale – ahimè – l’operatore sanitario diventa agente di protocolli stabiliti. E’ necessario avere una educazione alimentare e nutrizionale al posto di una vita medicalizzata e farmacologizzata: è il cibo di ogni giorno che deve diventare farmaco per la vita. Al contrario, continuiamo ad ingolfarci di pubblicità oscene che, deviando i nostri cervelli, vogliono farci capire che questo o quell’altro prodotto ringiovanisce, ci fa sentire più forti e più belli ingannando, nella percentuale di un buon 70 %, la pubblica opinione senza che le Istituzioni muovano un dito a loro difesa. Insomma è sempre il denaro che condiziona anche la salute. Per non parlare delle case farmaceutiche le quali, pur di vendere, abbassano i valori normali delle analisi, giustificandosi dicendo che i dati diversi fra loro, costituiscono il risultato di modalità diverse di ottenimento di questi dati. Per farmi capire, i valori della glicemia misurata in una determinata città sono diversi a quelli misurati altrove, come ho avuto modo di constatare anch’io. Col passare degli anni, sono stati “manomessi” anche il nostro… olfatto, il gusto e quant’altro tramite pubblicità ingannevoli. Per fare un esempio puerile ma molto efficace, e se vuoi anche risibile, sentito dalla relatrice proprio durante il convegno (esempio che potrebbe essere esteso in tutti i contesti alimentari), si usa dire al bambino : “Se stai buono ti do’ una caramella…” ma non si dice.. ti regalo una carota, tenuto conto che la prima fa male, mentre l’altra ha delle proprietà sananti…” E ciò, in funzione di quanto dicevo prima e cioè che il gusto è una questione di cervello… di induzione (gusto indotto). Non è necessario ripeterlo, ma tutti avranno capito che oggi è il business che ha il sopravvento su tutto, anche sulla nostra salute. E tutto ciò viene battezzato, come provocazione se vuoi, come tradimento di Ippocrate, di cui a titolo del convegno, in dispregio all’ onesto giuramento del medico di Kos., anche se bisognevole, quest’ultimo, ancora di qualche modifica correlata all’evoluzione dei tempi. Per il momento, “accontentiamoci” di quello inserito nelle foto che seguono. Ma fino a quando ? ARNALDO DE PORTI
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piazzascala.it - aprile 2016