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    NON SOLO PER GIORNALISTI….   MA LA VICINA SIRIA NON E’ DA MENO....

    Ieri, a Venezia, presso l’Ordine ed il Sindacato dei Giornalisti del Veneto, alla presenza del Presidente Nazionale della Federazione della Stampa, Giuseppe Giulietti, nonché Roberto Reale, Direttore RAI TRE VENETO, ed altri esponenti del settore, si è parlato - fra le tante cose - della “libertà di stampa e di espressione” che in Turchia , sotto il governo del dittatore Erdogan, conservano solo il nome.

    Al centro Giuseppe. Giulietti, Presidente F.N.S.I con  Monica Andolfatto, Pres. Assostampa Veneto ed Anna Del Freo, Segretario generale aggiunto FNSI, Componente Steering Committee EFJ

    Sullo sfondo davanti al PC Roberto Reale Direttore
    RAI TRE VENETO 

     

    E’ inutile - dico io - ripetere cosa è successo ultimamente sotto questo regime che ha abolito tutto ciò che gli è scomodo incarcerando giornalisti, magistrati, insegnanti, personaggi di ogni contesto sociale, militari e quant’altro, per cui sarebbe urgentemente necessario pensare ad una soluzione che concretamente non c’è anche nel medio-lungo tempo.. Ed allora ? Che strada seguire ?

    Non va sottaciuto che la Turchia fa parte della Nato, realtà che non sembra essere in linea con la medesima che, a suo tempo - è bene ricordarlo essendo quasi completamente cambiato lo scenario, si prefiggeva di «di tenere dentro gli americani, fuori i russi e sotto i tedeschi », non solo ma sarebbe anche bene ricordare che è in atto una richiesta di adesione (in sospeso ?) con la UE a cui, almeno a mio avviso, la Turchia (che non è né geograficamente, né culturalmente europea, mentre l'ipotesi di una sua aggregazione all'Europa è legata solo a considerazioni di utilità contingente come "cuscinetto" fra Europa e Oriente), si presenta del tutto inaffidabile ed inopportuna, tanto da non insistere più di tanto per il suo ingresso oggettivo in Europa…ma questo è un mio pensiero. A meno che non si voglia trasformare l’Europa stessa in un paese di musulmani e di dittatori…e mi fermo qui per non incorrere in rischi.

    Evocando un’ipotesi di soluzione contro la dittatura Erdogan, francamente io non saprei che pesci pigliare stante il fatto che la Turchia è il secondo paese, dopo gli Sati Uniti, ad avere un esercito imponente, circa 2.500.000 di uomini fra forze militari e para-militari, oltre ad essere fortemente appetibile per l’interscambio economico.

    Ovviamente però non si possono neanche lasciare le cose in sospeso ad evitare che il “matto di turno” non si sogni di fare qualche esperienza simil-Hiroshima, realtà che risolverebbe il problema per tutti…come spesso minaccia quel pazzo “simil-burattino” della Corea del Nord..

    A titolo citavo anche la Siria dicendo che, in questo disgraziato paese, il numero dei morti, anche giornalisti, non si conta, superando esso di gran lunga quello degli uccisi ed incarcerati in Turchia da parte di Erdogan. Ebbene, proprio l’altra sera, qui a Feltre, in un Convegno promosso dal Lyon-Hochst, mi è stato detto da un medico siriano che opera all’Ospedale di Agordo-Belluno, che detti numeri, sciorinati con documenti alla mano come fece qualche tempo fa il Vescovo Emerito di Aleppo, Mons. Giuseppe Nazzaro (v. foto) nel corso di una mia intervista, sono un’inezia rispetto alla realtà, evento questo già pubblicato su Piazza Scala nel marzo del 2015.
     


    Arnaldo De Porti con il Vescovo Emerito di Aleppo-Siria, Giuseppe Nazzaro


    C’è stato anche chi, come un professore universitario di Padova, ha detto che la Siria rappresenta un pretesto per spacchettare certe aree economiche in modo da creare un nuovo equilibrio mondiale del quale stiamo già avvertendo qualche avvisaglia con la realtà “ Trump”..
    Di certo, una soluzione non è vicina, a meno che un nuovo ordine mondiale non arrivi da una (per ora insperabile e non ipotizzabile) tricotomia umanamente responsabile e libera fra Usa-Russia ed Europa. Ma ciò costituisce ancora mera utopia.

    ARNALDO DE PORTI

     

     

     

 

 

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