Riceviamo da Arnaldo De Porti una segnalazione circa un episodio di malversazione operata nei suoi confronti da un hacker che sta iniettando nei computer di mezzo mondo un malware in grado di infettare e criptare tutti i files presenti nell'hard disk in modo da non permettervi di aprirli. In genere l'infezione arriva attraverso mail con allegati delle più varie estensioni: tuttavia ora il malintenzionato ha affinato la propria tecnica coinvolgendo anche alcuni siti di scarico film, canzoni, etc.
Purtroppo non esiste una ricetta infallibile per prevenire quanto sta succedendo: il consiglio è di evitare di aprire allegati di mail e cliccare su links a siti web arrivati via mail, anche se apparentemente pervengono da nominativi conosciuti: se si hanno dubbi è opportuna una telefonata (non una una mail) di verifica al mittente). Evitate inoltre di accedere a siti per lo scarico di audiovisivi.
Infine due osservazioni:
- confermo che il riscatto viene richiesto in bit coin per la sostanziale non tracciabilità dei pagamenti in tale valuta
- fare back dell'hard disk non in una sua sezione ma su un disco esterno o - se lo spazio richiesto non è eccessivo - su
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A PROPOSITO DI “CRIPTAZIONI” DA PARTE DI DELINQUENTI INFORMATICI CHE POI RICHIEDONO
UN RISCATTO-RICATTO PER DECRIPTARE…I “FILE” RESI DA LORO ILLEGGIBILI


Di recente, e ne ho fatto le spese pure io, ed a caro prezzo, in quanto mi sono stati cancellati circa diecimila file, non mi è stato più possibile aprire documenti, foto e quant’altro dal mio computer in quanto esperti di informatica, ma allo stesso tempo delinquenti professionali, mi hanno criptato quasi tutto impedendomi pertanto di operare. Come se non bastasse, questa gentaglia, mi ha chiesto che, se volevo rivedere detti “file”, dovevo pagare loro 6-700 euro. Mi sono rivolto subito alla polizia postale di Belluno la quale mi ha intimato di non pagare allo scopo di non favorire queste azioni di brigantaggio informatico. Esattamente come ho fatto, anche se pare che qualche avvocato abbia invece pagato in quanto i file contenevano arringhe urgenti a difesa di qualche loro assistito. E pare anche con risultato positivo, si fa per dire…
Detto questo, mi chiedo, come ho già fatto sommessamente alcune settimane fa, se si deve restare ancora inerti rispetto a questo tipo di azioni criminose stante il fatto che, fenomeni della specie, potrebbero investire senza rimedio alcuno anche le pubbliche amministrazioni, gli ospedali, una miriade di enti insomma con conseguenze di natura imponderabile.
Per chi non lo sapesse, il pagamento di questa specie di riscatto-ricatto, avviene in bitcoin, una specie di valuta virtuale che, pur avendo un cambio “ufficioso” , circa 400 dollari, non permette di rintracciare sia chi paga che chi riceve. Ed allora, tutto funziona nel più assoluto anonimato, gabbando così ogni tipo di istituzione. E ciò succede anche in barba ad ogni tracciabilità.
Pare che in Italia esistano addirittura alcuni… bancomat per i bitcoin, precisamente a Roma, Milano, Firenze, Udine e Pisa, oltre che negli USA e Canadà in particolare.
Io non capisco niente di queste cose, ma mi chiedo se non sia possibile venirne a capo di questa gravissima illegalità. Magari dando un’occhiata a chi usa detti bancomat…per capirne qualcosa di più.
Chi opera con questo sistema, a mio avviso da debellare con la massima urgenza, dice che questa moneta, alias bitcoin, con cui si pagherebbe il riscatto per decriptare i file illeggibili dapprima alterati con formule matematiche, sarebbe perfettamente tracciabile nel senso che si potrebbe risalire sia a chi invia sia a chi riceve questa sorta di moneta virtuale, ma pare che tutte le autorità internazionali in materia, si siano dichiarate solo disponibili ad esaminare il fenomeno criminoso… compresa la nostra BANKITALIA. Ma nulla di più ?
Che ne dicono pertanto Bankitalia, Polizia Postale, Magistratura e tutte le altre istituzioni ad hoc che, a mio avviso, non dovrebbero assolutamente prendere sottogamba questa mostruosa illegalità ?
Ed alle quali chiedo pertanto lumi inoltrando anche a loro questa mail certificata ?

ARNALDO DE PORTI, giornalista

 

 

 

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piazzascala.it - maggio 2016