A PROPOSITO DI “CRIPTAZIONI”
DA PARTE DI DELINQUENTI INFORMATICI CHE POI RICHIEDONO
UN RISCATTO-RICATTO PER DECRIPTARE…I “FILE” RESI DA LORO
ILLEGGIBILI
Di recente, e ne ho fatto le spese pure io, ed a caro prezzo, in
quanto mi sono stati cancellati circa diecimila file, non mi è
stato più possibile aprire documenti, foto e quant’altro dal mio
computer in quanto esperti di informatica, ma allo stesso tempo
delinquenti professionali, mi hanno criptato quasi tutto
impedendomi pertanto di operare. Come se non bastasse, questa
gentaglia, mi ha chiesto che, se volevo rivedere detti “file”,
dovevo pagare loro 6-700 euro. Mi sono rivolto subito alla
polizia postale di Belluno la quale mi ha intimato di non pagare
allo scopo di non favorire queste azioni di brigantaggio
informatico. Esattamente come ho fatto, anche se pare che
qualche avvocato abbia invece pagato in quanto i file
contenevano arringhe urgenti a difesa di qualche loro assistito.
E pare anche con risultato positivo, si fa per dire…
Detto questo, mi chiedo, come ho già fatto sommessamente alcune
settimane fa, se si deve restare ancora inerti rispetto a questo
tipo di azioni criminose stante il fatto che, fenomeni della
specie, potrebbero investire senza rimedio alcuno anche le
pubbliche amministrazioni, gli ospedali, una miriade di enti
insomma con conseguenze di natura imponderabile.
Per chi non lo sapesse, il pagamento di questa specie di
riscatto-ricatto, avviene in bitcoin, una specie di valuta
virtuale che, pur avendo un cambio “ufficioso” , circa 400
dollari, non permette di rintracciare sia chi paga che chi
riceve. Ed allora, tutto funziona nel più assoluto anonimato,
gabbando così ogni tipo di istituzione. E ciò succede anche in
barba ad ogni tracciabilità.
Pare che in Italia esistano addirittura alcuni… bancomat per i
bitcoin, precisamente a Roma, Milano, Firenze, Udine e Pisa,
oltre che negli USA e Canadà in particolare.
Io non capisco niente di queste cose, ma mi chiedo se non sia
possibile venirne a capo di questa gravissima illegalità. Magari
dando un’occhiata a chi usa detti bancomat…per capirne qualcosa
di più.
Chi opera con questo sistema, a mio avviso da debellare con la
massima urgenza, dice che questa moneta, alias bitcoin, con cui
si pagherebbe il riscatto per decriptare i file illeggibili
dapprima alterati con formule matematiche, sarebbe perfettamente
tracciabile nel senso che si potrebbe risalire sia a chi invia
sia a chi riceve questa sorta di moneta virtuale, ma pare che
tutte le autorità internazionali in materia, si siano dichiarate
solo disponibili ad esaminare il fenomeno criminoso… compresa la
nostra BANKITALIA. Ma nulla di più ?
Che ne dicono pertanto Bankitalia, Polizia Postale, Magistratura
e tutte le altre istituzioni ad hoc che, a mio avviso, non
dovrebbero assolutamente prendere sottogamba questa mostruosa
illegalità ?
Ed alle quali chiedo pertanto lumi inoltrando anche a loro
questa mail certificata ?
ARNALDO DE PORTI, giornalista
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